Vai a parlar male delle lungaggini della burocrazia. Al ministero della Transizione ecologica riescono a rinnovare le Autorizzazioni integrate ambientali (Aia) addirittura con cinque anni di anticipo, prolungandone la validità dal 2027 al 2034. Non a tutti, però. Secondo Bluebell Capital, il fondo attivista londinese di Giuseppe Bivona che si è fatto notare per la battaglia su Mps e da settembre 2020 ha messo in discussione le pratiche ambientali di Solvay, il ministro Roberto Cingolani avrebbe avuto un occhio di riguardo per l’impianto di Rosignano (Livorno) della multinazionale belga della chimica e della plastica, nonostante l’azienda sia sotto osservazione da parte della Commissione Ue e dell’Onu per gli sversamenti nel mar Tirreno. Dettaglio non trascurabile: solo dieci giorni prima di entrare nel governo, Cingolani da manager di Leonardo aveva chiuso un accordo con la stessa multinazionale.
Da decenni ogni anno Solvay scarica in mare sino a 250mila tonnellate di polveri di calcare, gesso, sabbia e argilla derivati dalla produzione del carbonato di sodio dell’impianto toscano. Bluebell segnala anche “le 88,7 tonnellate di metalli pesanti” tra i quali mercurio cromo e nichel “scaricati in acque marine nel periodo 2018-2020” e lo sforamento dei limiti di concentrazione di borio. Il 27 agosto 2015 Solvay Italia aveva ottenuto dal ministero dell’Ambiente l’autorizzazione integrata anti-inquinamento (Ippc), valida fino al 2027. Ma il 20 gennaio Cingolani ha rilasciato la nuova autorizzazione che proroga tutto sino al 2034. Secondo Bluebell “invece di prescrivere rimedi per i problemi evidenziati nella vecchia autorizzazione, ogni riferimento a tali questioni è stato rimosso e alcune condizioni sono state modificate”. Il 26 gennaio l’azienda ha comunicato che il “rinnovo conferma che lo stabilimento di Rosignano è assolutamente in regola per proseguire con la produzione di soda in sicurezza per i prossimi 12 anni”.
La questione, secondo Bluebell, è che Cingolani, prima di essere nominato ministro il 13 febbraio 2021, è stato Responsabile tecnologia e innovazione di Leonardo. Il 2 febbraio 2021 Leonardo e Solvay annunciavano l’avvio di un laboratorio di ricerca congiunto per i compositi termoplastici. Cingolani commentava: “La collaborazione con Solvay è un passo significativo nella ricerca sui materiali avanzati, parte dei programmi di R&D sviluppati dai Leonardo Labs”. Secondo Bluebell, il prolungamento dell’Aia sarebbe un assist a Solvay, che a febbraio 2021 ha annunciato lo scorporo della divisione carbonato di sodio entro il 2022: “La nuova autorizzazione sostiene notevolmente la vendita dell’attività, questa potrebbe essere la vera ragione della proroga di fatto dell’Aia prima della sua naturale scadenza”.
Fonti vicine alla vicenda fanno sapere che nel 2018 la direzione delle Bonifiche del ministero aveva segnalato alle aziende del settore chimico le nuove migliori pratiche tecnologiche ambientali (Bat), sottoposte ad Aia. Solvay aveva aperto un’interlocuzione con il ministero, che si è chiusa ora in tempi molto più brevi del normale, in una sorta di resa del ministero alle richieste della multinazionale. Fonti vicine all’azienda ribattono che il procedimento di rinnovo dell’Aia è sì iniziato nel 2018, ai tempi del ministro Costa che aveva nominato una nuova commissione tecnica ad hoc, perché la Ue aveva cambiato le Bat e con le nuove linee guida l’impianto non poteva più operare. Inovyn, azienda del parco industriale di Rosignano consociata con Solvay, doveva rifare l’Aia. Dopo tre anni di lavori, la Commissione ha concesso la nuova Aia per l’intero parco. Dunque Cingolani avrebbe solo firmato un decreto preparato da altri e non avrebbe avvantaggiato Solvay. Una ricostruzione che però non convince il deputato toscano di M5S, Francesco Berti: “Cingolani deve spiegare al Parlamento e all’intero Paese perché ha deciso di rinnovare con cinque anni d’anticipo l’Aia alla Solvay, cancellando tutte le mitigazioni del rischio ambientale previste dall’autorizzazione precedente. Una fretta quantomeno sospetta e inusuale”.