Buongiorno, lo scorso weekend sono stato in Versilia, dove le enormi spiagge sono totalmente appaltate ai privati, con eccezione di piccole aree di pochi metri. Ricordo che le spiagge sono beni demaniali pubblici, che restano fruibili da tutti liberamente e il servizio è dato dai Comuni in concessione ai privati, che però non ne diventano proprietari, ma devono consentire l’ingresso e la libera circolazione, anche oltre i 5 metri dalla battigia, come si legge in alcune assurde e sterili sentenze italiane. Quella degli stabilimenti privati è un’anomalia tutta nostra, che non si rinviene, salvo eccezioni, nel resto del mondo. Tutta la normativa è oggi di diretta derivazione comunitaria, eppure lo Stato italiano – del tutto illegittimamente – continua a emanare norme di favore, stabilendo proroghe per i concessionari e canoni irrisori, violando i principi comunitari. Come mai questa problematica viene ignorata dai mezzi di informazione e come mai cittadini e turisti non possano godere liberamente di beni che uno Stato di diritto dovrebbe assicurare loro?
Felice Iacobellis
Gentile Felice, siamo tra i pochi giornali ad aver sempre denunciato che l’Italia è l’unico Paese europeo che non pone un limite alle spiagge in concessione, che ormai hanno raggiunto il 50% del totale. I dati di alcune Regioni risultano impressionanti: in Liguria ed Emilia-Romagna quasi il 70% delle spiagge è occupato da stabilimenti balneari, in Campania il 67,7%, nelle Marche il 61,8%. E, addirittura, in Versilia solo il 10% degli arenili è libero e gratuito. Il problema è che questa anomalia, come la chiama lei, ruota intorno alla mancata attuazione della direttiva Bolkestein, che dal 2006 prevede la possibilità anche per gli operatori europei di partecipare ai bandi per l’assegnazione delle concessioni. Peccato che negli ultimi 14 anni nessun governo sia riuscito a farla entrare in vigore o abbia tentato di riordinare la qualità dell’offerta delle spiagge in concessione. Anzi, come abbiamo raccontato questa estate, nonostante anche la Ragioneria dello Stato abbia sollevato una “fortissima perplessità”, nel dl Rilancio è stata inserita la proroga delle concessioni al 2033. Insomma, restano i soliti enormi introiti per i gestori, spese sempre più alte per i clienti che noleggiano lettini e ombrelloni, e briciole per lo Stato.
Patrizia De Rubertis