Il “Fatto” mi tiene compagnia in ospedale
Carissimo Fatto, da un letto dell’ospedale, ricoverata per grave malanno, continuo a leggervi e ora anche con ammirazione e gioia. Eh sì, perché nel 2009 e seguenti, le vostre pagine costellate di errori mi davano proprio un gran fastidio (da maestra elementare vecchio stile quale sono). Ora, invece, tutto scorre quasi perfetto e, con la formale esteriore precisione, arrivano pensieri, concetti, proposte buone con cui, di solito, sono molto d’accordo. Il tutto pervaso da una sottile vena umoristica che aiuta a sopravvivere. Bravi, insistete su questa strada.
Laura Collet
Complimenti al vostro ritrattista per Zaia
Compro il vostro giornale da oltre dieci anni! Quanti numeri sono? Complimenti a voi e al vostro grande artista per i ritratti che vi fa, ultimo quello di Luca Zaia. Grazie di esistere, e saluti cari a Marco Travaglio.
Graziella Iaccarino-Idelson
Nel Paese in cui nessuno legge, tutti scrivono
Gentilissimo direttore, com’è possibile che, in un Paese in cui nessuno legge, in tanti, dal salumiere al grande manager, sentano l’esigenza di scrivere un libro? E, soprattutto, che questa esigenza possa realizzarsi, insomma il libro venga pubblicato a fronte, a mio parere, di pochi o punti lettori interessati? Non sarà che, come per i giornali, c’è una forma di finanziamento pubblico? Cordialissimi saluti a tutti: siete i migliori.
Omar Longagnani
Trump è un vero leader o un irresponsabile?
Caro direttore, giorni fa, Donald Trump per criticare aspramente l’oppositore democratico Joe Biden, che aveva aderito inginocchiandosi alle proteste per la barbara uccisione di Floyd, s’espresse così con tono sprezzante: “I leader guidano, i codardi s’inginocchiano”. Ma può essere considerato un leader un malaccorto politico che ha gestito con superficialità, con arroganza e con ignoranza la pandemia Covid-19? Può essere considerato una guida uno sprovveduto repubblicano che si fa beffare da gruppi di teenager e ventenni progressisti? Il comizio di Trump tanto atteso di Tulsa s’è trasformato in un flop clamoroso. “Abbiamo ricevuto un milione di richieste online”, recitava, trionfale, alla vigilia, la campagna di Trump. I giovani contrari alle idee xenofobe, omofobe, razziste del presidente si sono prenotati in massa, per poi disertare l’evento. Alla fine, erano presenti solo 6.000 sostenitori. Ma davvero un esponente che capitola al cospetto d’una trappola ben congegnata da ragazzini è un leader?
Marcello Buttazzo
Magistratura, ormai il velo è caduto
Il magistrato Palamara ha alzato il coperchio su una pentola che bolliva da sempre. Non lo notava solo chi non voleva vedere, preferendo immaginare la magistratura e la sua Associazione come contropotere con le “mani pulite”. Si tratta invece di una “Ultracasta” come descritto nel libro del giornalista Stefano Livadiotti (Bompiani, 2009): “Uno stato nello stato – scrive – governato da fazioni che si spartiscono le poltrone… un formidabile apparato di potere che è riuscito a blindare la cittadella della giustizia, conquistando per i propri associati un carnevale di privilegi”. Paiono parole dirompenti, difficili da pronunciare, e invece era tutto chiaro ai magistrati più probi, che pur esistevano ma venivano tacitati o messi in minoranza. Parliamo di Giovanni Falcone che fino dal lontano 1988 così si espresse: “Le correnti dell’Anm si sono trasformate in macchine elettorali… nei fatti il dibattito ideologico è scaduto a livelli intollerabili”. Parole dimenticate negli anni e nei decenni successivi, con la magistratura militante in prima linea a fare giustizia politica sommaria degli altri, con la grancassa mediatica e populista al seguito. Doveva cominciare da se stessa.
Nicola Zoller
Covid-19: i meme fanno ridere. La scienza no
Li sbircio anche sui cellulari dei miei parenti e, a volte, fanno ridere: le freddure e i “meme” al tempo del Coronavirus. C’è la storia di quello che si rifiuta di stringere la mano al collega… e finisce con “trapezista morto”. Il blog Spinoza è crudelmente sapido: “Niente baci né abbracci e stop alle manifestazioni sportive. Praticamente la vita dopo il matrimonio”. C’è chi punzecchia Macron e chi si diverte con le parodie di prodotti famosi. Non c’è nulla di male, in fondo anche ai tempi della peste di Firenze un gruppo di ragazzi sfollati, per passare il tempo e mantenere il buonumore nonostante l’isolamento, prese a raccontarsi storielle (era il Decameron). Sorridiamo, sì, ma, per favore, quando ci informiamo rivolgiamoci solo alle fonti scientifiche. Troppe “bufale” stanno ancora girando: e sono pericolose quanto il virus.
Pino Ezio Beccaria
Nole ha dimostrato che il virus c’è ancora
Dobbiamo ringraziare Novak Djokovic (detto “NoVAX DjokOVID”) per aver provato che il virus è sempre molto contagioso. Ammiro e stimo Novak come campione (e vegetariano) ma purtroppo, per quanto riguarda virus e vaccini, credeva di sapere ma non sapeva di non sapere (Socrate?). Un caro saluto.
Claudio Trevisan