Capitol Hill La deputata trumpiana Marjorie Taylor Green confonde la Gestapo col gazpacho
La prossima volta che vi lamentate di un Ciampolillo qualsiasi, ricordate che nel Parlamento degli Stati Uniti c’è una deputata che fraintende il nazismo con una zuppa al pomodoro e confonde la “Gestapo” con il “gazpacho”. Si tratta – chi l’avrebbe mai detto? – di una repubblicana di fede trumpiana, imbevuta di teorie qanoniste, che risponde al nome di Marjorie Taylor Green. “Nel video, in cui la repubblicana appare con le bandiere americane come sfondo, Greene, protestando per dei controlli di sicurezza nell’ufficio di un collega repubblicano, accusa la leader democratica (Nancy Pelosi) di usare la Capitol Police come la sua ‘polizia gazpacho per spiare i membri del Congresso’”, scrive Adnkronos. La boiata atomica dell’onorevole è diventata virale, ovviamente, ma lei il giorno dopo ha provato a sdrammatizzare, scherzandoci su: “Niente zuppa per chi spia illegalmente i membri del Congresso, ma verranno gettati nel goulash”. Grasse risate.
Florida Un gatto che si era perso viene restituito alla sua famiglia dopo sei anni. È stato trovato a 2mila km da casa
Certi gatti fanno giri immensi e poi ritornano. Ashes, il felino di una famiglia del Maine (Usa) è tornato a casa dopo sei anni e un peregrinare di oltre 2mila chilometri, secondo il Guardian. “Denise Cilley, di Chesterville, ha detto di essere rimasta scioccata nel ricevere un messaggio vocale la scorsa settimana in cui le veniva annunciato che il suo gatto, Ashes, era stato localizzato in Florida. Ashes era scomparso nel 2015 durante una festa per il decimo compleanno di sua figlia”. La famiglia di Ashes, nel frattempo, si era comprensibilmente rifatta una vita: “L’hanno cercato per un po’ e hanno purtroppo concluso che probabilmente era stato vittima di un predatore”, ha detto Janet Williams, l’amica di famiglia che aveva preso la custodia temporanea del gatto in Florida. Lo studio di un veterinario ha confermato l’identità del felino, grazie al microchip impiantato quando era cucciolo. Come sia arrivato in Florida rimane un mistero.
Inghilterra Un turista perde la dentiera in Spagna durante una sbronza, 11 anni dopo gliela restituiscono a Manchester
Non solo i gatti possono tornare a casa dopo tanto tempo. Un inglese si è ricongiunto con la dentiera che aveva smarrito addirittura 11 anni prima. Una storia struggente che ha conquistato il sito della Bbc: “Un turista che aveva perso la dentiera mentre vomitava in un cestino durante una serata alcolica a Benidorm è rimasto sbalordito quando i suoi denti finti gli si sono ripresentati davanti dopo 11 anni”. Carramba che sorpresa. “Paul Bishop, 63 anni, ha raccontato di essersi sentito male dopo aver bevuto sidro durante una serata fuori nel resort spagnolo nel 2011. Dopo che la dentiera di Paul è stata trovata in una discarica, le autorità spagnole hanno utilizzato i dati del dna e l’hanno rintracciato nella sua casa di Stalybridge, Greater Manchester”. Commovente l’impegno della burocrazia iberica per restituire denti ormai marci, immaginiamo, a un ubriacone britannico. Che si è detto “meravigliato” dall’intera vicenda. Non è noto se abbia deciso di riusarli, vivremo col dubbio.
Crotone È un (falso) cieco ma fa a botte benissimo: partecipa ad una rissa e si fa sequestrare i beni frodati
Spopolano come un genere letterario i racconti di falsi ciechi che si fanno beccare, dopo anni di pensioni d’invalidità incassate, per imperdonabili leggerezze. Il protagonista di questa notizia forse voleva concludere la sua truffa in maniera epica: si è fatto scoprire facendo a botte vicino a un ospedale. Lo scrive l’Ansa: “Partecipa ad una rissa avvenuta nei pressi del Pronto soccorso di Crotone benché percettore di pensione di invalidità per cecità totale e per questo è stato denunciato per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e gli sono stati sequestrati beni per circa 60 mila euro, l’ammontare delle somme illecitamente percepite”. Per quella zuffa, a metà 2020, il prode si era beccato una denuncia. La guardia di finanza, incuriosita dalla circostanza di un cieco che mena benissimo, ha richiesto approfondimenti investigativi. Intanto dopo la rissa il nostro eroe aveva comunicato all’Inps di avere (miracolosamente?) riacquisito la vista. Non gli hanno creduto.
