Le Regionali hanno lasciato macerie, e lo ammette anche lui. Anche se tiene a precisarlo: “Ho detto subito che il M5S ha perso le elezioni, ma non penso che questa sia la peggiore sconfitta della storia del Movimento, su questo non sono d’accordo con Alessandro Di Battista. Di Amministrative ne abbiamo perse tante”. Ma per il presidente della Camera, Roberto Fico, il punto è un altro: ridare una fisionomia e un’anima al Movimento, portarlo su un “percorso chiaro”, come ripete più volte.
Il M5S è in crisi d’identità, lo ha riconosciuto anche lei. Diciamolo: vi siete accomodati nei Palazzi, vi siete normalizzati. O no?
Il discorso è più complesso. Noi abbiamo creato qualcosa di diverso, e ce n’era bisogno, lo dimostrano le cose che abbiamo realizzato. Ma è chiaro che quando siamo nati eravamo contro il potere, e ora al potere ci siamo noi. Dobbiamo risolvere questa contraddizione. La crisi era inevitabile con la nostra entrata al governo.
Ora che si fa? Ieri nell’assemblea congiunta, il reggente Vito Crimi ha proposto varie opzioni ai parlamentari per arrivare agli Stati Generali, al Congresso. Lei quale sceglierà nella consultazione interna?
Io sono per una via di mezzo tra la terza, che prevede assemblee sui territori e la creazione di un comitato organizzativo entro il 15 ottobre, e la seconda, che prevede la creazione di una segreteria collegiale.
Tradotto in pratica?
Penso che nella fase che porterà agli Stati generali, da qui a medio termine, vada nominata una governance.
Ha detto di essere disposto a entrare nella segreteria.
Ho detto che non ho preclusioni a farlo. Sono disposto a dare un contributo in un momento di difficoltà, come faccio da quando sono nel M5S.
Come la vorrebbe? Con un coordinatore e deleghe precise, e con quanti membri?
Sarà fondamentale garantire la massima partecipazione alle scelte e la più ampia collegialità nelle proposte. La struttura dovrà essere da stimolo nell’applicazione del programma.
Come si può gestire il M5S senza una figura apicale?
L’epoca del capo politico così come l’abbiamo conosciuta è tramontata. Ora sarebbe meglio eleggere un portavoce nazionale e una struttura collegiale, che rappresenti tutte le anime, dagli attivisti ai consiglieri comunali e regionali fino ai parlamentari. E sulle decisioni importanti vanno consultati gli iscritti, online.
Ecco, la piattaforma web Rousseau. Per molti eletti Casaleggio è un nemico, e la piattaforma va gestita dal M5S o trasformata in un fornitore esterno.
Nel M5S non devono esistere nemici. Rousseau rappresenta un modello nuovo e moderno. Se ne deve discutere nel percorso degli Stati Generali.
Va gestita dai 5Stelle?
Tutto ciò che attiene al M5S deve essere all’interno del Movimento.
Un tema decisivo è quello delle alleanze: Luigi Di Maio vorrebbe un tavolo con il Pd per le Comunali del 2021, Di Battista invece vuole un M5S autonomo. Poi c’è lei, che è stato molto importante per la formazione di questo governo…
Dobbiamo leggere il momento in cui ci troviamo. Con l’avvento di Matteo Salvini la polarizzazione è cresciuta, ma l’elettorato è molto mobile. In Campania, la mia regione, nel 2018 hanno votato quasi tutti per noi 5Stelle. Poi è cresciuta la Lega e ora nelle Regionali ha stravinto De Luca.
In Puglia e Toscana buona parte del vostro elettorato ha scelto il voto utile, a sinistra.
Guardi, hanno scelto dei candidati. E viva la democrazia.
In un quadro bipolare non potete che andare con i dem, o no?
Lo decideranno gli Stati Generali. Ma nell’attesa possiamo fare accordi col Pd ove sia possibile, sempre sui temi.
Il rischio è che il Pd vi svuoti, non crede?
Lo svuotamento lo abbiamo visto quando governavamo con la Lega. E si evita dicendo chiaramente cosa si vuole fare e da che parte si sta. Bisogna ripartire dai programmi e affermare i nostri principi. Perché non si fanno la legge sull’acqua pubblica, quella sul conflitto di interessi e la riforma della Rai? Bisogna insistere con gli alleati di governo, facendo emergere eventuali contrarietà. E poi cercare un punto di caduta.
Il Sì al taglio dei parlamentari è passato. Ma ora bisognerebbe fare una serie di riforme.
La priorità è la riforma del regolamento, visto che si passerà a 4oo deputati. Sto per convocare la giunta sul regolamento.
Il nodo è la legge elettorale: lei le vorrebbe le preferenze?
Sono assolutamente una priorità. Il cittadino deve poter scrivere sulla scheda il nome di chi vuole eleggere.
L’accordo di base è su un testo proporzionale.
Con un Parlamento che passerà a 600 membri è un’impostazione equilibrata.