E per la serie “È lei l’idiota no sono quello di fronte”, la posta della settimana.
Caro Daniele, cosa succede dopo la morte? (Roberta Palladino, Campobasso)
Chiederselo è inevitabile, nel periodo di Ognissanti, ed è più che legittimo, dato che da questa biglia celeste non si esce vivi; in più, le curiosità sul Grande Forse, a volerle coltivare, possono dare spunti formidabili per la creazione di cartoni animati deliziosi (“Coco”, con cui la Pixar vinse due Oscar nel 2018). La Chiesa, ovviamente, condanna lo spiritismo, dato che è un concorrente commerciale: se c’è un aldilà senza Dio, il controllo delle anime sulla Terra, con tutte le sue prebende, va a puttane. Crederci non è obbligatorio; comunque, a oggi, quello che si sa dalle fonti non ciarlatane (due, nel secolo scorso, in parti del mondo fra loro agli antipodi) è piuttosto consolante. Una volta contattati, i morti (i “disincarnati”) dicono tutti che:
– nell’aldilà hanno forma umana;
– hanno ignorato, per un tempo anche lungo, di essere morti;
– hanno ricordato, nella crisi pre-agonica o poco dopo, tutti gli avvenimenti della loro vita (“visione panoramica”, epilogo della morte);
– sono passati attraverso una fase più o meno lunga di sonno riparatore;
– si sono ritrovati in un ambiente spirituale radioso e meraviglioso (i defunti moralmente sereni), o in un ambiente tenebroso e opprimente (i defunti moralmente corrotti);
– sono stati accolti nell’aldilà dagli spiriti dei loro famigliari e dei loro amici defunti;
– l’aldilà è un nuovo mondo sostanziale, reale, analogo a quello terrestre: nell’aldilà il pensiero è una forza creatrice, con cui ogni defunto può riprodurre intorno a sé l’ambiente dei suoi ricordi (come accadeva in Solaris, il capolavoro di Tarkovskij);
– nell’aldilà si comunica con la trasmissione del pensiero, sebbene i neo-defunti credano di parlare tramite la parola;
– possono trasferirsi all’istante da un luogo all’altro, anche lontano, con un atto di volontà; ma si può passeggiare, e pure sollevati dal suolo;
– si gravita verso la sfera spirituale adatta a sé grazie a una legge di affinità;
– ci si continua a occupare delle cose di cui ci si interessava in vita;
– da morti non si è più intelligenti di prima;
– non tutti i morti sono staccati dalla Terra: molti continuano a frequentare i luoghi che furono loro cari, per un periodo più o meno lungo, persistendo nell’illusione di essere ancora vivi, come in preda a un sogno bizzarro, a un incubo opprimente;
– dopo il trapasso, non si ha la sensazione di essere morti. A proposito: voi siete sicuri di essere ancora vivi? Sì? Con quella faccia? Dolcetto o scherzetto? Bù!
Non so se credere al mio ragazzo. Dice che ha preso la mononucleosi baciando una tazza del cesso in Marocco. È possibile? (Annalisa Orengo, Bordighera)
Tutto è possibile. Io una volta ho preso la scabbia facendo petting con un bidet in Croazia.
Cercate anche voi una guida spirituale? Scrivetemi! (lettere@ilfattoquotidiano.it)