Gentile redazione, poiché ho stimato i vostri interventi sul ddl Zan, volevo portare alla vostra attenzione un caso di cronaca avvenuto nel Cagliaritano, più precisamente nella spiaggia del Poetto. Una coppia di due ragazzi gay è stata insultata e minacciata (per essersi scambiata un bacio) da una famiglia vicina a loro sulla spiaggia. Ma dalle ricostruzioni sembra che stavolta non abbia vinto la logica del branco. Quando i due giovani sono stati aggrediti, le persone attorno si sono mostrate tutt’altro che indifferenti. Anzi, hanno difeso la coppia, intimando gli aggressori ad andarsene e chiamando le forze dell’ordine. Non so se i tempi stanno cambiando, però mi pare un’inversione di tendenza.
Claudio Manca
Gentile Claudio, notizie come queste di certo arridono a un’inversione di tendenza (come dice lei) del pensiero dominante. Certo, non possiamo non rammemorare i casi di indifferenza che spesso accompagnano colpevolmente le aggressioni omotransfobiche (citiamo, a titolo d’esempio il quindicenne di Piacenza che nel luglio scorso, non un decennio addietro, il branco ha accerchiato e lasciato a terra nel disinteresse generale). D’altro canto, però, occorre leggere la questione che lei pone da un punto di vista socio-culturale, che poi è l’aspetto più interessante del ddl Zan dato che quella che gli viene chiesta è un’impresa tantalica: in Italia, da sempre, il dibattito culturale prima che politico in merito è stato falsato e sessualizzato, creando falsi miti come la promiscuità o la perversione che hanno illuminato il popolo Lgbtq con la luce della colpa (concetto per altro religioso, in uno Stato che, lo ricordiamo, è laico). Occorre, dunque, ridefinire un territorio di parole per recuperare dall’omosessualità “l’omoaffettività” in modo da restituire dignità a tutte le forme dell’amore e stigmatizzare, quello sì, l’odio verso le minoranze. Da dove provenga quest’odio atavico per il diverso, poi, sarebbe interessante provare a raccontarlo, e certo deve riguardare la promessa che il Diciannovesimo secolo (il secolo delle macchine) ha fatto all’uomo, che cioè sarebbe diventato invincibile, e che invece il 900 ha poi mandato in frantumi. Forse, quando l’uomo farà pace con la sua vulnerabilità (e il sogno dell’invincibilità), smetterà di odiare l’altro e scambiarlo sempre per un nemico.
Angelo Molica Franco