Convivono per forza, e non hanno imparato a piacersi. Così i giallorosa lo rifanno. Dopo una serie di rinvii, ieri sera il Consiglio dei ministri approva il decreto Agosto da 25 miliardi, ma con la formula del liberi tutti, “salvo intese”. E l’aggettivo con cui provano a edulcorare tutto, “tecniche”, non cancella l’immagine della fatica della maggioranza. Ma al presidente del Consiglio Giuseppe Conte va bene anche così. “Continuiamo a sostenere cittadini e imprese con uno sforzo che sale a 100 miliardi, e infatti a giugno c’è stata la ripresa dei consumi” rivendica il premier qualche attimo dopo le 22. E un filo di abbronzatura cela la stanchezza. “L’intervento per il Sud è di portata storica, serve per far crescere tutto il Paese” celebra il pugliese Conte.
Per molti è il cuore del dl Agosto, che ormai ha preso forma. Ma serviranno accordi tecnici per chiuderlo definitivamente, nero su bianco. “Però i nodi politici sono stati sciolti” respira un ministro dei Cinque Stelle. Vero. Ma comunque lo si voglia leggere i giallorosa vivono rinviando, fino all’ultimo momento utile. Così dopo il nulla di fatto di giovedì, ieri il Cdm slitta ancora. E dalle 13 precipita alle 19 passate, perché c’è ancora molto da litigare.
Non a caso la bozza del decreto si dilata a 109 articoli. Mentre già in mattinata agenzie e voci dalla maggioranza evocano l’approvazione del decreto salvo intese, l’espediente a norma di legge già adoperato da questa maggioranza. Lo specchio delle distanze rimaste, con i 5Stelle che insistono per il bonus consumi (voluto dal viceministro al Mise Stefano Buffagni ma anche dalla sottosegretaria dem Alessia Morani), mentre i renziani e il ministro competente, il capodelegazione del Pd Dario Franceschini, chiedono altri soldi per il settore del turismo. E ovviamente si discute, forte, di cassa integrazione. Numeri e norme cambiano, come gli umori. Abbastanza per spingere la capodelegazione di Italia Viva, Teresa Bellanova, a lasciare la clinica dove era ricoverata per accertamenti e correre a Palazzo Chigi a difendere il suo bonus Filiera Italia per i ristoranti, 900 milioni a fondo perduto che prima del Cdm vengono tagliati a 400. “Una grande combattente” celebra da fuori Matteo Renzi, che come suo costume punge gli alleati: “Forse non se ne sono accorti, ma nel decreto hanno messo una norma del Jobs act, quella sulla decontribuzione, per cui ci hanno insultato per anni”. Renzi se la ride, ma la viceministra all’Economia, la grillina Laura Castelli più tardi rivendicherà ugualmente “la decontribuzione al 100 per cento per le imprese che fanno rientrare al lavoro i propri dipendenti, per chi assume nuove unità e per gli stagionali del turismo”.
Nel frattempo però è sparito il bonus consumi caro al M5S. Mentre si fanno concreti gli incentivi ai pagamenti cashless, cioè con carta elettronica, molto cari al presidente del Consiglio. “Insistiamo su quello” spiega il premier in giornata ai grillini che lo compulsano. E in conferenza stampa spiega: “Il cashback (la restituzione di parte dei soldi a chi paga con carta elettronica, ndr) parte dal 1° dicembre, con bonus fino a 2mila euro e così combatteremo l’evasione”.
Ma lì fuori c’è ancora il coronavirus. “Stiamo facendo bene, meglio di altri Paesi” tiene a ricordare Conte. Però i contagi mordono, e allora ecco un nuovo Dpcm: “Niente nuove restrizioni, ma con il nuovo testo proroghiamo fino al 7 settembre le misure precauzionali minime, come le mascherine e il distanziamento di un metro”. Dai ministri piovono cifre. Ma nel decreto c’è anche la riforma del Csm. Tema che richiederà altre intese, assolutamente politiche.