Oggi a mezzanotte scatta la cosiddetta fase 2. E ieri sono finalmente arrivati alcuni chiarimenti sul decreto del presidente del Consiglio firmato una settimana fa, che resta in vigore fino al 18 maggio. Non è il “liberi tutti” che molti aspettavano, come noto. Ma, fermo restando “il divieto di assembramento, il distanziamento interpersonale di almeno un metro e l’obbligo di usare le mascherine”, molte delle traduzioni pratiche della fase 2 restano affidate alla buona fede dei singoli e alla discrezionalità di chi farà i controlli. Che tra l’altro ora saranno più difficili, considerata la mole di persone in circolazione. Il dipartimento di Pubblica sicurezza ieri ha raccomandato alle forze di polizia di esercitare la “massima severità” su chi fa assembramenti e pure “scrupolosità” su strade a lunga percorrenza e ferrovie, ma li invita a essere altrettanto “comprensivi” ed “elastici” quando hanno a che fare con le primarie esigenze della vita dei cittadini. Anche perché da domani ai motivi di spostamento finora consentiti (lavoro, spesa e salute) si aggiunge la possibilità di visitare i “congiunti”. Ieri è arrivata l’annosa definizione di chi siano: “Partner conviventi, partner delle unioni civili, persone legate da uno stabile legame affettivo, parenti fino al sesto grado (come, per esempio, i figli dei cugini tra loro) e affini fino al quarto grado (come, per esempio, i cugini del coniuge)”. Resta da chiarire cosa si intenda per “persone legate da uno stabile legame affettivo”. I fidanzati di sicuro. Secondo alcune interpretazioni, sembrava che un anziano rimasto solo potesse incontrare un amico. Ieri sera palazzo Chigi, però, ha chiarito di no: gli affetti stabili non sono gli amici.
Autocertificazione. Resta l’obbligo di motivare le uscite, perché rimane “fortemente raccomandato limitare al massimo gli incontri con persone non conviventi, poiché questo aumenta il rischio di contagio”. Vietata qualsiasi uscita per chi ha sintomi influenzali.
Passeggiate e sport. Finisce l’epoca delle corsette intorno a casa: da domani sarà consentito svolgere attività sportiva anche più lontano ma solo se “individualmente, a meno che non si tratti di persone conviventi”. Resta obbligatorio “rispettare la distanza interpersonale di almeno due metri, se si tratta di attività sportiva, e di un metro, se si tratta di semplice attività motoria” e restano vietati, anche nei parchi, gli assembramenti. Chiuse invece le aree gioco per bambini (scivoli, altalene, etc). Sarà possibile “spostarsi con mezzi pubblici o privati per raggiungere il luogo individuato per svolgere tali attività”. Inoltre mentre non sarà “consentito svolgere attività sportiva fuori Regione”, sarà possibile farlo in un altro comune, come per esempio può accadere ai ciclisti che percorrono parecchi chilometri, passando da un Comune all’altro. Per le passeggiate serve comunque una giustificazione, che sia anche solo recarsi in un negozio.
Fuori regione. Restano vietati gli spostamenti fuori Regione, con mezzi pubblici o privati, tranne per “comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute”. Tuttavia il decreto del 24 aprile prevede che sia in ogni caso consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza, anche se comporta uno spostamento tra Regioni diverse. Il governo però chiarisce: “una volta che si sia fatto rientro presso il proprio domicilio/abitazione/residenza anche provenendo da un’altra Regione, non saranno più consentiti spostamenti al di fuori dei confini della Regione in cui ci si trova, qualora non ricorra uno dei motivi legittimi di spostamento”. Se vai, insomma, non puoi tornare. Vietato lo spostamento nelle seconde case, anche se nella stessa Regione.
Cimiteri. Da domani saranno consentite le cerimonie funebri, a cui potranno partecipare al massimo 15 persone. Saranno permesse le visite ai defunti, solo se nella stessa Regione e “sempre nel rispetto della distanza di sicurezza di almeno un metro e del divieto di assembramento”: “ove non fosse possibile, il sindaco può disporne la chiusura”.
Consegne e asporto. C’è poi il capitolo dei negozi di prodotti diversi da quelli alimentari o di prima necessità. Potranno effettuare consegne a domicilio “nel rispetto dei requisiti igienico sanitari sia per il confezionamento che per il trasporto”. Ripartono – ma solo per asporto – bar e ristoranti: vietato comunque consumare per strada i prodotti acquistati e pure l’assembramento nell’attesa di ritirarli.
