Come può una delle discoteche più grandi d’Italia, capace di ospitare oltre 5mila persone ogni sera, aver un fatturato annuale di 1,6 milioni di euro? Sono questi i numeri dell’ultimo bilancio di Villapapeete (da non confondere con il Papeete Beach, lo stabilimento balneare reso famoso dai mojito di Matteo Salvini). Villapapeete è il locale notturno di Milano Marittima controllato dall’eurodeputato leghista Massimo Casanova, tra i politici che hanno criticato più duramente il governo dopo la chiusura forzata delle discoteche causa Covid. “Gente che non sa cosa significhi fare impresa, che non ha mai fatto niente nella vita”, ha detto Casanova riferendosi ai membri dell’esecutivo. Dichiarazioni talmente dure da portare alcuni giornali ad annunciare che Villapapeete resterà chiusa fino a fine estate. In realtà, il locale questa sera sarà aperto. Non come discoteca, spiega al telefono la centralista, ma per una “cena-spettacolo con musica, dj, vocalist e performers che gireranno tra i tavoli”. In teoria non si potrà ballare, anche se il locale resterà aperto fino alle 3.30 di mattina. Merito dell’estro imprenditoriale di Casanova, che piuttosto di perdere una serata della stagione ha deciso di riadattare la mega discoteca a ristorante. Senza la possibilità di ballare – e dunque di fare entrare la solita quantità di persone – sarà difficile eguagliare gli introiti abituali. Ma è proprio questo il punto più interessante. Quanto incassa Mister Papeete con la sua discoteca in una serata normale?
Abbiamo fatto un po’ di conti in tasca all’eurodeputato, notando che i numeri ufficiali non rendono giustizia alla fama del suo locale. Il fatturato nel 2019 è stato, come detto, di 1,6 milioni di euro. L’anno scorso sono state organizzate 14 serate, da inizio giugno e fino all’ultimo weekend di agosto. La matematica dice che in media per ogni serata Casanova ha incassato 114mila euro. Pochino, per un locale che può ospitare oltre 5mila persone, e dove le serate estive fanno spesso registrare il tutto esaurito. Anche perché quello di Casanova non è propriamente un posto a buon mercato. Il sito Travel365 l’ha messo addirittura in cima alla classifica delle discoteche più rinomate della Romagna: “Il club più esclusivo, elegante e suggestivo della zona con il suo ambiente chic, i suoi aperitivi a bordo piscina con musica di sottofondo italiana e revival, le prelibate cene”. Possibile che per trascorrere una serata in una delle discoteche più chic della Romagna si spendano solo 22 euro? Perché questo, calcolatrice alla mano, è il prezzo medio fatturato da Villapapeete per ognuno dei suoi 5mila clienti. Cifre da pub di provincia in un normale sabato sera, che stridono se messe a confronto con il listino prezzi di Casanova. Il semplice ingresso, compreso di prima consumazione, costa infatti dai 15 ai 30 euro, a seconda che il cliente sia uomo o donna, che abbia prenotato o che si sia presentato alla cassa a notte inoltrata. Insomma, stando ai numeri del bilancio ufficiale il fatturato dipenderebbe interamente dai biglietti d’ingresso. Come per ogni discoteca, però, il grosso degli introiti di solito arriva dai servizi extra. Una semplice cena nel “club più esclusivo” della Riviera – menù fisso e un bicchere di vino – costa 50 euro. Se invece si opta per una tavolo nel privè la cifra sale a 120 euro. Non male, se si pensa che i coperti sono circa 400. Poi ci sono le consumazioni aggiuntive, che valgono mediamente 12 euro l’una. E le bottiglie di champagne, che in tempi normali il leghista offre alla modica cifra di 500 euro l’una. Con questo listino prezzi, come si spiega il fatturato dell’impresa?
Contattato da il fatto, ieri pomeriggio Casanova ci ha assicurato che ci avrebbe fatto rispondere dall’ufficio stampa. Dopo due ore e mezza d’attesa, l’ufficio stampa ci ha fatto sapere di non essere riuscito a contattare la persona preposta a rispondere. Chi era? Casanova stesso. Il bilancio di Villapapeete rivela altri numeri curiosi che l’eurodeputato ci avrebbe potuto spiegare. A fronte di 1,6 milioni di ricavi, la discoteca ha registrato profitti netti per soli 73mila euro. Non è questione di tasse, visto che l’azienda ha pagato solo 24mila euro all’Agenzia delle Entrate. Di certo Casanova era presente all’approvazione dell’ultimo bilancio. Era il 15 giugno 2020 e i possibili effetti del covid sulla stagione estiva erano già chiari a tutti. Per questo la società ha scritto nero su bianco di voler valutare se “usufruire degli strumenti straordinari messi in campo dal governo” per contenere i danni dell’emergenza sanitaria sull’andamento dell’azienda. Un paradosso, per un arcinemico del governo come lui. Alla fine Casanova ha scelto di andare a bussare alla porta di Conte per farsi aiutare? Anche su questo, purtroppo, Mister Papeete non ha avuto tempo di rispondere.