Questa volta, per una volta, non è una storia maledetta, ma un pasticciaccio. Sempre con Franca Leosini nel mezzo e con tutti i profumi del giallo, tra tv di Stato, politica, telefonate, accuse, passi indietro. E imbarazzo.
Tutto ha inizio così. Ieri alle 14.47 un’ Ansa pubblica un comunicato Rai: “Il palinsesto della Domenica Con in onda su Rai Storia dalle 14 alle 24 e curato da Franca Leosini è dedicato, a pochi giorni dalla ricorrenza della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne (e giù una serie infinita di parole senza arrivare al dunque. Qui tagliate)… all’interno di questo palinsesto, Rai Storia e Franca Leosini avevano deciso di inserire anche l’intervista da lei realizzata nel 2016 per Storie Maledette a Luca Varani”.
“Varani condannato come mandante dell’aggressione di Lucia Annibali, sfregiata con l’acido tre anni prima”. E aggiunge il comunicato, come a chiarire: “Un’intervista senza sconti e senza nessun tipo di compiacimento, che ribadiva tutta la gravità e la gratuità di un gesto criminale. Tuttavia…”
Tuttavia, niente. Cancellato. E all’ultimo secondo, anzi quattro minuti dopo la prevista messa in onda e la stessa Leosini avvertita nei medesimi attimi, e le medesime spiegazioni. Che, in sostanza, l’intervista a Varani non andava bene: la vittima, l’onorevole Lucia Annibali si era risentita, e negli ultimi giorni si era mossa per annullare la trasmissione.
Lucia Annibali conferma: “Il suo racconto l’ho trovato a tratti profondamente inopportuno e anche tendenzialmente offensivo. Già lo avevo detto quattro anni fa (la prima messa in onda in Storie Maledette)”.
Quindi via alle telefonate della Annibali a Silvia Calandrelli, direttrice di Rai Storia, poi si è mossa la politica. Ed è stato lo stesso leader del partito della Annibali, Italia Viva, ad alzare la voce. “La decisione di mandare in onda l’intervista a Varani è una vergogna. Spero che qualcuno si scusi. Io sto dalla parte di Lucia Annibali”, afferma Matteo Renzi. E con Iv si allinea il Pd. “Davvero inopportuna la scelta di Rai Storia di dare nuovamente voce all’aguzzino di Annibali”. E si accodano pure Andrea Romano e Valeria Valente, senatrice dem presidente della commissione sul femminicidio.
Pressioni forti, come scamparla?
Si tratta del terzo pasticciaccio in altrettanti giorni, per mamma Rai, visto che ancora non si placano le polemiche per l’annullamento della partecipazione di Nicola Morra, presidente pentastellato della commissione antimafia, venerdì sera a Titolo V; ora della vicenda si occuperà la Vigilanza, dove è stato convocato il direttore di Rai3 Franco Di Mare, già impegnato con l’epurazione di Mauro Corona dal programma condotto da Bianca Berlinguer.
Ma ieri gli stessi pentastellati, forse per allontanare i sospetti di aver avuto un ruolo nella storia, sono tornati all’attacco della tv pubblica. “Gravissimo lo stop a Morra. La Rai ha commesso un grande sbaglio”, afferma il presidente della Camera Roberto Fico. “Non vedo l’ora di vedere Morra in Rai rispondere alle domande dei giornalisti”, Luigi Di Maio. Mentre Elio Lannutti (M5S) su change.org ha lanciato una petizione per chiedere le dimissioni di Salini e Di Mare.
In attesa di risposte, questa è la versione della stessa Annibali. “È un’intervista che non ho mai apprezzato e credo di avere il diritto di esprimere se apprezzo o pure no. A suo tempo sul Corriere avevo scritto di non averla guardata”.
Poi l’ha vista?
Sì, perché dai commenti sui social questa trasmissione… è molto facile in questi casi scegliere delle parole con superficialità.
Non si è sentita protetta dal programma.
Non mi devo sentir protetta dalla trasmissione, ci mancherebbe. I processi si fanno naturalmente in tribunale. Per fortuna. Però il tema è che si rischia, si entra nell’intimità delle persone, si può essere superficiali, o non rispettosi della sensibilità, intimità dei sentimenti. E in queste storie è molto facile cadere in un giudizio e aprire delle porte…
La Leosini è sempre stata considerata una professionista molto attenta.
Lei sarà anche considerata così, ma io sono la persona interessata e ho vissuto il mio processo e conosco le carte. E il suo racconto l’ho trovato a tratti profondamente inopportuno e anche tendenzialmente offensivo.
Quando lo ha scoperto?
Su Internet, quando cerco notizie che mi riguardano.
Sì, ma quando?
Un paio di giorni fa; non si può raccontare la propria storia intima con questa facilità, e non credo che piaccia alle donne. O magari a qualcuna piace.
Il passaggio che le ha dato più fastidio?
No.
Il temine o il messaggio insopportabile?
No, perché queste modalità aprono le porte a giudizi esterni che sono offensivi. Le donne non hanno bisogno di essere giudicate e offese nelle loro sofferenze. Ma il tema centrale è la costruzione di un palinsesto.
È stata offesa.
Anche sui social, ma sono gli effetti collaterali, resta la voglia di soddisfare lo spettacolo.
È stato complicato convincere la Rai?
La Rai poi ha preso questa decisione e credo sia giusta. Ma ripeto, la questione è il suo palinsesto.
Sì, ma è stato faticoso?
Non lo so, ho espresso la mia opinione.
E l’opinione della politica e della vittima è stata ascoltata. Con un però: proprio nella puntata su Varani, la Leosini era stata particolarmente dura con il suo intervistato.