Vaccini in ritardo nelle Asl e negli studi medici, introvabili nelle farmacie. È un flop, in gran parte del Paese, la campagna antinfluenzale 2020. In molte regioni il farmaco contro l’influenza tradizionale tarda ad arrivare. Peggio di tutti la Lombardia, che fin qui ha fornito ai propri medici di famiglia soltanto 50 vaccini ciascuno. Situazione critica anche in Piemonte, mentre in Molise bisognerà chiedere aiuto alle regioni limitrofe. Tipo la Campania, che ha già i suoi guai.
Si difende meglio il Lazio, che da lunedì completerà gli approvvigionamenti e ha riservato una quota maggiore (4% circa) alle farmacie. La gran parte dei vaccini è destinata alla “popolazione a rischio”, generalmente over 65 – ma quest’anno anche over 60 – bambini sotto i 6 anni, soggetti con patologie e personale sanitario: possono averlo gratis, attraverso il medico di base o il presidio Asl di riferimento. Una piccola percentuale – di solito il 7-10% – è riservata alla “popolazione attiva”, soggetti “non a rischio” che possono acquistare il vaccino in farmacia. Quest’estate il ministro della Salute, Roberto Speranza, aveva chiesto alle regioni di riservare alle farmacie il 5%, quota scesa all’1,5% in conferenza Stato-Regioni.
Ma al momento, a parte Lazio (4%), Emilia-Romagna (3%) e Toscana, nessuna regione è stata in grado di ottemperare: “Bisogna riformare il Titolo V della Costituzione – tuona il presidente di Federfarma, Marco Cossolo – la competenza regionale in materia sanitaria deve poter avere delle eccezioni”. Ecco la situazione in alcune regioni.
Piemonte. I cittadini over 60 o con patologie, segnalati dai medici di base hanno diritto al vaccino gratis. Non esiste possibilità per altri di comprarlo in farmacia o di farlo in centri della sanità privata. Le dosi non basterebbero per tutti. Nelle farmacie non sono mai arrivate. E da una settimana anche molti medici di base segnalano di essere in attesa di nuove dosi. Alcuni anziani sono (per ora) rimasti senza. L’assessore alla Sanità Luigi Icardi sostiene che “non esiste un problema vaccini”. La Regione comunica di avere ordinato 1,1 milioni di dosi, il 54% in più rispetto allo scorso anno. Il Vaxigrip Tetra (inattivato tetravalente) è stato acquistato da Sanofi il 30 giugno a 5,66 euro a dose (più Iva del 10%). Finora ne sono arrivate 610 mila. Le altre arriveranno a tranche settimanali. Alle farmacie saranno destinati, se mai ci saranno, gli “avanzi” dei medici di base.
Lombardia.Qui non solo le farmacie non hanno dosi da vendere a chi non ha diritto a vaccinarsi gratuitamente, ma anche le “categorie a rischio” devono penare. Ogni medico a oggi ha avuto 50 dosi, destinate però solo agli over 65 cronici. È stato necessario scegliere i pazienti “messi peggio”, gli altri attendono. Perché le scorte non bastano: 2,45 milioni di dosi comprate con 12 gare (molte delle quali annullate o bloccate da Aifa) a fronte di 3,5 milioni di over 60, bambini 0-6 anni, donne incinte: insomma manca quasi un milione di vaccini.
E così è partita la guerra tra poveri: da settimane il sistema di prenotazione online e telefonico delle Ats è in tilt. I fortunati che prendono la linea si sentono fissare appuntamenti per fine novembre, spesso in ambulatori di un’altra provincia. I ricchi e i disperati, invece, spendono 60 euro e il vaccino se lo fanno fare dai privati. Oppure vanno a comprarselo in Svizzera.
Veneto. La campagna di vaccinazioni è iniziata il 12 ottobre, da parte di Ulss, medici di famiglia e pediatri. La Regione ha ordinato 1.320.000 dosi (800 mila lo scorso anno), con una spesa di 8.304.000 euro. L’assessore Manuela Lanzarin ha dichiarato: “Il primo lotto è arrivato a ottobre, il secondo dovrebbe essere arrivato ai primi di novembre, il terzo è atteso a inizio dicembre”.
Il vaccino è gratis dopo i 60 anni. Si è cominciato con gli over 65, ma non tutti sono stati avvertiti. A seguire, donne in gravidanza e bambini, poi i 60-64enni.
Nell’ordine di priorità, ai primi posti ci sono operatori sanitari, ospiti di Rsa e soggetti affetti da patologie croniche. I medici di base hanno esaurito i vaccini e sono in attesa dei nuovi arrivi. Sul mercato privato le farmacie sprovviste riceveranno 20 dosi ciascuna a dicembre. Non conoscono ancora i prezzi: lo scorso anno costava circa 10 euro, il tetravalente circa 20.
