Propongo che Luttazzi ci racconti la felicità
Ho sempre amato Luttazzi e leggendo il suo libro La guerra civile fredda ho assaporato a pieno la sua frizzante logica speculativa che ritrovo in molti articoli pubblicati sul Fatto Quotidiano. Adesso che mi offre quotidiano nutrimento per la mente, mi permetto di suggerire un argomento che mi piacerebbe vedere sviluppato, una volta concluso quello sulla comicità; la felicità e la sua, forse, illusoria ricerca. Penso che si presti benissimo a Luttazzi per spaziare con satira, cultura e comicità, pescando e facendo riferimento anche all’attuale politica e culturale italiana.
Mauro Meloncelli
“Gomblotto”, la risposta di chi è colto in flagrante
La vicenda della fornitura dei camici che vede coinvolto il governatore Fontana viene definita da Salvini “giustizia a orologeria”, un “gomblotto”. Il leader della Lega non è affatto originale perché tale frase venne utilizzata prima da Berlusconi e poi da Renzi. Comunque, l’uso, o meglio, l’abuso di tale espressione, sia a destra che a manca, ci deve indurre a ricercarne l’autentico significato attraverso l’individuazione delle reali motivazioni psicologiche. Azzardo un’ipotesi: chi viene colto col sorcio in bocca non sa più a che santo votarsi e allora per ridurre l’ansia causata dalla frustrazione subita, può reagire secondo le seguenti modalità: butta la palla in tribuna, si arrampica sugli specchi, oppure mena il can per l’aia. La “giustizia a orologeria” ha lo stesso fondamento psicologico e lo stesso significato delle metafore citate.
Maurizio Burattini
Isotta ha ragione: Napoli è diventata “un inferno”
Da napoletano ho letto con dispiacere l’articolo di Paolo Isotta su Napoli perché quello che scrive corrisponde perfettamente alla realtà attuale. Il sindaco De Magistris che aveva improntato tutta la sua campagna elettorale sulla legalità e sul rispetto delle regole ha completamente abbandonato tale visione della vita a Napoli per cedere al lassismo totale e all’anarchia. Oggi gli spazi pubblici sono occupati dai déhor di bar, ristoranti e paninoteche (credo spesso oltre i limiti delle autorizzazioni, se occupano tutto il marciapiede o in corrispondenza dei passaggi pedonali). Non è possibile che una delle più belle città del mondo sia abbandonata all’arroganza e alla sopraffazione di una minoranza (quanto poi tale?) maleducata, sporca, arraffona e anche violenta a volte (se i residenti osano protestare contro i frequentatori della movida o contro i sistematici violatori del codice stradale). E nel resto della città la situazione è simile se non peggiore. Mi auguro che, andato via l’attuale sindaco, non arrivi qualche leghista in chiave sudista a ripetere a Napoli i successi della Regione Lombardia.
Salvatore Griffo
Le navi quarantena non sono una novità
Gentile Direttore, cinque o sei anni fa avevo suggerito l’idea di usare “navi quarantena” e anche isolotti abbandonati (un tempo abitati da italiani) per regolare l’afflusso di immigrati ed evitare così i campi di concentramento libici, ma oltre a pesanti insulti ho raccolto solo il silenzio sprezzante dei nostri governanti. Oggi accolgo con gioia la notizia che saranno usate navi quarantena, ma nello stesso tempo provo amarezza nel pensare a tutte le vite che avremmo salvato e a tutti i delinquenti che avremmo bloccato prima che venissero a compiere crimini in Italia. Spero che vengano usate navi di tutte le nazionalità in modo che molti Paesi si dividano il compito di regolare questa immigrazione epocale.
Angelo Casamassima Annovi
Per liberare Zaki occorre fare un passo indietro
Gentile Direttore, il presidente della Camera dei deputati Fico ha proposto un cambio di strategia per quanto riguarda il caso Regeni. La mia proposta, per il caso Regeni e quello di Zaki, è di non comportarsi come una nazione (senza colpe) che si considera superiore all’Egitto ma di ammettere di aver fatto errori anche noi. Inoltre dovremmo fare un dono al popolo egiziano per dimostrare la nostra amicizia. Il dono, senza condizioni, potrebbe essere materiale sanitario anticovid necessario per proteggere lo staff medico egiziano in questo momento molto difficile e pericoloso. In più, il governo italiano potrebbe negoziare un accordo con quello egiziano in cui l’Italia chiederà scusa all’Egitto, per certi reperti egiziani nel Museo Egizio di Torino di dubbia provenienza, (visto che sono stati ottenuti durante le depredazioni napoleoniche), che saranno poi restituiti al popolo egiziano, ma a condizione che il governo egiziano chieda scusa per la morte di Regeni (con chiarimenti sulle responsabilità) e che Zaki venga finalmente liberato. Se questo non dovesse funzionare, dovremmo disinvestire in Egitto vendendo gli asset Eni egiziani a terzi e investendo i proventi della vendita in energie rinnovabili in Italia.
Claudio Trevisan
Solidali col Fatto contro la disonestà intellettuale
Siete l’ultima trincea contro la coltivazione dell’ignoranza e contro la disonestà intellettuale. Vi esorto a combattere con tutte le vostre forze per difendere voi stessi, i vostri lettori e tutti i cittadini onesti.
Stefano Giannini