Alla faccia della gara scritta “chiedendo requisiti che possono essere soddisfatti da una sola azienda, la DiaSorin”. Smentito chi pensava che la richiesta di “una specifica caratteristica” (la ricerca degli anticorpi neutralizzanti) nel bando avrebbe influenzato la commissione nella scelta del test a cui sottoporre 150 mila italiani: a sorpresa, la commessa nazionale per la ricerca degli anticorpi del coronavirus nel sangue va (come Il Fatto ha anticipato ieri sul sito internet) alla multinazionale americana Abbott e non al campione nazionale, la Diasorin. Doppia sorpresa: Abbott ha offerto i suoi 150 mila kit gratuitamente.
Una mossa promozionale intelligente e nemmeno troppo costosa. Ieri il commissario del governo per l’emergenza del Coronavirus Domenico Arcuri ha detto: “Il vincitore ha risposto con maggiore qualità e ha confermato tutti gli otto requisiti che contavano più del prezzo ma ha anche offerto i 150 mila test a titolo completamente gratuito”. Arcuri ha ringraziato Abbott senza nominarla e ha chiosato: “La scelta della trasparenza ci ha premiato due volte: abbiamo ottenuto la migliore offerta e siamo riusciti a non gravare sulle casse dello Stato”.
Il decreto aggiudica a Abbott “primo nella graduatoria di merito” sulla base dei requisiti: “Qualità dei prodotti; Semplicità e rapidità dei processi di analisi; tempestività della fornitura e il prezzo”. Solo due offerte sono state ritenute “ammissibili” e Abbott ha vinto ai punti su Diasorin, a prescindere dal prezzo.
Il governo giallo-rosa prende quindi una strada diversa dalla Regione Lombardia. Il governatore leghista Attilio Fontana ha mostrato con dichiarazioni e fatti concludenti la predilezione per Diasorin.
La Spa piemontese quotata in borsa con stabilimenti sparsi per il mondo ha firmato il 20 marzo scorso un contratto con il Policlinico pubblico San Matteo di Pavia proprio per sviluppare il test sierologico e anche per testare un tampone rapido. Il contratto, svelato dal Fatto, prevede royalties per il Policlinico dell’1 per cento sui kit venduti.
Il 23 aprile scorso i laboratori pubblici lombardi hanno cominciato a eseguire migliaia di test ai cittadini con i test della società piemontese acquistati con procedura di urgenza, quindi senza una gara.
La divergenza è quindi di metodo e merito: il commissario a Roma fa una gara e ottiene gratis 150 mila test (fornitura estensibile ad altri 150 mila test) mentre la Lombardia compra senza gara direttamente da Diasorin un quantitativo molto superiore di test, si dice 500 mila. Il contratto in questione non è stato ancora pubblicato sul sito della centrale acquisti della Regione Lombardia, Aria, che però nel frattempo, il 20 aprile, ha pubblicato una manifestazione di interesse per comprare altri due milioni di test. In questo caso il prezzo stimato è di 8 milioni di euro quindi circa 4 euro a test. Aria potrebbe comprare anche dai concorrenti di Diasorin per usare anche le macchine delle altre marche che processano i test concorrenti, macchine già presenti nei laboratori pubblici. Anche le macchine della Abbott sono presenti in Lombardia come nel resto d’Italia ma difficilmente la multinazionale americana entrerà in questa partita.
Le offerte per Aria scadevano il 24 aprile alle 12 e Abbott non risulta avere ottenuto il marchio CE, richiesto dal bando lombardo ma non da quello del commissario Arcuri.
La vittoria della Abbott è stata una sorpresa anche per questo. Solo il 15 aprile Abbott ha lanciato il suo test sierologico per la ricerca degli anticorpi IgG ma nel comunicato si chiariva che il prodotto non aveva ancora il marchio CE.
Diasorin ha comunicato di avere terminato i suoi studi con il Policlinico San Matteo il 7 aprile, ha ottenuto il marchio CE il 17 aprile e ieri la società di Saluggia ha annunciato “di aver ricevuto l’Emergency Use Authorization (Eua) dalla Food and Drug Administration americana per il test Liaison” e inoltre di “aver ricevuto finanziamenti volti a rendere il test disponibile sul territorio statunitense dalla Barda, l’ente federale del Dipartimento americano per la salute”.
Proprio ieri la doccia fredda in casa. L’oggetto della fornitura, secondo il bando del commissario Arcuri era un Kit “del tipo Clia e/o Elisa, per la rilevazione di IgG specifiche (anticorpi neutralizzanti per SARS- CoV– 2)”.
La parola “neutralizzanti” sembrava riferirsi secondo molti operatori del settore, proprio ai test Diasorin, gli unici che vantavano la capacità di trovare, tra tutti gli anticorpi, quelli in grado di uccidere il virus. Invece i tecnici della Commissione hanno ritenuto più importanti altri requisiti.
Il bando del commissario Arcuri non prevedeva il marchio CE come requisito necessario e si accontentava anche della “validazione dei test da parte di laboratori qualificati”. Quando un test non ha ricevuto il marchio CE-IVD si può adottare solo per uso di ricerca (Ruo) ma i laboratori che usano un test di questo tipo devono comunicarlo ai pazienti insieme al referto. Ma da qui al 4 maggio la Abbott potrebbe ottenere il marchio CE e quindi potrebbe non essercene bisogno.