Voleva farlo e voleva dirlo, da settimane. Lo ha fatto e lo ha detto, ieri. “Un progetto ha bisogno di tempo, e adesso bisogna partire” racconta al Fatto la sindaca di Roma Virginia Raggi. Si ricandiderà, come ha annunciato ieri in videoconferenza ai consiglieri del M5S, la sua maggioranza in Campidoglio. E in un lunedì di agosto le agenzie si intasano delle reazioni degli altri partiti.
Sindaca, perché l’annuncio ora?
Ne parlavo da settimane con la mia maggioranza, con il Movimento, con il mio staff e con la mia famiglia. Bisogna partire. Non c’è tempo per accordicchi o accordi di palazzo.
Allude al Pd? Il presidente del Consiglio regionale del Lazio Leodori, vicino al segretario dem Zingaretti, aveva proposto pubblicamente al M5S un accordo su un nome terzo.
Abbiamo passato anni a ripianare i debiti e a riparare agli errori del passato. Ora tutto ciò che avanza nel bilancio viene destinato ai servizi per i romani. Io voglio dialogare con la sinistra, ma il Pd non sa più farlo. Avrei voluto vedere i dem con me quando mi sono schierata contro CasaPound.
Lei fa parte del M5S, dove vige ancora la regola dei due mandati, che le impedirebbe di ricandidarsi. Ha avuto ugualmente il via libera dei big?
Tutti coloro che ho sentito mi hanno detto che apprezzano il mio lavoro e riconoscono i miei risultati, e mi hanno esortato ad andare avanti. Nel Movimento c’è un dibattito sui due mandati, e se ne sta discutendo.
Lei intanto si è ricandidata…
Ho messo sul tavolo la mia disponibilità. Nel frattempo c’è un dibattito sulla regola, che rispetto.
Cosa le ha detto Beppe Grillo?
L’ho sentito, e credo che sia d’accordo sulla mia scelta.
Davide Casaleggio vuole estendere il mandato zero anche ai sindaci per superare i due mandati. Ne avete parlato, giusto?
È la sua idea, sì. Vuole legare i mandati all’esperienza amministrativa.
Perché i romani dovrebbero rivotarla? Se dovesse convincere adesso una persona cosa le direbbe?
Innanzitutto, le direi di votarmi per non tornare al passato fatto di corruzione e affari loschi, a quel mondo di mezzo allargato. Poi le spiegherei che bisogna completare un percorso. In cinque anni non si può cambiare Roma, ma si può invertire la rotta. E noi l’abbiamo invertita.
Secondo diversi osservatori il suo metaforico bilancio è in perdita.
In questi anni abbiamo ripristinato i bandi di gara e messo a posto i conti. Abbiamo combattuto l’illegalità e i clan, abbattendo le case dei Casamonica e cacciando gli Spada dai palazzi occupati. Abbiamo ridato a Ostia le spiagge libere, invase dalla criminalità e da costruzioni abusive. Entro il 2021 avremo sistemato 780 chilometri di strade su 800. Abbiamo approvato un piano di mobilità sostenibile. E ogni anno investiamo su Roma un miliardo.
Sarà, ma su Roma incombe sempre il dramma dei rifiuti. Negli ultimi giorni lei si è nuovamente scontrata con il governatore del Lazio Zingaretti sul piano regionale: un bel guaio. Come affronterà il tema?
Con Zingaretti abbiamo una visione diversa. In base al suo piano il ciclo dei rifiuti dovrebbe essere smaltito tutto dentro Roma, ma così dovremmo dotarci di non so quante discariche. Sul tema dell’Ama (la municipalizzata dei rifiuti, ndr) devo confrontarmi anche con la Regione, ma risolverò anche questo problema, come ho fatto con Atac (la municipalizza dei Trasporti, ndr).
Il dem Filippo Sensi commenta così la sua ricandidatura: “Ma quindi gli autobus a fuoco oggi a Roma erano gli effetti speciali per l’annuncio della lieta novella?”.
Gli autobus che vanno a fuoco hanno tutti più di 15 anni. Quelli del Pd ci dicano dove negli anni scorsi hanno messo i soldi che servivano per rimpiazzarli, piuttosto. In due anni noi abbiamo messo sulle strade 500 nuovi mezzi.
Giorgia Meloni: “Oggi va in frantumi anche la regola dei due mandati del M5S, che da movimento dei cittadini diventa il partito dei nuovi politicanti”.
La politicante è Meloni, che sta in politica da anni. Di lei non si ricorda un provvedimento: viene spesata per le urla.
L’antifascismo è un valore ancora attuale per lei?
Lo è, nel momento in cui alcuni parlano alla pancia ed evocano paure sempre contro qualcuno e qualcosa. Anche se siamo in un’epoca totalmente diversa.
Lei ha spesso chiesto più poteri e risorse per Roma. A che punto è il dialogo con il governo?
Deve per forza proseguire, anche se in Parlamento c’è chi fa resistenza, magari ricordando Roma ladrona. Ma Roma ladrona non c’è più: da quattro anni i bilanci sono in regola e in attivo. Noi dobbiamo essere trattati come ogni altra capitale. Basti ricordare che ogni manifestazione pubblica in città, per fare un esempio, viene pagata con la fiscalità dei romani. E comunque che servano soldi oggi lo ha detto anche l’ex sindaco Francesco Rutelli, che non è un mio amico.
In quell’intervista al Messaggero Rutelli non è tenero con lei. Tra l’altro sostiene che un sindaco a Roma dovrebbe essere affiancato da almeno 100 persone.
Lo diceva anche nel 2016 quando sosteneva come candidato sindaco Alfio Marchini, che ha collezionato assenze in Comune.
Il M5S a Roma è un magma spesso impazzito. Diversi municipi sono caduti, alcuni consiglieri sono usciti. Quanto peserà sulla sua ricandidatura?
Ho parlato con presidenti e consiglieri, e mi hanno manifestato il loro sostegno.
Nel suo primo mandato la costruzione della giunta fu un calvario. Ora per l’eventuale squadra del futuro che idee ha?
Sicuramente sarà aperta alla società civile, in misura maggiore rispetto al passato. Le persone hanno imparato a conoscerci, e noi abbiamo sviluppato gli anticorpi per scegliere bene.