Sarà che si ritiene soddisfatto o forse, come in un noto film, inizia a sentirsi un po’ stanchino. In ogni caso, oggi giura che con la bici ha chiuso “almeno per dieci anni”. Difficile pensare che non si sia tolto la voglia: Gianluca Bacchetta, per tutti Gilu, ristoratore e sindaco di Divignano (Novara), è partito dal suo Comune il primo maggio e ha pedalato fino a Roma, dove domenica è stato ricevuto dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
Quasi 650 chilometri di bicicletta in polo, infradito e fascia tricolore per farsi simbolo di una protesta e per incontrare diversi colleghi in Emilia, poi giù per il Passo della Cisa fino alla Versilia e di lì alla Capitale passando per l’Aurelia: “Sono titolare di un ristorante con 5 dipendenti – si sfoga il sindaco – e a due mesi dalla chiusura non è arrivato ancora un euro di cassa integrazione in deroga”. Con la rabbia per questi ritardi era partito verso Roma, giurando di voler riconsegnare al premier i 600 euro (pari al bonus per autonomi e partite Iva) considerati “un’elemosina”. Promessa mantenuta, ma senza più la frustrazione della partenza, ma semmai con la consapevolezza di un incontro utile: “Ho parlato più di un’ora con Conte, che ha interrotto un vertice con i partiti per ricevermi. Ho spiegato le mie ragioni e, quando ho restituito i soldi, lui ha deciso di mettercene altrettanti: così doneremo 1.200 euro alla Croce Rossa di Oleggio”.
I problemi, però, restano. A partire dalla cassa integrazione in deroga, le cui pratiche vanno ancora a rilento: prima di arrivare all’Inps, ogni domanda deve passare dalla Regione, che poi invia all’ente le migliaia di richieste ricevute dalle proprie aziende.
Questi passaggi allungano l’iter e così i lavoratori aspettano per mesi l’erogazione dei soldi, come nel caso di Bacchetta. Che durante l’incontro con Conte ha scoperto che la sua pratica si era arenata proprio nel passaggio tra la Regione Piemonte e l’Inps: “Conte ha chiamato il presidente dell’Inps Pasquale Tridico mentre eravamo insieme e gli ha spiegato la mia situazione. Dopo circa un’ora ha richiamato e pensavo ne avessi combinata una delle mie, invece all’Inps avevano verificato la mia domanda e così mi hanno confermato che si era bloccata in questi passaggi burocratici”. Fallito, a quel punto, il tentativo di contattare anche il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, che era impegnato in una video-conferenza. A tranquillizzare il sindaco ci ha poi pensato pure Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, anche lui chiamato in vivavoce durante la visita a Palazzo Chigi per un chiarimento sulle condizioni per riaprire i ristoranti e in particolare il distanziamento tra i tavoli: non uno ogni 4 metri, come sembrava, ma quattro metri quadri di spazio per ogni cliente.
Adesso Gilu prepara il rientro. Tornerà a Divignano domani, questa volta con un passaggio in macchina. E l’autocertificazione? Stavolta basterà attestare il ritorno alla residenza, mica come all’andata: “A Roma sono sceso con una birra da consegnare a un mio cliente nella Capitale. Erano comprovate esigenze lavorative”. Ai posti di blocco, nessuno ha saputo come contraddirlo.