La gestione della crisi causata dal Covid-19, ha influenzato il consenso dei cittadini rispetto ai propri governi. Nel grafico accanto (sui dati di Yougov) è evidente l’andamento di tale consenso di pari passo con l’avanzare della pandemia. In Europa la curva è altalenante e ha riguardato soprattutto le decisioni prese dagli esecutivi sul lockdown e la riapertura. A colpire è la curva del Regno Unito, in picchiata dai primi di maggio, da quando, cioè, i cittadini hanno scoperto, con l’ammalarsi del loro premier, Boris Johnson, che “l’immunità di gregge”, cui si era lui stesso affidato, non esisteva. Seconda viene la Francia, ma in termini assoluti resta il Paese europeo in cui la delusione è stata più forte. Fuori dai confini europei, la curva degli Stati Uniti mostra la perdita di fiducia di 10 punti nei confronti della gestione della crisi di Donald Trump. Di seguito l’analisi dettagliata del consenso in sei Paesi.
Stati Uniti
Trump vince, Trump perde: l’America divisa anche sul virus
Nell’America polarizzata da Donald Trump, neppure l’emergenza Covid fa schizzare, in alto o in basso, gli indici di gradimento del presidente: una metà dell’Unione lo boccia, qualunque cosa faccia; e una metà è disposta ad approvare le sue decisioni, quali che esse siano. Due volte, negli ultimi tre mesi, Trump ha toccato il massimo dell’indice di gradimento, salendo al 49% e due volte è sceso intorno al 40%. Paradossalmente, Trump cala quando fa quel che ti aspetti da un presidente: invita alla prudenza e dà linee guida su chiusure e distanze; e sale quando “fa il Trump”, assicura che l’epidemia non è una minaccia, se la prende con la Cina e l’Oms. Spiegarlo è semplice: i suoi oppositori non gli danno credito neppure quando fa le cose giuste; mentre i suoi lo apprezzano se sfida l’establishment della scienza prendendo idrossiclorochina o consigliando di diluire la candeggina in un bicchiere d’acqua. Ieri, s’è fatto vanto del maggior numero di contagi, oltre 1.530.00, e di decessi, oltre 92 mila. “Facciamo più controlli”.
Regno Unito
Critiche alle azioni anti-Covid, ma BoJo resta il più popolare
La gestione dell’emergenza Covid fa perdere consenso al governo britannico. Secondo l’ultimo sondaggio YouGov, realizzato fra il 16 e il 18 maggio, il 42% degli intervistati (su un campione rappresentativo di 1.600) disapprova l’operato di Downing Street, mentre ad approvarlo è il 39%. Un calo netto cominciato all’inizio di maggio, quando il no al governo era fermo al 30%. L’insoddisfazione è più netta a Londra (52%), fra gli uomini (44 contro il 40%) e nella fascia fra 18-24 anni (52%), mentre il 56% degli ultra65enni, la fascia di età più colpita dal virus, continua malgrado tutto a condividere le scelte dell’esecutivo. In 19 su 100 non si esprimono. Intaccate solo relativamente, almeno per ora, le intenzioni di voto: il 48% sceglie i Conservatori, che perdono 2 punti rispetto ai primi di maggio, mentre il Labour di Keir Starmer risale dal 30 al 33%. Ma il gradimento per Boris Johnson è solo al 39%. Resta il politico conservatore più popolare, ma non piace al 43% di 6mila intervistati.
Francia
Governo, presidente e Sanità: i transalpini sono i più delusi
Tutti i sondaggi lo confermano: in Europa i francesi sono i più insoddisfatti della gestione dell’epidemia di Covid-19 da parte del governo. Stando all’analisi di YouGov, la fiducia dei francesi è in discesa libera da marzo: al 9 maggio, solo il 33% ritiene che il governo stia gestendo “bene” o “piuttosto bene” la crisi e poco più della metà (52%) dà fiducia alle autorità sanitarie. Da sondaggio Odoxa dell’11 è emerso anche che, per solo il 25%, il governo ha preso le “decisioni giuste al momento giusto” e ha detto la verità. I francesi, che all’inizio dell’epidemia credevano nel loro sistema sanitario, “il migliore del mondo”, come ripeteva il governo, e avevano sottovaluto la crisi italiana, si sono dovuti ricredere con gli scandali su mascherine e tamponi e i drammatici bilanci quotidiani. Da studio Cevipof del 2, sono i più pessimisti d’Europa: lo è il 43%, mentre solo il 12% si dice ottimista. Sono molto severi con Macron a cui, sempre per Cevipof, danno un voto di 4,1 su 10. Gli preferiscono il premier Philippe, 57% contro 48%, da studio Ifop del 12.
