Troppe regole, cambiano in continuazione e stargli dietro è davvero difficile: sarebbe meglio avere meno informazioni ma chiare”: Fabio sta accompagnando la figlia a scuola quando lo fermiamo all’ingresso di un istituto comprensivo nella periferia di Roma. Ha interrotto la dad. “Ma ancora non sono sicuro che debba rientrare: purtroppo la comunicazione nel weekend non è stata un granché”, spiega ridendo. Come avevano annunciato i presidi, il profluvio di circolari piovute last minute da venerdì a domenica non ha favorito l’organizzazione, che si è svolta per lo più con un tam tam di messaggi Whatsapp tra mamme e papà e auspici tra i ragazzi. “La classe di mia figlia era in dad da lunedì scorso e nessuno sapeva cosa fare – spiega invece Silvia –. Nel giro di 12 ore sono arrivate ben quattro circolari sul registro elettronico, un centinaio di messaggi nella chat di classe e il risultato è che nessuno sa ancora se i ragazzi che non hanno fatto il booster possono rientrare (con o senza tampone, con o senza certificato medico e così via”.
Al rientro tra i banchi di 600mila studenti, dunque, ciò che più è pesato è stata l’improvvisazione, con problemi con le mascherine Ffp2 che i ragazzi dovranno ora indossare in caso di positivi in classe. “Ci dicono che non sono disponibili. Dovranno continuare a farsene carico le famiglie come già avviene dal 10 gennaio – ha detto ieri la presidente per il Lazio dell’Associazione nazionale presidi, Cristina Costarelli, sulla base delle segnalazioni ricevute dai colleghi –. Le Ffp2 fornite alle scuole dalla struttura commissariale per docenti e personale a contatto con alunni che non le indossano, sono difettose e insufficienti. Quelle che le scuole dovrebbero comprare da farmacie convenzionate per gli studenti in auto-sorveglianza non si trovano”. Si tratta delle stesse mascherine che, come denunciato qualche giorno fa da Dirigentiscuola, potrebbero essere acquistate sulla piattaforma di rifornimento dei dirigenti (Mepa) a 20 centesimi per uno stock di 6mila anziché a 75 centesimi a prezzo calmierato in farmacia.“I ragazzi portano da casa le loro mascherine Ffp2 da quando sono aumentati i contagi – spiega Alfonso che insegna italiano in una scuola media della provincia di Roma –. Per il resto, le nuove regole semplificano molto: una intera classe avrebbe dovuto stare in Dad fino a lunedì 14 febbraio, invece oggi sono rientrati tutti”.
Anche il presidente dell’Associazione nazionale dei presidi, Antonello Giannelli, ha una visione in chiaroscuro: “Ci sono stati disagi soprattutto nelle scuole primarie, molti dei quali sono stati risolti grazie al lavoro dei dirigenti scolastici nel fine settimana – ha spiegato Giannelli –. Bisognava avvisare le famiglie delle nuove norme che riducono da dieci a cinque i giorni di quarantena, ma il nuovo provvedimento è arrivato venerdì sera, in molte scuole non si fa lezione il sabato e non stato sempre possibile avvertire le famiglie. Comunque il nuovo protocollo è molto più agevole anche da rispettare e con i giorni si tornerà alla piena normalità”. Giannelli segnala inoltre di aver ricevuto segnalazioni di mascherine Ffp2 in dotazione alle scuole ma non adatte ai bambini delle primarie. “Dovrebbero essere più piccole. Ma costano di più e sembra non siano state incluse nelle forniture del commissario straordinario. Se sarà accertata questa criticità a livello nazionale, vorrà dire che c’è un problema nella fornitura. Altrimenti sono inconvenienti che possono capitare”. Il Moige chiede invece al governo il rimborso delle mascherine.
Ci saranno anche nuove proteste degli studenti che scenderanno in piazza a Cagliari, Nuoro, Sondrio e Bergamo per manifestare contro la seconda prova della maturità e l’alternanza scuola-lavoro. Di nuovo ci sono gli endorsement di scienziati e tecnici, dall’ex coordinatore del Cts Agostino Miozzo allo stesso consigliere del ministro Speranza, Walter Ricciardi, che però sostiene che non scenderebbe in piazza con loro, passando per direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti e la virologa Maria Rita Gismondo. Resta invece il nodo delle differenti regole tra studenti vaccinati e non.