È Hugo Chávez il Grande Vecchio dietro l’elezione – “taroccata!” – di Joe Biden alla presidenza degli Stati Uniti. A sostenere che ci sia lo zampino del leader ‘bolivarista’ venezuelano, morto nel 2013, nella sconfitta di Donald Trump, è Rudy Giuliani, l’ex ‘sceriffo’ e sindaco di New York, oggi avvocato personale del magnate presidente, che ha fin qui perso tutte le cause avviate contro il voto del 3 novembre, ma che tira ora fuori l’asso dalla manica.
Sotto accusa finiscono Dominion Voting Systems, una società “della sinistra radicale”, dice Giuliani, che fornisce il sistema di voto a oltre 30 Stati (e anche al Venezuela) e Smartmatic, un’azienda che produce macchine per tabulare i voti. Trump twitta che Dominion gli ha sottratto “centinaia di migliaia di preferenze”. In una conferenza stampa a tratti surreale e in varie interviste, Giuliani rilancia teorie cospirative senza lo straccio d’una prova secondo cui Dominion è controllata dalla Fondazione Clinton e Smartmatic dal filantropo George Soros. Nelle contestate elezioni venezuelane, i loro software sarebbero stati manipolati per alterare i risultati, anche se le aziende avevano chiarito l’accaduto. Le affermazioni di Giuliani sono smentite dalla Dominion – nessun problema a Usa 2020 – e pure dall’Agenzia federale di sicurezza delle infrastrutture e della cyber-sicurezza (Cisa). Venezuela e Cuba, per solidarietà ‘chavista’, protestano: la sconfitta di Trump non è opera loro. A chi gli chiede elementi concreti a sostegno delle sue teorie, Giuliani risponde accusando i media di malafede e d’ignorare le denunce fatte, e finora tutte respinte dal Michigan alla Pennsylvania, dall’Arizona alla Georgia, dove la vittoria di Biden è stata ieri confermata dal riconteggio: Biden finisce avanti di poco più di 12 mila voti su quasi cinque milioni di suffragi espressi. Trump stesso mostra di non fidarsi troppo delle tesi di Giuliani. E, infatti, percorre un’altra strada: invita alla Casa Bianca i parlamentari repubblicani dell’Assemblea del Michigan, perché nominino Grandi Elettori come se lì avesse vinto lui e non Biden. Un giochino da ripetere in altri Stati in vista della riunione del Collegio Elettorale che dovrà formalmente eleggere il presidente il 14 dicembre.
La scelta appare di dubbia legalità. “Quello che sta facendo Trump non è uno scherzo, è totalmente irresponsabile e incredibilmente dannoso”, replica Biden, che festeggia i suoi 78 anni denunciando gli ostacoli alla transizione. Anche il senatore repubblicano Mitt Romney denuncia le mene di Trump. “È difficile immaginare un’azione peggiore e più anti-democratica da parte di un presidente in carica”. Sempre chiuso nella Casa Bianca, il magnate partecipa al Vertice dell’Apec in formato virtuale – non si sa se ci sarà oggi al G20 –, mentre sul suo orizzonte giudiziario s’addensano nuove nuvole: gli inquirenti newyorchesi che indagano su di lui e sulla Trump Organization hanno esteso le loro indagini, coinvolgendo Ivanka Trump.