Un nome adatto al Colle forse era Scarpinato
Mi chiedo perché a nessuno sia venuto in mente di presentare la candidatura del giudice Scarpinato, ora in pensione, alla carica di presidente della Repubblica. Una personalità di incontestato spessore morale e alta formazione giuridica, che ha servito lo Stato negli anni della più intensa lotta contro il malaffare mafioso e politico-mafioso, essendo stato capace, oltretutto, di spiegare in numerose situazioni pubbliche e in modo chiaro e inequivocabile da che parte si deve schierare chi veramente tiene alla verità storica intorno alle stragi, da Capaci a tutte quelle che l’hanno seguita e anche preceduta. Sarebbe stata, in questo momento, una candidatura con un forte valore simbolico. E chi non l’avesse accolta avrebbe dimostrato di stare dalla parte opposta a quella dei tanti cittadini che ogni giorno esprimono, con la propria semplice esistenza e le azioni quotidiane, fedeltà incondizionata ai valori della nostra Repubblica.
Ornella Paiano
Covid: pure i giornaloni criticano il governo
Sono sempre di più i giornalisti italiani che non hanno il timore di esprimere ciò che pensano, condannando la gestione catastrofica dell’emergenza sanitaria, con tutte le sue incongruenze, gli errori e il delirio burocratico che sta bloccando la vita quotidiana dei cittadini. Non dovrei dirlo, ma ciò sembra incredibile, perché l’informazione mainstream era completamente schierata a sostegno del governo. Adesso, invece, le crepe sono evidenti, e si sente sempre più forte la voce di chi accusa il governo per i suoi tanti errori. Questo è senza dubbio un segnale di democrazia, e ci fa sperare in meglio.
Cristiano Martorella
Intanto le disuguaglianze continuano a crescere
Anche se il Covid è ancora tra noi, la vera emergenza di questo Paese è un’altra, e si chiama povertà. È un fenomeno in continua espansione, aggravato dal fatto che tra i poveri vanno annoverati milioni di individui che lavorano. La situazione è conosciuta da tutti, ma nessuno fa niente per migliorare la cose. Nessun governo, sia esso di centrodestra, di centrosinistra o di unità nazionale ha agito, negli ultimi anni, per arginare questa deriva. Il progressivo impoverimento di un’enorme massa di cittadini è un problema che va ben oltre il discorso di giustizia sociale e dovere di solidarietà – principi sanciti nella Costituzione – ma può diventare (anzi sta già diventando), un pericoloso stimolo all’instabilità che può provocare lo scoppio di conflitti violenti. Agire il più presto possibile per ripristinare una più equa distribuzione della ricchezza dovrebbe essere il primo obiettivo di qualsiasi governo. Invece– e con Draghi se ne è avuta la conferma – si continuano a favorire le classi più abbienti, aumentando di conseguenza le diseguaglianze. Possibile che non ci si renda conto che tirando troppo la corda le cose potrebbero mettersi male e le conseguenze saranno esiziali per tutti, nessuno escluso?
Mauro Chiostri
Cene a lume di candela contro il caro bollette
Con la sua pizzeria Alessandro, un mio concittadino di Piombino ha trovato un buon modo per rispondere alla luce troppo alta per il caro bollette: ha deciso di protestare, due volte alla settimana, con l’iniziativa “cena al lume di candela”, nel senso che non avevano la luce elettrica in sala! Un metodo di comunicazione al passo con i tempi, e un modo portare a galla i disagi delle persone comuni.
Massimo Aurioso
Tra Ue, Ucraina e Nato l’Italia non deve tacere
E se, in questi tempi in cui, morto David Sassoli, sono aumentate le pressioni sia ufficiali che a mezzo stampa per tenere Mario Draghi dove vuole l’Unione Europea, fossimo noi, in un sussulto di dignità, a chiedere invece alla Ue alcune garanzie circa una certa dipendenza politica dalla Nato, dicendo che non manderemo i nostri soldati a morire in Ucraina? Sia chiaro: non ho nessuna simpatia per Putin, al quale alcuni partiti e leader italiani non hanno fatto mancare il loro appoggio. Ma intravedo come, dietro lo scudo europeo, si celi il rischio che Sleepy Biden ci porti verso una ennesima Peace Keeping che avrebbe lo stesso risultato ottenuto in Afghanistan e in altre parti del mondo dove gli Usa hanno mostrato i muscoli per nascondere debolezze. Sarebbe più giusto, infine, se chiedessimo all’Europa un aiuto nel salvataggio dei profughi che stanno morendo: sia in mare che contro quei muri che alcuni paesi dell’Unione hanno eretto, dopo aver festeggiato la caduta del Muro di Berlino.
Franco Novembrini