Aveva sollevato il problema delle mascherine e dei dispositivi di protezione individuale al Pio Albergo Trivulzio di Milano. E da ieri sera il medico Luigi Bergamaschini è ricoverato. Una polmonite, secondo le notizie trapelate, mentre si è ancora in attesa dell’esito degli accertamenti per capire se la causa è Covid-19. Il geriatra dell’università Statale di Milano aveva evidenziato la necessità di dare le mascherine a tutti gli operatori dell’istituto. Alla fine è stato sospeso dalla struttura e ha chiesto di essere reintegrato tornando nuovamente al lavoro. Intanto il Trivulzio è finito, come altre Rsa, al centro di un’inchiesta della Procura di Milano: i pm stanno verificando se siano stati messi in atto tutti gli accorgimenti per proteggere il personale sanitario e i pazienti, che nel frattempo si ammalavano e moriva. Sono 300 i decessi, secondo i dati forniti dallo stesso Istituto. Che fa notare come all’interno “rispetto ai valori medi dell’analogo quadrimestre del quinquennio 2015/2019, vi è stato un incremento di decessi pari al 61%, passando da 186 decessi medi a 300”. Per quanto riguarda le protezioni individuali, l’istituto invece precisa di aver seguito le “indicazioni istituzionali sulle modalità di uso contingentato” delle mascherine “fino al 23 marzo, quando si è potuto metterle a disposizione di tutti gli operatori”.
I dati sui decessi non convincono il “Comitato Verità e Giustizia per le vittime del Trivulzio”. Ha detto il portavoce Alessandro Azzoni: “Nei 300 decessi dichiarati è evidente che non sono compresi tutti gli anziani che in marzo sono stati trasferiti in ospedale oppure rimandati a casa, poi risultati positivi al Covid-19, che in molti casi hanno contagiato i familiari e sono morti”. “C’è ancora poca chiarezza da parte del Pio Albergo Trivulzio – aggiunge -, dalla conferenza stampa di oggi non abbiamo avuto dati concreti e rassicuranti su quanto avvenuto finora. (…) La struttura si è dimostrata molto fragile nel bloccare l’accesso di pazienti esterni e nell’uso dei dispositivi di sicurezza grazie ai quali si sarebbe potuta arrestare la diffusione del virus”.
Ci sono poi i contagi. Secondo il virologo Fabrizio Pregliasco, “ad oggi il dato complessivo fra i circa 900 ospiti ricoverati a vario titolo mostra una positività” al Covid-19 “pari al 34%”. “Molti di questi pazienti positivi – aggiunge Pregliasco – sono in ottime condizioni, molti sono asintomatici o hanno una sintomatologia lieve”. Gli operatori contagiati invece sono l’11%. “Sono in corso anche – ha aggiunto Pregliasco – le indagini sierologiche per capire qual è stata la diffusione del virus fra gli operatori dell’Istituto. E finora evidenziano un 11% di positività a livello della presenza di anticorpi”.
Poi il virologo aggiunge: “Sin dal 9 marzo per le Rsa e dal 14 marzo per le altre strutture è stato sospeso ogni tipo di ricovero, in modo da garantire spazi e servizi adeguati agli ospiti, che sono stati distinti nelle varie strutture fra positivi, negativi” e sintomatici negativi. E annuncia: “In questo momento si sta ripianificando una riapertura. Una modalità per continuare a rispondere al bisogno che c’è. É fondamentale rimarcare la fiducia che bisogna avere verso queste strutture, un servizio sempre più necessario alla luce dell’allungamento della vita”.