Il Senato non chiude. Lo giura la presidente, Maria Elisabetta Alberti Casellati, che ha convocato per questa mattina una riunione dei capigruppo per dare un segnale: la macchina non si ferma dopo che due senatori, Francesco Mollame e Marco Croatti sono risultati positivi al coronavirus. “Non ho nessuna intenzione di chiudere. Non l’ho fatto neppure nel periodo più acuto della pandemia e sarebbe assurdo che succedesse adesso”, ha detto Casellati, rassicurando che già oggi “tutto dovrebbe tornare alla normalità”.
Intanto ieri sono state sospese in via precauzionale le attività a Palazzo dove in settimana non erano comunque previsti lavori in aula, ma solo commissioni e Giunte, tutte sconvocate per effettuare gli accertamenti imposti dai protocolli di sicurezza: ossia per la sanificazione dei locali che avviene comunque dopo ogni seduta, ma soprattutto per consentire ai membri del gruppo 5 Stelle di sottoporsi al tampone naso-faringeo. In fila anche alcuni senatori degli altri partiti che si erano prenotati in precedenza per sottoporsi al test. La preoccupazione è forte perché se è vero che Mollame, come ha chiarito in una nota il collegio dei questori di Palazzo Madama, “non frequenta i locali del Senato a far data dal 10 settembre”, risulta aver partecipato a una manifestazione in Sicilia con un’altra senatrice del M5S della commissione Finanze. Per questo motivo la commissione in questione si era riunita martedì, ma senza i componenti 5Stelle tra i quali era subito scattato il tam tam. E la fila per il prelievo al laboratorio di analisi allestito al piano terra di Palazzo Cenci che fa parte del compendio di Palazzo Madama. Ieri però ad aspettare il loro turno per il tampone sono stati molti di più dopo la notizia dei due senatori positivi al Covid-19.
Sempre la stessa senatrice, che in diverse occasioni era stata richiamata all’ordine sull’uso della mascherina, ha infatti partecipato al summit post elettorale dei pentastellati convocato giovedì scorso nella Biblioteca del Senato in piazza della Minerva. Vi ha partecipato anche Marco Croatti, che via Fb ha tenuto a precisare di essere in quarantena a casa da lunedì, ma anche di aver frequentato il Senato fino al 24 rispettando tutte le norme di sicurezza. “Giovedì ho preso parte all’assemblea dei senatori del Movimento 5 Stelle, munito di mascherina e nel rispetto del distanziamento sociale nei confronti dei presenti”.
Mollame è invece in quarantena da martedì e ieri ha confermato: “Sono in assoluto isolamento in Sicilia e appena ho avuto l’esito del tampone, ho avvertito il mio gruppo seguendo le procedure. Ho i classici sintomi, dalla febbre a 39 a difficoltà nel respirare e parlare”. Quindi ha precisato di non aver partecipato “neanche in videocollegamento” all’ultima assemblea dei 5stelle, perché “avevo già la febbre”. Su Facebook si è poi rivolto a chi gli è stato vicino in questo momento: “Mai stato così male; questo virus è proprio una gran brutta bestia“.
Ora mentre gli altri senatori aspettano i risultati del test o si preparano a farlo, il rischio del blocco delle attività parlamentari ha innescato diverse polemiche. Su chi ha scaricato l’app Immuni e chi no: Mollame ha confessato all’AdnKronos di non averlo fatto per ragioni tecniche, Croatti invece ha fatto i compiti a casa. Ma soprattutto ha ripreso vita la discussione sulla possibilità di organizzare le sedute a distanza. “Avevo depositato una proposta di modifica del regolamento per il voto online” rivendica la senatrice Elena Botto dei 5 Stelle. Rincara la dose il suo collega della Camera Giuseppe Brescia: “Mi dispiace per i colleghi ai quali auguro pronta guarigione. Ma trovo inaccettabile che la democrazia debba fermarsi. L’avevo detto che il voto da remoto poteva tornare utile”. Tra i 5S si trova però anche qualcuno disponibile a sdrammatizzare il momento: “È la vendetta di Casaleggio”.