Sulla sua entrata in segreteria prende tempo. Ma se si sostiene che tutto nel M5S sembra ruotare attorno ad Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio è netto: “Non si può più dipendere da una singola persona, quella fase è finita. Per questo abbiamo bisogno di un organo collegiale”.
Dai delegati agli Stati generali è arrivata la richiesta di un M5S dotato di sedi. Volete diventare un partito a tutti gli effetti?
Dotarsi di una struttura non significa diventare un partito, ma adeguare le potenzialità del Movimento ai territori e all’azione di governo. Guidiamo la settima potenza mondiale, lo trovo naturale. Più che altro sono i partiti che cercano costantemente di emularci. Noi ci tagliamo lo stipendio, rinunciamo al vitalizio, promuoviamo percorsi di democrazia diretta. Altrove non vedo un modello simile.
I delegati suggerivano anche di avvalersi del 2 per mille per finanziarsi, ma il reggente Vito Crimi ha detto no. Che ne pensa? In fondo, in un’era di cambiamenti…
Crimi ha fatto bene, il M5S rinuncia da sempre al finanziamento pubblico. Credo che l’obiettivo di ogni forza politica sia lavorare per i suoi cittadini e raccogliere dagli stessi liberi contributi per portare avanti il suo progetto. Quando cominciano i problemi di cassa significa che il problema è con coloro che ti sostengono.
Ora va deciso come e con chi comporre la segreteria. Lei vi entrerà?
In un mese al massimo definiremo ogni dettaglio. L’importante è che sia un organo in grado di decidere in tempi rapidi e idonei alle attuali responsabilità di governo in questa fase delicatissima. Per quanto riguarda il mio ingresso, farò le mie valutazioni a tempo debito.
E quali saranno i criteri in base ai quali deciderà?
Voglio leggere con attenzione i contributi dei delegati, che confluiranno in un documento. Il punto sono i progetti, i programmi. L’era delle leadership carismatiche è finita: Salvini è sempre più debole, e anche le altre forze politiche si reggono su una struttura.
Di Battista si è detto pronto ad accettare un ruolo, a patto che vengano rispettate determinate condizioni. Lo vorrebbe in segreteria? E che ne pensa di queste condizioni?
Parlare di condizioni secondo me non è l’approccio giusto per costruire insieme. Credo che Alessandro abbia intenzione di entrarci, altrimenti tanto rumore per cosa? Se decidesse di farlo ne sarei felice, come lo sarei per altri amici di percorso.
Di Battista ha parlato anche di persone che si genuflettono davanti ai padroni. E Crimi non ha affatto gradito.
Tutti noi ci siamo sempre battuti in questi anni contro chi, dall’alto della sua supremazia morale, ci puntava il dito contro. Sono convinto sia stato male interpretato, soprattutto se era rivolto verso chi ha tirato la carretta fino a oggi, e ha permesso ad altri di dedicarsi alla propria vita personale. Sia chiaro: nessuno si è mai genuflesso ai poteri forti e alcuni ministri hanno visto potenziata la propria tutela per aver fatto scelte coraggiose. Io difendo questa squadra che lavora notte e giorno da anni.
Davide Casaleggio ha disertato il congresso parlando di “decisioni già acquisite”.
L’aver subito ribadito la regola dei due mandati smentisce questi pregiudizi.
La regola potrete cambiarla con calma in futuro…
Se vogliamo ragionare con la malafede possiamo anche sciogliere il M5S. Io la penso diversamente. E comunque una deroga è già stata introdotta per i consiglieri comunali, e la sindaca di Roma Virginia Raggi ha potuto ricandidarsi.
Per Rousseau vuole un contratto di servizio oppure pensa a una nuova piattaforma?
Ritengo che determinate funzioni, come la certificazione delle liste, debbano passare al Movimento. La parte software invece si può regolare con un contratto.
Sul Corriere della Sera il dem Goffredo Bettini ha scritto che “il segnale di collaborazione di Forza Italia va raccolto”, aprendo a un allargamento della maggioranza.
In questo momento serve il massimo dialogo, e ognuno può portarlo avanti dalle proprie posizioni. Bettini, che stimo, ha ricordato che l’appello di Berlusconi arriva da una forza di opposizione. E anche il capo di FI ha precisato questo.
Il M5S è contrario a un ingresso di FI nel governo?
Non mi risultano richieste di questo tipo.
Avete varato un emendamento per proteggere Mediaset dalla scalata di Vivendi. È uno scambio con Berlusconi, no?
Nessuno scambio. C’è stata un’azione molto chiara da parte del ministero dello Sviluppo economico per tutelare un’azienda italiana, come abbiamo sempre fatto.
Avete nominato come nuovo commissario della Sanità calabrese Eugenio Gaudio, che verrà affiancato come consulente da Gino Strada. Ma non era meglio puntare solo su Strada? Tra l’altro Gaudio è ancora indagato.
Tra la nostra scelta ideale e quella realmente possibile c’erano di mezzo tre ministeri e una Regione. Ora bisogna ripartire e lavorare, ripartendo dalla soluzione proposta dal Mef e dal ministero della Salute.
I governatori non approvano le fasce territoriali per la pandemia.
Abbiamo elaborato questo sistema perché la salute va tutelata nella maniera massima, ma c’è anche un sistema economico da proteggere. Nelle aree dove i contagi sono più bassi bisogna evitare di chiudere.
I poteri delle Regioni vanno rivisti?
Sì, bisogna rimettere mano all’impianto. Questa pandemia ha evidenziato troppi problemi decisionali.