“Da che depende?”: la cantavano tutti nell’estate del 2000, un tormentone “illuminato” di Pau Donés – leader degli Jarabe De Palo – con un testo rielaborato da Lorenzo Jovanotti, con il quale l’artista spagnolo aveva stretto una bella amicizia artistica e personale subito dopo il successo internazionale de La Flaca. Favore restituito subito l’anno dopo per l’album Pasaporte di Cherubini, pensato per il mercato latino, contenente El Ombligo Del Mundo e Un Rayo De Sol En La Mano adattate in spagnolo da Pau.
L’amore di Donés per il nostro Paese è stato confermato negli anni con altre canzoni composte insieme ad artisti italiani, dai Nomadi passando per i Modà, Francesco Renga, Noemi, Fabrizio Moro, Niccolò Fabi ed Ermal Meta. La notizia della sua morte a soli cinquantatré anni ha spiazzato pubblico e addetti ai lavori, nonostante si sapesse dal 2015 della convivenza con un cancro al colon. La scomparsa è stata comunicata dalla famiglia: “Vogliamo ringraziare l’equipe medica e tutto il personale dell’Ospedale De La Vall d’Hebron, Sant Joan Despì Moisès Broggi e l’Istituto Catalano di Oncologia per il loro lavoro”.
L’artista negli ultimi tempi era apparso sui social deperito ma combattivo, documentando coraggiosamente la sua malattia (“ci penso massimo cinque minuti al giorno”) e progettando un ritorno sulle scene. “Sono sconvolto dalla notizia” commenta Saturnino al Fatto, “l’ultima volta l’ho incontrato a Miami, venne a trovarci durante il Tour ed è un momento che ricordo con affetto. Pau da buon latino aveva la gioia nel cuore, la voleva condividere sempre. E ha scritto canzoni sensazionali, delle hit mondiali. Con Lorenzo si scriveva spesso, persino qualche giorno fa. La sua scomparsa fa male, colpisce soprattutto per la sua età”.
Per festeggiare i suoi cinquant’anni e i venti di carriera dei Jarabe De Palo aveva recentemente pubblicato l’autobiografia e il doppio album 50 Palos, con i suoi successi arrangiati con piano, archi e voce (attualmente al primo posto della classifica italiana di iTunes). Tra i brani anche Fumo, con una nota commovente scritta da Pau, quasi un epitaffio: “Un’intera vita passata a scrivere canzoni d’amore e neanche una dedicata al mio più grande: la vita. Mi svegliai e mi mancava: per un momento, come mi era già successo in precedenza, sentii che la vita mi stava abbandonando. Presi carta e penna e scrissi una canzone. Una di quelle che scrivi impulsivamente, che ti commuove, che ti fa venire un nodo alla gola”.