Pronti, via. E al primo giorno di “libertà” dal lockdown ecco la notizia di un nuovo caso di “importazione” del Covid-19 in Italia. Si tratta di una famiglia composta da 5 persone – madre, padre e tre figli minori – arrivata a Roma da Chicago dopo aver fatto scalo a Francoforte. La buona notizia è che, a quanto dichiarato dalla Regione Lazio, la Asl Roma 2 è riuscita a “intercettare e isolare” il cluster, avendo avuto i componenti del nucleo “pochissimi contatti” da quando sono tornati nella Capitale, in realtà la scorsa settimana. Massimo riserbo sui motivi del rientro “anticipato”. “La famiglia è stata molto collaborativa e responsabile – ha affermato l’assessore regionale, Alessio D’Amato –. Il percorso da Fiumicino a casa è stato effettuato con auto privata e senza contatti con altre persone”. La Regione ha “avviato immediatamente l’indagine epidemiologica, sono stati contattati dai servizi di prevenzione e sottoposti immediatamente a tampone. Al momento non ci sono particolari problematicità, ma l’allerta sugli scali aeroportuali e ferroviari di Roma resta elevata”.
Proprio il terminal 3 del Leonardo da Vinci in queste ore è osservato speciale. Ieri mattina l’aeroporto è tornato a popolarsi, fra chi era pronto a rimettersi in viaggio e le numerose persone che si sono ricongiunte ai loro cari. “Sembra di assistere alla scena finale di Love Actually”, dice una ragazza, in lacrime, mentre guarda le altre coppie rincontrarsi in attesa del suo fidanzato in arrivo da Berlino. In effetti, di fronte a settimane di lontananza, ieri le regole del distanziamento sociale sono un po’ saltate: baci, abbracci, tante lacrime e qualche momento di tensione fra chi invece vuole mantenere salde le regole di prevenzione anti-Covid. “Speriamo che tutto questo non ci costi caro – ammonisce una signora –, io sto aspettando mio figlio di ritorno da Parigi, la voglia di abbracciarlo è forte ma gli chiederò di completare la quarantena, iniziata in Francia, in un appartamento vuoto che abbiamo vicino Roma”.
Attenzione puntata in tutta Italia anche sulle stazioni ferroviarie. E in particolare su Termini, crocevia sulla direttrice Nord-Sud. Ieri mattina, dopo un viaggio di quasi 4 ore – ci sono stati ritardi di 40-50 minuti per tutto il giorno – i passeggeri provenienti da Torino, Milano e Reggio Emilia hanno dovuto affrontare anche gli sguardi diffidenti dei romani. Ieri la Capitale ha fatto registrare un solo nuovo contagio, il minimo dall’inizio dell’emergenza. “Forse la Lombardia andava tenuta chiusa per qualche altra settimana”, dice un ragazzo. Subito smentito da Massimo, cardiochirurgo che fa la spola fra Milano e Roma: “Noi ormai siamo controllatissimi – dice – proprio perché abbiamo avuto questo tipo di emergenza. I romani possono stare tranquilli”. Le “migrazioni” da una regione all’altra ci sono state in tutta Italia. Traffico discreto sulle autostrade, da segnalare le lunghe code a Messina per l’imbarco sul traghetto in direzione Reggio Calabria.