In Germania il contagio torna a salire, a pochi giorni dalle prime riaperture e proprio mentre infuria il dibattito sull’allentamento del lockdown, alimentato dall’agguerrita opposizione del partito di estrema destra Alternative für Deutschland. Ieri il direttore dell’istituto epidemiologico Koch Institut, Lothar Wieler, ha detto che il fattore di contagio R per la prima volta da metà aprile è tornato a salire in Germania, passando dallo 0,7 a 1. Questo significa che 1 persona ne contagia in media un’altra, mentre sarebbe necessario per la tenuta del sistema sanitario che questo valore rimanesse a un livello inferiore a 1. Come aveva spiegato la stessa cancelliera Angela Merkel in conferenza stampa, dando prova del suo passato di scienziata, un fattore di contagio uguale a 1 significa che il sistema sanitario raggiunge i limiti delle sue capacità a ottobre, un fattore superiore a 1, vuol dire che questo limite si raggiungere prima, a luglio. Dunque rallentare il contagio, aumenta la possibilità di cure adeguate. Il dato relativo all’aumento potrebbe dipendere al comportamento dei tedeschi nei giorni di Pasqua ma è solo un’ipotesi, ha sostenuto Wieler.
Il virologo si è poi appellato alla popolazione perché le regole di comportamento continuino a essere osservate. Mantenere la distanza di 1 metro e mezzo/2, evitare i contatti sociali, rimanere a casa, osservare le misure di igiene e usare le mascherine sono ancora essenziali se “vogliamo difendere i nostri successi”, ha detto.
Ma l’insofferenza cresce. Ne sono una prova le minacce di morte ricevute dall’altro virologo tedesco di fama: il direttore d’Istituto alla Charité di Berlino, Christian Drosten. Per molti tedeschi “rappresento il cattivo” che danneggia l’economia e costringe a casa i cittadini, ha detto il virologo in un’intervista al Guardian. Drosten ha messo in rilievo il “paradosso della prevenzione” in Germania: la gente vede che gli ospedali sono in grado di far fronte alla situazione e quindi non capisce il lockdown, mentre è proprio grazie alla prevenzione e ai test diffusi a tappeto che il Paese ha potuto finora evitare il peggio.
La risalita dei contagi conferma i timori della cancelliera che la settimana scorsa aveva stigmatizzato il dibattito sulla riapertura come “un’orgia di discussioni”, invitando alla cautela chi mordeva il freno per bruciare le tappe e riaprire tutto e in fretta. Ma il termometro della “nuova normalità”, per dirla con le parole del ministro delle Finanze Olaf Scholz, si misura dal riprendere quota delle voci dell’opposizione. L’Afd torna a sparare sul governo, accusato di voler impoverire i cittadini. “Lo shutdown minaccia di causare più danni del virus stesso. La continua e grave restrizione dei diritti fondamentali, la minaccia di scomparsa che grava su molte aziende e la desertificazione di intere aree del territorio stanno distruggendo la coesione sociale ed economica” ha detto il capogruppo al Bundestag, Alexander Gauland. Ma anche dall’opposizione di sinistra iniziano ad alzarsi voci critiche: il sindaco di Tubinga dei Verdi, Boris Palmer, ieri ha incendiato il dibattito dicendo che “in Germania riusciamo forse a salvare persone che tra sei mesi morirebbero comunque di vecchiaia o di malattia” al prezzo di aumentare l’impoverimento di alcune regioni, facendo pagare il prezzo maggiore ai bambini.
Intanto da una settimana “la nuova normalità” è ormai realtà in Germania. Dopo che anche la capitale si è adeguata, per ultima, all’obbligo di mascherina nei mezzi pubblici e nei negozi, la vita sta riprendendo: i negozi fino a 800 mq sono riaperti, i ristoranti possono offrire cibo da asporto, le piazze e i parchi sono più pieni che mai.
La tabella di marcia delle nuove aperture varia in ogni Land il 6 maggio una nuova riunione tra governo e Laender deciderà sul futuro. I temi sul tappeto rimangono le scuole e il settore della gastronomia e del turismo. I ministri dell’Istruzione dei 16 Land ieri hanno chiesto che gli studenti possano tornare a scuola in qualche forma prima della pausa estiva: con turni, in gruppi ridotti, a settimane alterne.
Gastronomia e turismo lamentano invece di essere i settori più danneggiati dalla crisi. Il ministro dell’Economia, Peter Altmaier, ha promesso aiuti, ma a una condizione: si smetta di premere per la riapertura.