Un autorevole sito d’informazione cattolica, Il Sismografo, diretto dal giornalista cileno Luis Badilla Morales – già ministro del governo di Salvador Allende – l’ha messa giù così: “Si tratta di una notizia insopportabile. Ci auguriamo che sia falsa. Dunque se falsa si attende una convincente smentita nel giro di poco. Se invece è vera si devono dare spiegazioni esaurienti”.
La notizia è questa: il comune di Monteroni di Lecce ha speso seimila euro per l’abito da cardinale del suo illustre concittadino Marcello Semeraro, elevato alla porpora nell’ultimo Concistoro di papa Francesco. La delibera è della fine di novembre e ha alimentato anche una polemica politica locale. La giunta è di centrodestra e all’attacco è andata la sinistra, chiedendo che “l’esoso dono possa essere devoluto ad opere caritatevoli o al benessere dei monteronesi”. Nella risposta sindaco e giunta hanno rivendicato l’esoso dono fatto con soldi pubblici: “È stato motivo di orgoglio assistere in tv al Concistoro e vedere il Cardinale indossare le vesti della sua città”. E ancora, con un tono decisamente materno: “E come una Madre provvede a coprire il figlio vestendolo, così questa città ha voluto fare con il proprio figlio”.
Settantatré anni il prossimo 22 dicembre, Sua Eminenza Marcello Semeraro è uno degli interpreti della rivoluzione avviata da Francesco con il suo pontificato. I due si conoscono da decenni e Semeraro, da vescovo di Albano, venne da subito nominato segretario del consiglio dei cardinali, l’organo voluto da Bergoglio per la riforma della Curia e il governo della Chiesa. Teologo esperto di media (ha scritto pure sul Fatto della domenica), è stato poi chiamato da Francesco per sostituire il cardinale Angelo Becciu – cacciato a settembre per l’affaire immobiliare a Londra – alla guida della Congregazione delle cause dei santi. Di qui la nomina a cardinale nell’ultimo Concistoro, applaudita anche dalla comunità Lgbt per la fama gay friendly da vescovo di Albano. E nella celebrazione del 28 novembre scorso, il papa in modo affettuoso ha salutato così il suo vecchio amico: “Comportati bene”.
In quell’occasione, Francesco si è anche soffermato sul colore della talare cardinalizia: “Il rosso porpora dell’abito cardinalizio, che è il colore del sangue, può diventare, per lo spirito mondano, quello di una eminente distinzione. E tu non sarai più il pastore vicino al popolo, sentirai di essere soltanto ‘l’eminenza’. Quando tu sentirai questo, sarai fuori strada”.
Difficilmente Sua Eminenza Semeraro andrà fuori strada, epperò l’incidente, chiamiamolo così, del suo comune natìo, contraddice tutto il suo percorso in questi sette anni di pontificato francescano. Senza dimenticare che quando l’allora arcivescovo di Buenos Aires Bergoglio fu creato cardinale da San Giovanni Paolo II il 21 febbraio 2001, si presentò al Concistoro con la talare del predecessore Antonio Quarracino, adattata alla sua taglia. E ai fedeli che volevano accompagnarlo a Roma per l’investitura cardinalizia, disse di non farlo e di destinare il denaro per il viaggio ai più bisognosi.