La svolta è epocale: stop alle proroghe entro il 2023 e affidamento delle concessioni tramite gare; fine di una stagione durata decenni. Per arrivarci, però, il governo ha deciso di chiudere i contenziosi in corso con i balneari abusivi. La riforma licenziata mercoledì dal Consiglio dei ministri contiene infatti una sanatoria tecnica che fa storcere il naso agli ambientalisti: è contenuta al comma 3 dell’art. 2-bis dell’emendamento con cui la riforma (tecnicamente una “delega” al governo a legiferare attraverso i decreti delegati) verrà inserita nel ddl Concorrenza in discussione al Senato. Prevede che – fino al 2024, quando saranno assegnate le gare – “l’occupazione dello spazio demaniale connessa alle concessioni e ai rapporti di cui al comma 1 non è abusiva anche in relazione all’art. 1161 del codice della navigazione”. È l’articolo che disciplina il reato di occupazione abusiva del demanio marittimo e dei relativi interventi sulle spiagge senza autorizzazioni, le cosiddette “innovazioni”. Il reato è punito “con l’arresto fino a sei mesi o l’ammenda fino a euro 516,00, sempre che il fatto non costituisca un più grave reato”.
La misura interviene su centinaia di contenziosi in tutta Italia. Secondo i balneari e i partiti che l’hanno approvata, serve a evitare che procure e comuni procedano a sequestrare e riassegnare le concessioni scadute a seguito della decisione del Consiglio di Stato che a novembre ha chiuso la partita delle proroghe contrarie alla direttiva Bolkestein (2006). È quanto avvenuto, per esempio, a gennaio per i bagni Liggia di Genova. Insomma, fino al 2024 si blocca tutto e si evita il caos. La norma però secondo i Verdi sembra avere una portata più ampia, anche perché l’articolo 1.161 si riferisce pure alle “innovazioni”, le opere che possono modificare il demanio marittimo o incidere sull’uso (si va da una scalinata nella roccia all’istallazione di ombrelloni e altro su spiagge attrezzate o aree di transito). “Non so se Draghi abbia conoscenza della sanatoria, ma è scandaloso che si premi chi ha abusivamente occupato le coste realizzando anche strutture”, attacca Angelo Bonelli. Secondo il portavoce di Europa Verde, “la norma è costruita con il chiaro intento di consentire a chi ha occupato abusivamente di accedere alle gare dal 2024. Chiediamo che siano rese pubbliche le ragioni di questa sanatoria. Le coste italiane sono le più cementificate d’Europa: secondo Ispra il 75,4% della fascia entro i 200 metri è occupata”.
La riforma, comunque, è tutt’altro che chiusa. Lega e Forza Italia assicurano ai concessionari in rivolta che sarà modificata in Parlamento. Ieri il ministro del Turismo, il leghista Massimo Garavaglia l’ha promesso direttamente ai balneari del Sib poco prima che fallisse il blitz di Fratelli d’Italia alla Camera: la mozione anti-Bolkestein è stata respinta dalla maggioranza, Lega compresa, anche se Matteo Salvini parla di “emendamento che soddisfa al 50%”. A difenderlo restano solo i 5Stelle e, con meno enfasi, il Pd.