Big Tech, sempre più big, irrobustita dal tempo libero del Covid-19 e dal lavoro da casa. L’onda lunga del mondo chiuso ha spinto oltre le previsioni anche gli utili e i ricavi del terzo trimestre: Facebook, Amazon, Apple e Google volano e le polemiche, gli articoli e gli attacchi sul loro dominio incontrastato sembrano interferire davvero poco con i loro affari e il cloud, essenziale per le attività da remoto, dà una grossa mano.
Il social network di Zuckerberg, ad esempio, vede salire i ricavi totali a 21,47 miliardi di dollari: un aumento del 22 per cento a cui corrisponde un aumento dei profitti del 29 per cento (a 7,85 miliardi di dollari). Crescono gli utenti attivi giornalieri (+12 per cento): significa che ogni giorno si collegano alla galassia Facebook 1,82 miliardi di persone. In un mese, 2,74 miliardi. E più utenti significa più pubblicità. Sale così anche il valore delle azioni che da inizio anno sono aumentate del 36 per cento. “Ci aspettiamo che il nostro tasso di crescita dei ricavi pubblicitari del quarto trimestre 2020 su base annua sia superiore al tasso riportato del terzo trimestre 2020, guidato dalla continua forte domanda degli inserzionisti durante le festività natalizie” è stato il commento.
E se si era intuito che Amazon avesse fatto buoni affari grazie al lockdown, ora sappiamo che l’utile netto è triplicato, frutto anche di un incremento del cloud: 6,3 miliardi di profitti su 96,1 miliardi di ricavi (+ 37 per cento) e la previsione, per il trimestre in corso, di un utile operativo tra 1 e 4,5 miliardi. L’utile per azione si è attestato a 12,37 dollari, al di sopra dei 7,4 dollari previsti dagli analisti. Anche lo smart working ha arricchito la già ricca azienda: il fatturato prodotto dei servizi di cloud è aumentato del 29 per cento. Un esito incerto, invece, quello di Apple che nonostante i ricavi sopra le attese ha visto il valore calare in Borsa di quasi il 5 per cento. Il trimestre si è chiuso con ricavi per 64,69 miliardi di dollari e un utile netto di 12,67 miliardi, ma le entrate dagli iPhone, che in pratica sono la metà di tutto il fatturato, sono passate dai 33,4 miliardi del 2019 a 26,4 miliardi di oggi. Come abbiamo raccontato più volte, cresce però il ramo “diversificazione” dell’azienda: i ricavi dei servizi, da Apple TV ad iCloud, sono passati da 12,5 a 14,5 miliardi. Ma, evidentemente, il risultato non è bastato a soddisfare i mercati.
Come per Facebook, è la pubblicità a far volare gli utili di Alphabet, la società madre di Google, che ha annunciato un utile per azione di 16,4 dollari su ricavi da 46,17 miliardi. Tantissimo se si considera che gli analisti si aspettavano 11,42 dollari e il risultato è superiore anche ai 10,12 dollari di un anno fa. È aumentata la spesa degli inserzionisti sia su Google search, il motore di ricerca, sia su YouTube, ha detto Ruth Porat, chief financial officer di Alphabet e Google.
Nel primo caso, le entrate sono aumentata del 6,5% a 26,34 miliardi su base annua, mentre gli annunci di YouTube sono aumentati del 32,4 per cento per 5,04 miliardi. Più di tutto, però, hanno fatto le entrate del cloud che sono aumentate del 44,5 per cento a 3,44 miliardi di dollari su base annua. Non per niente, la Google Suite è uno degli strumenti più utilizzati nel mondo per il lavoro da remoto e anche per le attività scolastiche.