Un’inchiesta archiviata per suicidio e riaperta 18 anni dopo grazie alla commissione parlamentare d’inchiesta che in seimila pagine di documenti e 45 audizioni aveva ricostruito i fatti della sera del 13 agosto 1999. Ieri, 21 anni dopo, la Procura di Pisa ha chiuso le indagini per la morte di Emanuele Scieri, l’ex parà di 26 anni caduto dalla torre di asciugatura della caserma “Gamerra” di Pisa. I pm toscani hanno consegnato l’avviso di conclusione delle indagini a cinque militari allora in servizio: ci sono i tre caporali accusati di omicidio volontario – Alessandro Panella, Luigi Zabara e Andrea Antico – ma anche l’ex comandante della Folgore, Enrico Celentano, accusato di false dichiarazioni al pm. La novità è il coinvolgimento di un quinto militare: Salvatore Romondia, oggi 73enne ufficiale in congedo, accusato di favoreggiamento per una telefonata a Panella dopo il ritrovamento del cadavere di Scieri. Secondo i pm di Pisa, la chiamata sarebbe servita a preconfezionare una tesi difensiva: “Abbiamo elementi che dimostrano che il livello di conoscenza dell’episodio fu abbastanza immediato anche da parte della struttura di comando e comportò una serie di reazioni e di organizzazioni di cose che furono messe in atto”, ha detto ieri il procuratore di Pisa, Alessandro Crini.
Gli investigatori hanno ricostruito cosa sarebbe successo quella sera: i tre caporali avrebbero incontrato Scieri mentre stava per fare una telefonata con il cellulare e, dopo averlo scoperto, lo avrebbero obbligato a “svestirsi parzialmente”, a fare “numerose flessioni sulle braccia” prima di colpirlo con pugni sulla schiena e schiacciandogli le dita delle mani con gli anfibi. Il giovane parà avrebbe tentato la fuga sulla scala della torre di asciugatura ma, una volta raggiunto, Panella avrebbe continuato a “percuoterlo” prima di sferrargli un violento “colpo al dorso del piede sinistro” facendolo precipitare da un’altezza di cinque metri. Secondo gli investigatori, Scieri sarebbe stato abbandonato agonizzante ed è morto poco dopo. Alla base dell’accusa la lunga perizia svolta dalla professoressa Cristina Cattaneo dell’Università di Milano sui resti riesumati di Scieri: nuove lesioni sul corpo dell’ex parà spiegherebbero le dinamiche della sua morte tra cui una ferita al piede compatibile con un corpo contundente e le lesioni alle mani che secondo i pm sarebbero legati “ai pestoni subiti mentre Scieri aveva tentato di arrampicarsi sulla torretta”. Anche la Procura militare ha chiuso le indagini nei confronti dei tre caporali fissando l’udienza preliminare al 17 luglio. “Il clima è cambiato – ha detto ieri la mamma di Scieri, Isabella Guarino – a mio figlio dico che finalmente si sta facendo giustizia”.