I cittadini comuni non fanno certo festini
Ma diciamola tutta. A chi disturba la semplice “raccomandazione” del governo di non tenere festini in casa con più di sei persone? Solo ai ricchi con ville sfarzose dove è possibile fare ricevimenti affollati dai quali può partire il contagio di centinaia di persone all’esterno. Non certo a chi lavora tutto il giorno e la sera torna in una casa dove a malapena si può dormire in tre o quattro e che ha ben altro per la testa che improbabili “festini” numerosi. Addirittura abbiamo sentito urlare, senza vergogna, della solita destra a trazione leghista alla violazione delle “libertà costituzionali” (sic!) e all’arrivo della dittatura “comunista” (?!). Invece non è sicuramente “violazione della liberta” lo stillicidio di telefonate pubblicitarie che imperversano quotidianamente sui nostri apparecchi nei pochi momenti in cui chi lavora può vedersi con i propri familiari a casa.
Carlo de Lisio
La riforma Quota 100 è giusta: non va abolita
Difficile sostenere che sfruttare anche gli anziani, magari malati, facendoli lavorare oltre il limite di 40 anni di attività possa garantire, un domani, le pensioni dei più giovani. È evidente che, se non vengono liberati con i pensionamenti i posti di lavoro, difficilmente questi si renderebbero disponibili per i giovani medesimi. Non si comprende quindi l’accanimento da parte di politici e conduttori televisivi contro “quota 100” che semmai andrebbe migliorata con minori penalità. Se poi si continuerà a consentire che la maggior parte delle persone venga assunta “a partita Iva”, difficilmente vi saranno fondi sufficienti per pagare le pensioni negli anni a venire. Le risorse destinate alle pensioni non devono venir dirottate su vie improprie che nulla hanno a che vedere con le legittime aspettative delle future generazioni. Il rischio è quello di aggiungere al danno del logorio lavorativo prolungato oltre ogni ragionevole limite di età pure la beffa dei giovani che comunque resterebbero lo stesso senza pensione.
Albarosa Raimondi
Dopo la Regione, Rossi diventa assessore a Signa
Scendere dalle stelle alle stalle è un vecchio adagio ma sempre attuale ed efficace in molti fattispecie. Infatti pur se in misura assai modesta, questo adagio ritengo applicabile anche ad Enrico Rossi che dal prestigioso incarico di governatore della Toscana, ha ottenuto la nomina ad assessore di un piccolo comune della piana fiorentina. Ma anche curiosa questa nomina sotto un altro profilo al pensiero esistente tra il collegamento della medesima e il ruolo che ancora svolge nel Comitato Europeo delle Regioni, ruolo che non potrebbe mantenere se non avesse un incarico da pubblico amministratore.
Nicodemo Settembrini
È necessario intervenire per i contratti dei rider
Tralasciando, per amore di patria, i deliri del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, evidentemente nostalgico delle contrattazioni sindacali dei primi anni della Rivoluzione industriale, sarebbe ora che ci si occupi seriamente, a livello sia sindacale, che governativo, di mettere finalmente un po’ d’ordine nei rapporti di lavoro nei settori dei cosiddetti “new jobs” tipo i rider che consegnano il cibo a domicilio, e i corrieri che recapitano i pacchi di Amazon (e simili). Sono categorie essenziali, come ha dimostrato il lockdown, eppure non hanno praticamente nessun tipo di garanzia e previdenza, sono lasciate sole davanti all’arroganza e all’ingordigia del padronato che li sfrutta senza ritegno pagandoli una miseria e rubandogli addirittura le mance. Se viviamo ancora in un Paese civile, questa vergogna deve finire al più presto.
Mauro Chiostri
Legge sui partiti: ha ragione Provenzano
Leggo il secondo intervento di Morello e Paganini relativamente ai nove punti da loro proposti, dopo la vittoria del Sì, al fine di rendere effettiva la partecipazione attiva dei cittadini. Aggiungerei quello indicato nell’intervista al bravissimo ministro Giuseppe Provenzano: “Tra i correttivi di cui non si parla c’è la legge sull’attuazione dell’articolo 49 della Costituzione sul ruolo dei partiti” . L’attuazione del suddetto articolo farà si che i partiti non saranno più libere associazioni private che concorrono a determinare la politica nazionale, ma saranno soggetti di diritto pubblico sottoposti ai controlli di legge. Sono un convinto cittadino che, il primo atto indispensabile ad un vero cambiamento sistemico della nostra società, sia proprio attuare questo articolo per combattere la partitocrazia.
Giuseppe Moncarda
Vi ringrazio per aver “riabilitato” Luttazzi
Volevo ringraziarvi pubblicamente per aver ridato spazio a Daniele Luttazzi. Potrei abbonarmi al Fatto solo per questo. Lo trovo un fatto molto simbolico, dopo l’editto bulgaro del Caimano che lo esiliò insieme a Biagi e Santoro, e dopo la campagna di fango nei suoi confronti per aver rubacchiato, reinterpretandole, alcune battute di comici stranieri, come fanno tutti. Bravi.
Luca Salvi