Emilia-Romagna. La Regione ha comprato 1,4 milioni di dosi ad aprile, in pieno lockdown. Il prezzo è in linea con quello fissato nel bando dell’anno scorso: 5,25 euro a dose di adiuvato e 5,77 per il tetravalente, per un totale di circa 8 milioni. Uno dei fornitori vincitori del bando non ha consegnato le dosi previste e la Regione applicherà le penali. I vaccini gratuiti sono per i più fragili: le persone più esposte per lavoro, come gli addetti dei macelli e i sanitari, o per natura, come gli immunodepressi e gli over 60. Non compresi i bambini, salvo quelli con patologie croniche. Per loro e per tutte le altre categorie scatterà la corsa dal 16 novembre: nelle farmacie verranno distribuite 36 mila dosi. Una media di una quindicina di vaccini a farmacia al costo di 22 euro. A oggi sono già stati eseguiti 640.089 vaccini dai medici di base e dai dipartimenti di sanità.
Toscana. Acquistate quest’anno 1.468.000 dosi di vaccino antinfluenzale (il doppio rispetto alle 870.000 del 2019) a 5,57 euro a dose per un totale di 8 milioni di euro. Da metà ottobre, con un mese di anticipo, è partita la campagna di vaccinazione tramite i medici di famiglia che avevano a disposizione circa 60 dosi a testa per vaccinare, su richiesta, over 65, malati cronici, personale sanitario e lavoratori più a rischio che stanno a contatto con il pubblico. E già per queste categorie i tempi sono molto lunghi: in alcune zone come Firenze e Prato le liste di attesa arrivano a inizio dicembre. Nei prossimi giorni dovrebbe iniziare anche la distribuzione “libera” in farmacia dove potrà essere acquistato da chiunque a 5 euro, ma con ricetta medica. In questo caso però le dosi arriveranno col contagocce: solo 23.142 per un totale di 19 per 1.218 farmacie.
Lazio. Quest’anno il Lazio ha raddoppiato i vaccini destinati a studi medici e Asl: 2,4 milioni di fiale contro gli 1,2 milioni degli scorsi anni. Fin qui sono stati distribuiti 1 milione di farmaci e somministrati, alla data di ieri 763.162. Gli altri 1,4 milioni di vaccini arriveranno – assicurano dall’unità di crisi – tutte entro domani e martedì e saranno distribuiti entro la settimana. La Regione aveva provato a renderlo obbligatorio per gli over 65, ma il Tar ha annullato la delibera. Resta fortemente consigliato (e gratuito) per gli over 60, i bambini sotto i 5 anni, gli operatori sanitari, le forze di polizia e gli altri soggetti a rischio. Alle farmacie sono destinate 100mila dosi, circa 20mila alla settimana: vanno prenotati, tempi di attesa 5-6 giorni. Costo 9 euro.
Campania. La Regione è riuscita ad assicurarsi 1,6 milioni di dosi di vaccino, “ma contiamo di avere altre dosi attraverso lo strumento del quinto d’obbligo aggiuntivo per i fornitori” sottolinea Ugo Trama, dell’Unità di crisi regionale anticovid. Quest’anno le farmacie non sono riuscite a provvedere in proprio, e pertanto venderanno il vaccino della Regione. Circa 20.000 dosi, 11 per 1.600 farmacie campane, di cui 810 nella sola provincia di Napoli. “Lo riceviamo a 6,13 euro e tanto chiediamo al cliente” dice Riccardo Maria Iorio, presidente di Federfarma Napoli. Quasi tutti vaccinati i 50 mila operatori sanitari e gli ospiti delle Rsa. Procede al 65% la copertura per le fasce “a rischio”. Quest’anno la campagna riguarda gli over 60 (l’anno scorso erano over 65) e la circostanza ha fatto saltare qualche calcolo. “Avrei bisogno di altri 50 vaccini – dice un medico della provincia di Napoli – dalla Regione ci dicono che nei prossimi giorni arriveranno”.
Calabria. Sono 590mila i vaccini acquistati sin qui dalla Calabria con la gara d’appalto bandita assieme alla Regione Lazio e vinta da “Sanofi Sequirus” e “Pfizer”. A questi vanno aggiunti 525 mila vaccini antipneumococco. La campagna vaccinale in Calabria non ha riscontrato grossi problemi per i soggetti “fragili”. Tra le categorie ai quali il vaccino è stato garantito ci sono gli over 60 e i bambini tra i 6 mesi e i 6 anni, ma anche persone “a rischio per motivi di salute”, il personale sanitario e le forze dell’ordine. “Abbiamo vaccinato un po’ tutti – racconta un medico di base a Reggio Calabria –. Posso ritenermi soddisfatto perché ho chiesto 400 vaccini per i miei pazienti che in questi giorni sto vaccinando. L’unico squilibrio è nelle farmacie dove il vaccino non si trova”. Il perché lo spiega Gaetano Cianci, un farmacista di Sant’Eufemia d’Aspromonte: “A ogni farmacia sono arrivati solo 12 vaccini, troppo pochi”.