Per rispondere alla crisi innescata dalla pandemia, l’editoria accelera la ristrutturazione. Il gruppo Gedi che raggruppa Repubblica, Stampa e testate locali, controllato dalla Exor della famiglia Agnelli-Elkann, ha messo in vendita il Tirreno di Livorno e le Gazzette di Ferrara, Modena e Reggio Emilia. In corsa ci sarebbero Alberto Leonardis, che nel 2016 acquistò da Gedi Il Centro di Pescara, e il romano Portobello Group. Alla notizia, i giornalisti dei quattro quotidiani sono scesi in sciopero. L’operazione consentirebbe a Gedi di far cassa e di ridurre la propria quota di mercato per poter muovere su una preda più ambiziosa: Il Sole 24 Ore.
Il Sole non è in vendita, replica Confindustria. Ma i ben informati aggiungono “per ora”. I conti del quotidiano economico al 30 giugno si sono chiusi con una perdita di 7 milioni su ricavi in calo del 12,5% su base annua, con il patrimonio netto diminuito di 5,2 milioni a quota 31,4. Il gruppo ritiene verificato il presupposto della continuità aziendale e che “il nuovo piano 2020-23 post-Covid prevede ricavi consolidati in crescita” con un “progressivo miglioramento dei margini operativi” grazie al taglio dei costi, mentre il decreto Liquidità di aprile disapplica fino a fine anno le norme sulla riduzione obbligatoria del capitale sociale. Ma molti temono che la crisi del Covid debba ancora dispiegare appieno i suoi effetti: se le perdite a fine anno supereranno i 31 milioni, Il Sole nel 2021 sarà costretto a un nuovo aumento di capitale.
A quel punto Confindustria, azionista con il 61,5%, dovrà intervenire. Difficile però trovare tutte le risorse, dopo i 50 milioni versati a novembre 2017 nell’aumento per ripianare le perdite emerse al termine della gestione precedente. Nonostante la contrarietà della Giunta di viale dell’Astronomia, si aprirebbero così spazi a un nuovo azionista, inizialmente di minoranza, che potrebbe divenire partner industriale e pubblicitario. Due mesi fa il presidente degli industriali Carlo Bonomi ha incontrato Urbano Cairo, editore del Corriere. Un mese fa è stata invece la volta di John Elkann, presidente di Gedi. Ma alla partita del Sole è interessata anche una cordata di imprenditori che ha chiesto allo studio Borghesi di Milano di valutare il dossier. Voce in capitolo sul futuro del Sole ce l’ha anche Intesa Sanpaolo, che guida il pool di banche finanziatrici del quotidiano e che, dopo averne sostenuto la scalata a Rcs, ora è molto fredda verso Cairo.
A cercare una via d’uscita dalla crisi sono però tutti gli editori: a luglio sono state vendute solo 2,07 milioni di copie, -17% su base annua. Rcs ha avuto contatti con Google per l’iniziativa News Showcase sui pagamenti dei contenuti gestiti online dal motore di ricerca. Trovare nuovi ricavi non è facile, ma occorre voltare pagina.