Germania
La Grosse Koalition si riduce, ma Merkel vola nei sondaggi
A due settimane dalla fine del lockdown, la gestione del governo tedesco dell’emergenza coronavirus non veleggia più su un gradimento dell’81%, come accadeva l’8 maggio ad aperture appena iniziate ma è scesa al 66%. Secondo l’ultimo sondaggio settimanale della Zdf il 66% degli intervistati ritiene che le misure prese per fronteggiare la crisi siano state giuste, il 17% le trova esagerate mentre un 15% crede che sarebbero dovute essere più severe. Nel corso delle ultime due settimane, durante le quali ci sono state le manifestazioni contro il lockdown, il consenso dei partiti di coalizione è calato di un punto. In un sondaggio di domenica scorsa dell’Istituto Infratest dimap, per l’emittente pubblica Ard, sia i conservatori della Cdu-Csu che i socialdemocratici dell’Spd hanno perso un punto, passando rispettivamente al 38 e al 15%, mentre sono risaliti i liberali del Fdp al 6% e il partito di destra Afd, tornato al 10%. La cancelliera Angela Merkel invece, negli ultimi sondaggi, è tornata saldamente in testa sui politici più amati, al 68%, guadagnando 4 punti in una settimana.
Spagna
Sánchez guadagna tre punti, ma sale la paura per l’economia
Il peggio è passato. Almeno rispetto alle conseguenze politiche del Covid-19 sul governo spagnolo. I socialisti di Pedro Sánchez, dopo essere scesi di quasi un punto nei sondaggi di aprile, se si votasse ora prenderebbero il 31,1% dei voti, percentuale in media simile a quella degli spagnoli che ritengono la gestione dell’emergenza buona o molto buona, secondo i dati di Yougov. Ma soprattutto Sánchez sarebbe votato dal 3% in più dei cittadini rispetto alle ultime elezioni di novembre. A rimetterci nella gestione della pandemia, sono soprattutto i soci di governo: Unidas Podemos di Pablo Iglesias perde infatti mezzo punto in un mese, dopo più di un punto perso ad aprile, lasciando al lockdown in tutto quasi due punti percentuali in meno rispetto a novembre. A preoccupare gli spagnoli è il virus (87%), superato solo dalle conseguenze economiche della pandemia (87,4), anche se l’85,2% ritiene che le misure adottate dal governo siano state necessarie. E sulle beghe dell’opposizione, il 74,9% degli spagnoli ritiene che farebbero bene Pp, Ciudadanos e Vox ad appoggiare l’esecutivo.
Russia
Unico dato certo: non è mai stato così basso il gradimento di Putin
Il Corona che funesta la vita della Federazione indebolisce anche il potere del presidente. Con una cifra molto sospetta di decessi dichiarati che non supera le 3mila vittime, la Russia conta ormai oltre 300mila infetti, mentre il Cremlino registra il crollo: il consenso del presidente continua a calare. Se a gennaio era favorevole alle politiche attuate da Putin il 68% dei cittadini, lo scorso aprile il consenso dei russi non superava il 59%, ha confermato il sondaggio del centro ricerche indipendente Levada. Secondo l’agenzia di notizie statale Tass la preoccupazione per il virus attanaglia le menti del 50% dei russi mentre il 20% è più preoccupato per le conseguenze sull’economia. Secondo i dati del governo, la disoccupazione affligge il 30% della popolazione, per gli esperti indipendenti che hanno analizzato l’andamento del lockdown, sarebbe il doppio.
A cura di Uski Audino, Luana De Micco, Giampiero Gramaglia, Alessia Grossi, Michela A.G. Iaccarino, Sabrina Provenzani