Roma Un uomo tiene il cadavere della compagna 90enne sul divano di casa per tre mesi, avvolto come una mummia
Storie dell’orrore a metà strada tra Roma e l’antico Egitto. Un pensionato 64enne ha tenuto la salma della compagna defunta per tre mesi dopo il decesso. Per conservare il corpo in decomposizione l’ha avvolto in bende di cotone come se fosse una mummia. “Non volevo separarmi da lei, è qui da ottobre. L’amavo troppo e non sapevo dove metterla” ha detto l’uomo ai carabinieri – riporta Repubblica – “sbalorditi davanti al cadavere della sua compagna disteso su un divano della camera da letto: una novantenne francese, Denise Lussagnet”. A quanto pare non c’era alcun movente economico dietro questa bizzarra imbalsamazione domestica: l’uomo non aveva continuato a riscuotere la pensione dell’anziana compagna. Imbalsamazione, peraltro, tecnicamente ineccepibile: il corpo dopo mesi non dava cattivi odori, così nel palazzo nessuno si era accorto di nulla. E nessuno se ne sarebbe accorto chissà ancora per quanto, se i carabinieri non fossero entrati in casa per notificare un atto all’anziana signora.
Russia La guardia giurata del museo, al primo giorno di lavoro, disegna gli occhi su un dipinto che non li aveva
Capita di scarabocchiare qualcosa sovrappensiero, in ufficio, ma questo inserviente russo non vincerà il premio di impiegato dell’anno. Anche perché l’ha fatto in un museo e sopra una delle tele esposte. “Al primo giorno di lavoro, annoiato, ha pensato bene di disegnare gli occhi a un dipinto che non li aveva, facendo qualche migliaio di euro di danni e soprattutto rischiando ora una multa se non il carcere”, racconta Repubblica. Il quadro in questione è “Le tre figure” di Anna Leporskaya, in mostra al Boris Eltsin Presidential Center di Ekaterinburg. La mitica guardia ha disegnato gli occhi” a due su tre delle fanciulle ritratte nel quadro usando una penna a sfera”. L’uomo era stato assunto da una società di sicurezza privata ed è stato inopinatamente licenziato. “Ora il quadro è stato mandato agli esperti per il restauro, che hanno stimato il costo del lavoro in 250mila rubli (4.600 sterline). Il sospettato rischia una multa e fino a tre mesi di carcere”.
Francia Yannick Noah ha venduto una racchetta patacca spacciandola per quella con cui vinse il Rolland Garros nell’83
Anche i grandi campioni possono essere veri pataccari. Yannick Noah, leggenda francese del tennis degli anni 80, andrà a processo per truffa: è accusato di aver venduto all’asta una racchetta qualsiasi, spacciandola per quella con cui vinse il Rolland Garros nel 1983. “Il caso – scrive Calcio e Finanza – è stato sollevato da un suo fan, che la acquistò nel lontano 1986 in un’asta di beneficienza al prezzo di 12 mila franchi, oggi circa 3.277 euro. Nel 2017, desideroso di rivenderla all’asta per coprire le spese mediche di sua moglie, si è visto rispondere da un esperto della Maison Drouot che ‘non vale niente o davvero poco’ in quanto non è stata quella utilizzata da Noah durante la finale né durante tutta la durata dell’edizione 1983 di Roland Garros”. Gli avvocati dell’ex campione non negano, ma si appellano alla prescrizione. Intanto Noah è andato a vivere in Camerun, a Etoudi, dov’era nato suo padre. È diventato capo villaggio e della racchetta pare interessargli davvero poco.