Caro Gad, il tu lo uso per l’età che ho e per l’amicizia che avevamo con Mauro Rostagno. Mercoledì un tuo bel “pezzo” era affiancato alle parole di condanna delle violenze delle quali si notava la genericità, se confrontate a quelle che hai dedicato quando si è trattato di violenze, sempre condannabili, contro i centri sociali. Quello che mi turba maggiormente però è il clima diffuso che abbiamo vissuto, almeno io ripeto per ragioni di età, nel 1970-71 con i moti di Reggio Calabria e la loro fine, che hanno portato alla sconfitta di quella che allora era definita la “classe operaia” e alla vittoria della destra fascista, della malavita, della massoneria e dei servizi segreti, con le conseguenze che poi abbiamo vissuto. Il problema ora è anche quello che ci sono pochi giornali e ancor meno tv che fanno una informazione corretta e i poteri forti sono divenuti fortissimi, non parlando poi della debolezza dei partiti e delle loro divisioni che hanno qualche somiglianza con i “gruppetti” i cui leader si credevano Mao Tse Tung o Karl Marx e ora si chiamano Calenda, Renzi e alcuni dirigenti del Pd sordi alle esigenze dei cittadini quanto attenti ai propri interessi personali.
Franco Novembrini
Gentile Franco, il tuo giusto richiamo alla rivolta di Reggio Calabria di mezzo secolo fa, guidata da un capopopolo, Ciccio Franco, presto arruolato nel Msi di Giorgio Almirante, mi incoraggia a fare ancora un passo indietro nella storia d’Italia. Può succedere oggi, così come è successo tante volte nel passato, che la legittima protesta delle classi subalterne (cit. Gramsci) sfoci a destra. Fu ad esempio, cento anni or sono, la parabola del sindacalismo rivoluzionario ispiratosi alle idee di George Sorel. L’Unione sindacale guidata da personalità radicali come Alceste De Ambris e Filippo Corridoni passò rapidamente dall’insurrezionalismo al nazionalismo, all’interventismo e infine al fascismo. Non è difficile, in momenti drammatici come quello che stiamo vivendo, che gli oppressi vengano indotti a credere che i loro interessi coincidano col “sovversivismo delle classi dirigenti” (altra cit. di Gramsci), perché l’Italia tutta sarebbe una “Grande Proletaria” (cit. Giovanni Pascoli).
Ps: ho divagato con le citazioni per non arrischiarmi su a chi somiglino Renzi e Calenda.
Gad Lerner