Il nostro pessimo sistema elettorale
Sono fortemente convinto che il nostro sistema elettorale sia la causa della scarsa considerazione politica attribuita ai nostri governanti in virtù del fatto che dopo accese campagne elettorali sono costretti a rimangiarsi quasi tutto, perché costretti a un accordo con i peggiori rivali. I governi giallo verdi e rossi ne sono il massimo esempio. Per me alla base di tutto questo non c’è la fantomatica garanzia democratica, ma la volontà o meno di concedere il potere al popolo con un sistema maggioritario a doppio turno. Vorrei conoscere il suo punto di vista a riguardo. Siete da anni il primo Fatto di ogni giorno per me.
Biagio Stante
Caro Biagio, il doppio turno francese è un ottimo sistema elettorale; come del resto il proporzionale puro con una singola preferenza e un piccolo sbarramento. Entrambi consentono ai cittadini di scegliersi i parlamentari, diversamente dal Porcellum, dall’Italicum e dall’attuale Rosatellum, che danno ai capipartito il potere di nominarsi i “nostri” rappresentanti e poi di darci pure la colpa per averli “eletti”.
M. Trav.
Montanelli e il merito “premiato nei bordelli”
Nell’Italia delle corporazioni c’è un iscritto che viene sospeso dal proprio Ordine professionale nel: 1998 per 12 mesi; nel 2005 per 2 mesi; nel 2006 per 12 mesi. Nel 2008 l’iscritto impenitente, a fronte di un quarto procedimento disciplinare, si dimette dall’Ordine. Nel 2014 lo stesso Ordine lo riaccoglie, come farebbe il buon pastore con la pecorella smarrita. L’Ordine è quello dei giornalisti del Piemonte; l’iscritto è Massimo Giletti; la violazione riguarda il divieto di commistione tra informazione giornalistica e pubblicità. Mi torna in mente un’amara verità confessata da Indro Montanelli: “Il bordello è l’unica istituzione italiana dove la competenza è premiata e il merito riconosciuto”. Forse, anche per questo, sono stati chiusi.
Carmelo Sant’Angelo
Maturità: se tutti sono promossi, che esame è?
Ho visto che c’è molta preoccupazione perché potrebbero mancare i presidenti per le commissioni degli esami di maturità. Io non mi preoccuperei più di tanto in quanto questi esami conducono sempre a oltre il 99 per cento di candidati promossi: questo risultato si ripeterà sicuramente anche quest’anno, dimostrando ancora una volta l’inutilità di questo esame. Se tutti vengono promossi, è evidente che la maturità non serve a nulla: sarebbe meglio se venisse eliminata e il voto deciso solo dallo scrutinio dei professori interni che ben conoscono i loro studenti.
Pietro Volpi
Conte ha guidato bene l’Italia-trattore in F1
Forse la riconoscenza non è una categoria politica, ma di certo è una virtù, che sono in molti oggi a non dimostrare nei confronti del governo e, in particolare, del premier che ci ha traghettati fuori dall’emergenza. Tutti, a cominciare dallo stesso Conte, hanno ricondotto il merito del buon esito della Fase 1 al senso civico degli italiani…
Per fortuna, il Coronavirus ci ha colpiti mentre al governo c’era Conte, che dalla Fase 2 viene massacrato per qualunque cosa, compresa la riapertura dei parrucchieri di lunedì. Di certo, il ritardo burocratico nella distribuzione dei soldi stanziati c’è stato, e ha prodotto negatività e sofferenza, ma ci vuole una bella infingardaggine a darne la colpa al premier, che si è trovato nella condizione di un pilota che debba affrontare la pista di Melbourne con un trattore…
Si è trovato a trattare con categorie spaccate al loro interno, per cui quello che andava bene ad alcuni non andava bene ad altri, dalla riapertura delle librerie in avanti. E, in più, si è trovato a fare i conti con un governo litigioso, alle prese coi continui disfattismi ricattatori di Renzi e non solo.
Questo ora, da cittadina e per riconoscenza, voglio dire a Conte: caro Presidente, lei avrà anche commesso sbagli legittimamente e costruttivamente criticabili, ma nel complesso ha fatto miracoli e il trattore è arrivato dove doveva arrivare. E sono certa che nessuno meglio di lei abbia ora capito i veri mali del Paese e possa impostare le giuste terapie per curarli. Ccioè che, insomma, abbia capito che, quando non ci sono alternative, con un cingolato si può anche affrontare Melbourne, ma per il futuro bisogna cambiare vettura, a cominciare dalle ruote motrici.
Gloria Bardi
La Repubblica si fonda sui valori della Carta
Il 2 giugno Marta Cartabia, presidente della Corte costituzionale, ci ha invitato a riflettere sul significato della parola “Repubblica”, ricordandoci che essa rappresenta un corpo unico, indivisibile e necessario. Oggi la contrapposizione tra partiti è veramente tragica, la corsa alla demagogia e allo sfruttamento delle disgrazie del popolo non conosce pudore. I valori vanno condivisi, non appartengono a nessun partito: è il senso dello Stato che deve pervadere chi è dentro la Res publica. Oggi la Costituzione può essere oggetto per un programma di partito: perché la sovranità appartiene al popolo (art. 1); perché prima dello Stato viene la libertà della persona (art. 2); perché una libertà formale non ha consistenza se la Repubblica non rimuove gli ostacoli per la realizzazione di un’eguaglianza sostanziale (art. 3); perché il lavoro è un diritto sacrosanto e deve consentire una retribuzione sufficiente e dignitosa (artt. 4 e 36).
Biagio Riccio