Auto e moda. Da domani riprendono a lavorare 4,5 milioni di persone: il settore manifatturiero e dell’edilizia, compreso il relativo commercio all’ingrosso, ma anche il settore del tessile, dell’auto (comprese le concessionarie), la moda e la fabbricazione di mobili.
Lombardia
Bus e metro a capienza ridotta Si punta su bici e aree pedonali
La Lombardia è la regione più colpita dal Covid. E dunque la Fase 2 sarà un test fondamentale. Da domani riapriranno i mercati all’aperto, studi professionali, cartolerie, librerie, fiorai. I milanesi potranno tornare a fare attività fisica oltre 200 metri da casa. Riapriranno i parchi ma con limitazioni agli ingressi. Sul fronte trasporti, invece, i mezzi Atm saranno potenziati e resi a numero chiuso con una capienza limitata al 25%. Qui come anche sulla metropolitana la distanza da tenere tra un passeggero e l’altro sarà disegnata sul pavimento. Anche Trenord ha limitato del 50% la presenza dei passeggeri nei vari convogli. Inoltre il comune di Milano sta pianificando la costruzione a breve di 23 nuovi chilometri di pista ciclabile. Il Comune ha varato anche il concetto di città lenta con limiti di velocità di 30 chilometri all’ora e incremento di dieci nuove piazze pedonali. Il 18 maggio riprenderanno le vendite al dettaglio e il primo giugno, se i contagi non tornano a salire, i bar e i ristoranti.
Veneto
Già permessi asporto e sport Oggi arriva la nuova ordinanza
Già dal 27 aprile il Veneto ha allentato le restrizioni, consentendo l’attività sportiva e le passeggiate senza limitazioni con l’uso di mascherina, oltre all’acquisto di cibo da asporto nelle pasticcerie, nei take away e nelle altre rivendite alimentari. È permesso anche lo spostamento verso le seconde case per ragioni di manutenzione. Luca Zaia si era detto disposto a riaprire da domani anche gli asili nido e le scuole d’infanzia parificate, visto il ritorno di molte persone al lavoro. Su questo punto, però, il governo e i tecnici hanno dato parere contrario e Zaia così ha fatto marcia indietro. Oggi però la Regione dovrebbe emettere una nuova ordinanza – in linea con il dpcm governativo, assicura Zaia – con “alcuni accorgimenti”. Tra questi, possibili novità riguardano per esempio i tipi di sport che potranno ripartire. Ma la corsa di Zaia si basa sulla strategia dei tamponi di massa: il governatore vorrebbe passare dagli 11-12 mila giornalieri di oggi ad almeno 30 mila entro settembre.
Liguria
I sindaci chiedono prudenza Possibili nuovi attriti col governo
La decisione arriverà oggi. Finora la Regione Liguria ha deciso di rifarsi alle linee del governo per quanto riguarda le attività consentite dopo il 4 maggio, ma in zona Cesarini potrebbero arrivare novità. Del resto la Regione guidata da Giovanni Toti, come le altre governate dal centrodestra, si è sempre smarcata da Roma. Con ripetute frecciate al governo. Da lunedì scorso infatti le porte delle case dei liguri erano già state socchiuse, se non spalancate. Erano stati allentati i vincoli per corsa e bici (nel Comune di residenza). Più libertà per le passeggiate, purché compiute con persone conviventi. Sono autorizzate le passeggiate a cavallo, la pesca sportiva nelle acque interne e in mare, purché ci si mantenga lungo i moli. Consentiti allenamento e addestramento di cavalli e cani. Un via libera che ha destato critiche: venerdì la Liguria ha contato 17 morti, prima in Italia per mortalità su centomila abitanti. Tanto che 81 sindaci hanno scritto a Toti invocando “cautela sul fronte sanitario”.
Piemonte
Cirio riapre, ma qui i contagi sono tornati ad aumentare
Rebound è una parola con cui i piemontesi dovranno familiarizzare nei prossimi giorni. Il pericolo rebound, meglio detta ricaduta, dopo la progressiva riapertura è infatti probabilmente più alto qui che altrove. Solo una settimana fa il virologo e consulente della Giunta Giovanni Di Perri e l’assessore alla Sanità Luigi Icardi sostenevano che – in presenza dei numeri del contagio di allora – una riapertura non era affatto consigliabile. Ebbene, anche in Piemonte la corsa del contagio è in discesa, ma il calo continua ad essere il più lento: anche ieri il tasso di incremento è stato, fatta eccezione per la Liguria, il più alto d’Italia (+1,9%) e sono tornati a salire i contagi: 495 contro i 395 di giovedì. Apriranno comunque domani le grandi fabbriche, con 80 mila metalmeccanici attesi al lavoro, e si rimettono in moto il 50% i trasporti. Obbligo di mascherina in tutti i luoghi chiusi, si torna a passeggiare all’aria aperta, via libera alla ristorazione da asporto, ma Torino dovrà aspettare il 9 maggio.
