Il presidente, Pasquale Tridico, ha promesso nei giorni scorsi che entro oggi l’Inps avrebbe pagato tutta la cassa integrazione a chi ne ha diritto. Per sapere se ha mantenuto la parola ci vorrà qualche giorno, intanto possiamo fare un punto su come sta andando con gli aiuti decisi dal governo durante l’emergenza Covid-19.
Cig. La promesso di Tridico è difficile da mantenere e il motivo è nei numeri. Senza perderci nei dettagli tecnici (che pure contano), la platea teorica della cassa integrazione sia ordinaria che in deroga che via assegno Fis è pari a 8,4 milioni di lavoratori: al 4 giugno (dati Inps) una qualche forma di denaro è arrivata a 7,5 milioni di persone, ma per 4,3 milioni si tratta di assegni anticipati dall’azienda (la discrepanza tra platea teorica e numeri finali può essere dovuta al meccanismo di erogazione della Cig, che inizia con una sorta di prenotazione che va poi confermata).
600 euro. È il bonus destinato inizialmente agli autonomi e poi a molte altre categorie. Inps ha sostenuto a fine maggio di aver già pagato 3,9 milioni di domande su circa 4,8 milioni arrivate all’istituto per la rata di marzo (le 840mila domande mancanti sono in gran parte respinte, ma non si sa cosa ne è stato delle altre, che comunque sono decine, se non centinaia di migliaia). Il bonus è stato poi confermato automaticamente per aprile (ma a maggio inoltrato) ed era previsto salire a 1.000 euro il mese scorso ma solo per 1,1 milioni di autonomi al massimo (i 3 milioni del commercio o dell’artigianato finiscono in un altro capitolo).
Rem. È il reddito d’emergenza per chi non era coperto da nessun altro sussidio: si va dai 400 euro per le persone sole fino a un massimo di 800 euro (dipende dai familiari a carico). Contenuto nel “dl Rilancio” sta arrivando a emergenza finita: la platea stimata dal governo è di 870mila nuclei familiari (2 milioni di persone) interessati. A ieri mattina le domande arrivate erano “solo” 270mila ed erano andati in pagamento i primi 67mila assegni.
Bonus badanti.A maggio è stato istituito un bonus da 500 euro per due mesi (aprile e maggio) per i lavoratori domestici con contratti di lavoro superiori alle 10 ore settimanali, ma non conviventi. Le richieste sono state 160mila finora, ma sono aperte da neanche due settimane: i pagamenti sono stati pochi.
Bonus baby sitter. Nella fase del lockdown sono stati erogati 270mila congedi parentali straordinari (su una platea stimata in 1,7 milioni) e circa 160mila bonus da 600 euro: sono state da poco riaperte le domande per la nuova tranche da 1.200 euro massimo che riguarda sia le baby sitter che i centri estivi per l’infanzia.
Prestiti alle Pmi.Le domande arrivate al Fondo di garanzia a fine maggio – ha spiegato ieri Banca d’Italia in Parlamento – sono circa 800mila per un controvalore di 50 miliardi di euro. Di queste domande la stragrande maggioranza, 724mila, sono per prestiti sotto i 25mila euro (quelli garantiti al 100% dallo Stato e che dovrebbero essere concessi velocemente): in realtà, dice Bankitalia che ha anche mandato una lettera agli istituti più lenti, la percentuale delle domande evase è al 61% (ma, piccola consolazione, era attorno al 30 ad aprile). Piccolo problema: secondo il Sole 24 Ore a questo ritmo, il Fondo di garanzia avrà finito i soldi stanziati entro la fine di giugno.
Aiuti a fondo perduto. Riguardano sempre le Pmi e riguardano il ristoro diretto del 20% delle perdite di fatturato che le spese per le bollette e gli affitti: niente è ancora arrivato, però, visto che le domande si aprono la settimana prossima.
Grandi imprese. I prestiti garantiti all’80% da Sace per le imprese sopra 1,5 miliardi di fatturato sono in via di lavorazione: in tutto si parla di 250 società per un importo di oltre 18 miliardi di euro (serve, però, anche il via libera del ministero dell’Economia). Sotto quella soglia, sempre Sace fornisce la “garanzia Italia”, partita da pochi giorni: a martedì erano arrivate 61 richieste per 540 milioni di prestiti.