Sta per nascere una nuova America, come altre volte è accaduto nella storia. Sta per nascere, pensano in molti, perché l’incubo Trump è finito. Si sentiva il bisogno di una celebrazione, ma il corpo di Trump è ancora sulla porta e ritarda, con voluta cattiveria, l’arrivo del nuovo presidente. Allora è successo che Amazon, divenuto distributore di nuovi film, ci aiuta a ritrovare fiducia, mettendo in catalogo e mostrando in video il lungo e accurato documentario sulla leggendaria campagna elettorale di Obama, autore un giovane giornalista italiano, Francesco Paravati.
È il suo primo lavoro (Obama Dream) e ora Amazon lo distribuisce nel mondo. Paravati ha seguito e filmato – dai dettagli dei piccoli centri agli immensi comizi delle grandi città, dalla visita nelle case, nelle scuole, nelle comunità di tutte le fedi e di tutte le etnie, fino alla Casa Bianca – il giovane senatore Barack Obama che, con la sua indimenticata compagna stava per diventare il primo presidente nero degli Stati Uniti. Stava dunque segnando, per questo, e per la sua speranza di ridisegnare il futuro, una svolta sensazionale nella vita pubblica, e di ogni cittadino, di quel Paese. Ma l’evento riguardava anche la grande parte del mondo che gravitava intorno all’America. Tutti erano testimoni e protagonisti di uno straordinario momento di civiltà, il passaggio di consegne a un nuovo mondo. È una sequenza di immagini di festa, orgoglio, entusiasmo, celebrazione, ricordo, annuncio di un fatto nuovo. Vederlo adesso è una festa. Ma anche un temibile ammonimento. Si può ritornare all’America prima di Trump, come se Trump, nei suoi cupi e oscuri quattro anni di presidenza, non avesse fatto gravare un fanatismo cieco, distruttivo, persecutorio sul suo Paese e sul mondo?
Trump lascia il potere dopo avere minato i ponti dei rapporti fra comunità, etnie, religioni diverse, dopo avere tagliato o tentato di tagliare i diritti umani e civili di cui si era dotato il Paese. Ma soprattutto lascia la Casa Bianca (è costretto, non gli è riuscita una pericolosa e incostituzionale resistenza, nonostante il sudore del suo avvocato Giuliani) dopo avere riportato la guerra in casa, guerra tra americani. Guerra tra bianchi e neri. E ai bianchi che stanno troppo vicino ai neri si fa capire che non è così difficile mettere ordine, con polizia o volontari. La propaganda oscura e misteriosa del regime di Trump (“fine people”) sa come dirglielo. Dispone giustamente di armi.
Tutto ciò ci dice che, dopo Trump, l’America non sarà mai più come prima. Non come potete vederla ancora una volta nel film Obama Dream. Con disprezzo, maleducazione e senza il rispetto di alcuna prassi o tradizione nella successione alla Casa Bianca, Trump alla fine ha ceduto. Ma le bestie liberate da Trump, dal suo circo del disordine mentale con soddisfatto compiacimento, odio, disprezzo, razzismo estremo restano: i suprematisti bianchi pronti a essere esecutori al suo fianco, il linciaggio che torna nelle strade d’America (George Floyd) come un impegno attivo, con la partecipazione delle polizie locali, organizzazioni misteriose come QAnon e Proud Boys, milioni di persone pronte a giurare il falso sulle inesistenti frodi elettorali…
Impossibile dimenticare che un americano su due ha votato per Trump e per l’idea di sequestrare i figli bambini di chi tenta illegalmente di entrare in America (dunque famiglie, non gangster), destinandoli a campi di concentramento in cui molte migliaia di bambini, anche infanti, non sono stati più rintracciati. E non è possibile dimenticare il motto rapace Make America Great Again, che significa sganciarsi da tutti i legami di cui gli Usa si sono circondati dal 1945, per esibire nuovi misteriosi, inspiegati amici come Putin, e riservarsi ogni giorno l’annuncio di un nuovo nemico e di nuove trovate persecutorie per chi non si sottometteva alla nuova gloria di regime.
Intanto i valori e i simboli dell’ordine civile americano, così come si era evoluto e arrivato fino a Obama (diritti civili, diritti umani, diritti delle donne, cure mediche dei poveri), venivano manomessi impegnandosi persino a cambiare, a pochi giorni dalle elezioni, l’equilibrio della Corte Suprema per essere sicuro di rubare almeno una parte di quei diritti. Forse la più clamorosa iniziativa presidenziale, quella che resterà indimenticabile persino per molti fedeli del miliardario-padrone, sarà la morte di centinaia di migliaia di americani a causa dell’inerzia e disprezzo di Trump del Coronavirus. Ma il ginocchio del poliziotto sul collo dell’afroamericano George Floyd, che muore soffocato come da una garrota, resterà il sigillo di una barbara e misera presidenza, che lascia un americano su due a testimoniare il massacro.