Lazio
Zinga avvia la “concertazione” Si valuterà giorno per giorno
Al ristorante su prenotazione e con tavoli distanti un metro, ma dal 1 giugno: per ora solo take away. Dal barbiere si andrà con la mascherina, sempre da giugno. E poi uffici pubblici in smart working il più a lungo possibile. La riapertura del Lazio non si discosta dalle indicazioni del governo. Ma Zingaretti ha deciso di aprire la “concertazione”, incontrando ogni giorno le categorie interessate. Lo stress-test per Roma riguarderà i trasporti. Non sarà possibile riempire le vetture oltre il 50% della capienza: 600 persone ogni treno della metro e 25 persone ogni bus, ma Atac ha fatto sapere che non è in grado di verificare il rispetto delle indicazioni. Il Comune ha approvato una delibera per dotare la città di 3 km al giorno di bike lane e di un servizio di monopattini elettrici. E le ztl resteranno libere. Da domani ripartono le produzioni di cinema e tv: obbligo di mascherine fuori scena, ma non è chiaro come si rispetterà la distanza sul set.
V. Bisb.
Emilia Romagna e Marche
Spiagge chiuse in Romagna, ma aperte oltre il confine
Adividere l’Emilia-Romagna e le Marche, oltre al confine sul litorale, è l’approccio dei governatori alla Fase 2. Da Bologna Stefano Bonaccini ha infatti emesso un’ordinanza che consente, in linea con quanto stabilito dal governo, di passeggiare anche lontani da casa, purché non in spiaggia. Troppo alto il rischio che le persone si assembrino in riva al mare, e così le spiagge della Romagna resteranno chiuse. Diversamente, nelle Marche Luca Ceriscioli ha invece firmato un’ordinanza che consente passeggiate individuali sulle spiagge della Regione, pur senza “soste sull’arenile”, anche se ad Ancona la sindaca Valeria Mancinelli si è invece allineata a Bonaccini. Per il resto, in Emilia-Romagna ecco anche l’obbligo di mascherina qualora ci si trovi in locali aperti al pubblico o in luoghi all’aperto che non consentano il distanziamento sociale.
Campania
Ora De Luca si allinea a Roma Ma chi viene da fuori si isolerà
Vietato correre, anzi no. Vietato l’asporto del cibo, anzi no. La repentina retromarcia del governatore della Campania Vincenzo De Luca avviene ieri mattina, al termine di una videocall con i presidenti provinciali delle Camere di Commercio. Ed è successiva di poche ore all’emanazione di un’ordinanza piuttosto restrittiva sull’avvio della fase 2, che comprendeva i divieti poi revocati (“si può solo passeggiare”), preceduta dalla consueta pittoresca diretta Facebook del venerdì pomeriggio. Durante la quale De Luca ha dileggiato i runners non giovanissimi dipinti come “vecchi cinghialoni da arrestare subito per oltraggio al pudore” ai quali preferire le belle ragazze “toniche e coi fuseaux”.
Con i ritocchi di ieri, la Campania si avvicina agli standard del Dpcm di Conte. Ma è prevista la quarantena per chi proviene dalle altre Regioni.
Vin. Iur.
Calabria e Sicilia
La Santelli corre, i Comuni no In Sicilia misure per chi rientra
Tra il dpcm di Conte, che punta a una graduale apertura delle attività commerciali, e l’ordinanza della governatrice Jole Santelli, una sorta di “tana libera tutti” con l’apertura di bar, pizzerie, rosticcerie e pure i mercati all’aperto, in Calabria c’è ancora confusione sulla Fase 2. In attesa di capire se il provvedimento della Santelli sarà impugnato, come ha lasciato intendere il ministro Boccia, ci hanno pensato i sindaci a mettere una pezza alle polemiche, chiarendo che, nei loro Comuni, resta in vigore quanto stabilito a livello nazionale. Al momento, quindi, dal 4 maggio bar e pizzerie possono somministrare alimenti da asporto. Il dubbio resta il servizio con tavoli all’aperto mantenendo le giuste distanze. Per la Regione questo è possibile. In realtà, saranno i Comuni a vietare che ciò avvenga. Intanto, in Sicilia Nello Musumeci ha dato il via libera alle seconde case e al rientro dalle altre Regioni, a patto che chi arrivi resti isolato per 15 giorni.
Lu. Mu.