Quattordici offerte, alcune straniere, per i 2,4 milioni di banchi monoposto (2 milioni di tipo tradizionale e 400mila di tipo innovativo) che serviranno alle scuole a settembre. Ieri pomeriggio è scaduta la proroga di cinque giorni concessa dal Commissario straordinario, Domenico Arcuri, per aiutare le aziende a partecipare alla gara, che ha come requisito di accesso una produzione minima di 200mila pezzi. Alcune, come quelle rappresentate dall’associazione Assufficio di FederlegnoArredo, si sono consorziate o raggruppate in associazioni temporanee di imprese (Ati). Quest’ultima, però, ha fatto sapere di aver presentato una proposta con modalità e tempi diversi da quelli indicati nel bando, su cui dovrà esprimersi la commissione esaminatrice.
Per Arcuri è un buon segnale dopo settimane di previsioni di un bando “a vuoto” per colpa del poco tempo (la consegna è prevista per la riapertura delle scuole) e della capacità produttiva nazionale limitata. Il bando, però, era stato aperto anche alle società oltreconfine e l’interesse aveva raggiunto pure aziende non specializzate nell’arredo scolastico. La gara dovrà ora essere aggiudicata entro il 12 agosto.
La notizia ha momentaneamente disteso gli animi. Stamattina al ministero dell’Istruzione dovrebbe arrivare la firma con i sindacati del protocollo di sicurezza per il rientro a settembre, dopo lo slittamento di ieri per le ultime trattative. Si tratta di indicazioni basilari che dovranno poi essere integrate dal Comitato Tecnico Scientifico sulla gestione degli spazi e del personale: percorsi separati, help desk per i presidi, monitoraggio delle risorse e formazione sui dispositivi di protezione (sarà il commissario ad assicurarsi che il personale riceva gel e mascherine), turni in mense, al bar o ai distributori, finestre aperte il più possibile, sanificazione nei bagni, registrazione dettagliata di ogni visitatore e incontri solo su appuntamento, attivazione di protocolli per il supporto psicologico, referenti Covid e gestione dei casi positivi, presìdi sanitari ordinari e straordinari.
A rimanere fuori, temi fondamentali per i sindacati e i docenti, su cui poi si è trovata la quadra ovvero “la consapevolezza di trasformare l’organico aggiuntivo Covid in investimento strategico, in organico di diritto – spiega il responsabile scuola della Uil, Pino Turi –. Poi, la questione delle tutele per i lavoratori fragili (più esposti al contagio per malattie pregresse, ndr). Tema che merita una sessione speciale di confronto politico all’esito delle determinazioni del Cts”. Infine “l’impegno immediato per una contrattazione per il lavoro agile degli amministrativi e per il lavoro a distanza degli insegnanti”. La didattica a distanza, infatti, resta alternativa nei casi in cui non si riuscisse a garantire il distanziamento e richiederà una regolamentazione e una negoziazione contrattuale (finora è stata gestita da presidi e docenti).
Ieri, la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ha firmato l’ordinanza che autorizza un aumento di organico di 40mila docenti e 10mila unità di personale tecnico-amministrativo “con una priorità per la scuola dell’infanzia e la primaria”. Dei 977 milioni già stanziati, la metà sarà distribuito in base al numero degli alunni sul territorio, l’altra metà sulle richieste delle scuole. Sono docenti a tempo determinato, in scadenza a giugno o prima in caso di lockdown. Si potrà cominciare a ridurre gli alunni per classe, ha detto ieri la Azzolina. Ma potrebbero servire altri docenti, tanto che nel decreto Agosto sono previsti fondi anche per un ulteriore aumento di personale oltre che per eventuali strutture extra-scolastiche dove “traslocare” le attività didattiche se necessario.