Sapete cosa guarda vostro figlio adolescente su Instagram mentre voi leggete il giornale? Un tizio con la faccia scarabocchiata – un pit bull tatuato su una guancia e un ragno sull’altra – che armeggia col cellulare mentre guida. Trasmette in diretta la sua probabile morte cruenta: sfreccia a 130 all’ora in una stradina urbana in evidente stato di alterazione. Si chiama 1727 wrldstar, al secolo Algero Corredini. Anni 24, romano di Malagrotta, il quartiere che prima di lui era noto per la discarica più grande d’Europa. Cosa fa nella vita? L’influencer. Ha provato con la musica trap, poi ha scoperto il suo vero talento: è una calamita di odio sui social. Un Malausséne di borgata, che ha trovato la fortuna e la ragione di vita nella sua formidabile sgradevolezza.
Su Instagram lo seguono oltre 150 mila persone. Su Twitch – un social network di cui probabilmente ignorate l’esistenza – le sue dirette sono un must per migliaia di ragazzi. Immaginate un palazzetto gremito per un concerto, lui ne riempie due o tre con una webcam e un click. Tipo Fedez e Chiara Ferragni. Solo che Algero non fa le storie coi marchi griffati e il figlioletto Leone, ma mette in scena la malavita. Un bignami di microcriminalità. Cocaina, risse, perquisizioni, questure; generica e indiscriminata violenza.
Nel suo momento di massimo splendore artistico, come detto, 1727 si lancia con la macchina verso l’incidente letale. Gli va bene: schianto lieve, auto solo ammaccata. È qui che Algero spicca il volo definitivo verso la stratosfera social. In un delirio da stupefacenti, adrenalina e follia generica, comincia a strillare: “Ho preso il muro fratellì!”. Lo ripete ossessivamente, lo recita a migliaia di inebetiti collegati allo smartphone. La potenza tragicomica della scena buca la Rete. Diventa un meme che dilaga ovunque, magari l’avete già letto senza capire perché. “Ho preso il muro fratellì”: Algero è lo Schettino di Instagram, un pazzoide che si è pavoneggiato sfidando la morte e ne è uscito inopinatamente vivo, con uno sfregio sulla fiancata e un’aria da fesso impunito. Un Joker pasoliniano, ancora più pazzo e infinitamente più cattivo. Odiarlo è molto facile, ma attorno a questo personaggio c’è pure simpatia, identificazione.
Le sue prodezze sono molteplici. C’è un video in cui viene fermato dalla polizia con la madre mentre rubano i pezzi di uno scooter; un altro in cui il padre lo accompagna in caserma e per tutto il viaggio, dal finestrino dell’auto, Algero insulta i passanti: “Famme ’n boc…!”, “A coccia pelata!”, “A zozza!”, “A ladro de gatti!”, “A stecco de m…”. Cruciani & Parenzo – gli impareggiabili stercorari della Zanzara – gli hanno chiesto cosa gli avessero insegnato i genitori. La risposta è impeccabile: “A fa’ le rapine”.
Vi chiederete: perché scrivere di un personaggio così? Perché esiste. E la sua esistenza non è marginale: macina centinaia di migliaia di follower. C’è un universo che si muove su piattaforme nuove, su logiche incomprensibili per chi ha più di 20 anni.
Twitch, ad esempio, è il social di Amazon nato (un tempo) per trasmettere le partite di eSport e videogames. Oggi ci si trova di tutto. C’è una videochat a inviti a cui partecipano solo influencer italiani di un certo livello. Il titolare si chiama Homyatol. È un gamer, uno che è diventato famoso con le sue partite alla Playstation. A voi farà ridere, ma è un idolo per migliaia di ragazzini e guadagna 70 mila euro al mese. Homyatol è il mecenate di questo cenacolo virtuale: partecipano prestigiosi morti di fama. C’è Fedez, il pornoattore Max Felicitas e altre ragazze e ragazzi che campano della promozione di sé. Una sera è stato invitato pure 1727 wrldstar. L’hanno messo in mezzo come una scimmietta del circo: tra risatine e silenzi imbarazzati gli hanno cucito la parte dell’influencer troglodita al cospetto dei suoi colleghi “presentabili”. Un coatto, un pagliaccio. Poi l’hanno cacciato dalla chat. Sembrava una scena di Ferie d’Agosto di Virzì (intellettuali contro cafoni) ma ambientata in un futuro tragico. Invece è il presente. Il video è stato visto da 270 mila persone. Benvenuti.