Non solo Beppe Grillo, i parlamentari 5Stelle, dem e della Lega. Nelle 300mila email e chat sequestrate a Vincenzo Onorato dalla procura di Firenze nell’indagine sulla fondazione Open di Matteo Renzi, emergono i rapporti tra l’armatore di Moby e Gianni Letta, l’uomo in più dei governi Berlusconi, già sottosegretario di Stato presso la presidenza del Consiglio e raffinato tessitore di trattative politiche. Letta, è agli atti, nel 2019 spenderà la sua influenza con protagonisti dell’alta finanza, come l’ex ministro dei Trasporti Corrado Passera (non coinvolto penalmente nei due fascicoli) e i vertici di Cassa depositi e prestiti, per aiutare le società di Onorato sull’orlo del fallimento. Letta riceverà qualcosa? A ora non è dato saperlo. La sua posizione non ha rilievo penale. Oltre a lui, dalle email, emergono contatti tra Onorato e l’ex Cavaliere, i cui rapporti risultano mediati dal top manager di Publitalia Luigi Ciardiello, il quale nel lontano 2009, prima del Rubygate, presentò la futura consigliera regionale Nicole Minetti a Berlusconi. Ciardiello, secondo i pm, sulle navi Moby viaggiava gratis e al top. Dagli atti fiorentini trasmessi alla procura di Milano che ha iscritto nel registro degli indagati sia Grillo che Onorato per traffico di influenze illecite, emerge attorno a Mr Moby un centro di potere politico molto variegato.
La prima email tra Onorato e Letta è del 25 ottobre 2019. Si comprende come prima ci sia stata una telefonata tra i due nella quale Letta si è detto disponibile ad aiutare Onorato. In questo primo messaggio, l’armatore rappresenta all’influente interlocutore “questioni bancarie e ipotecarie”. Esplicitamente gli chiede di intervenire presso Unicredit affinché la banca “con la massima urgenza” cancelli due pesanti ipoteche su altrettante navi del gruppo. In quel momento storico, presso il tribunale di Milano sono già in discussione le istanze di fallimento di Cin, la compagnia di Onorato che controlla Tirrenia, già in amministrazione straordinaria e creditrice nei confronti di Cin di ben 180 milioni. E dunque “un mancato intervento di Unicredit” avrebbe portato a una grave insolvenza. La procura di Firenze segnala un’altra email del 15 novembre nella quale Onorato ringrazia Letta “per tutto quello che ha fatto fino a quel momento per le sue società”. Dopodiché gli chiede di intervenire presso Banca Mediolanum, tra i cui soci c’è anche Berlusconi, “per effettuare operazioni di factoring” e ottenere la monetizzazione di crediti di imposta. Letta risponde: “Ho parlato subito con gli amici di Mediolanum” e si dice ottimista per un loro intervento. Il 18 novembre ancora Onorato insiste con Letta e lo ringrazia visto che il figlio Achille ha incontrato i dirigenti di Mediolanum che avrebbero promesso di portare in Cda le richiesta di factoring. Letta spiega che il buon esito dell’incontro era stato favorito dai vertici della banca con i quali lui aveva parlato. L’analisi delle email non permetterà di capire l’esito del dossier Mediolanum.
Il 20 novembreOnorato scrive a Letta esponendo la volontà di “aprire un discorso” con Cassa Depositi e Prestiti e gli chiede di intervenire sull’ad di allora. Due giorni dopo Letta scrive: “L’operazione non rientra nel perimetro della società (…). Ho insistito chiamando in causa direttamente il numero uno che però mi ha ribadito che non è possibile modificare la decisione. Mi dispiace. Il mio impegno non è mancato, è mancato purtroppo, il risultato. Un caro saluto e in bocca al lupo”. Giochi chiusi? Affatto. Due giorni dopo di nuovo l’armatore scrive a Letta per capire a chi rivolgersi sempre per “trovare soluzioni finanziarie a breve termine”. Il 25 novembre con l’ennesima email Onorato gli chiede “un intervento diretto (…) con Corrado Passera”. All’epoca l’ex ministro è a capo di una nuova banca, la Illimity Bank il cui presidente risulta essere Rosalba Casiraghi, anche presidente del Collegio sindacale di Eni. L’obiettivo di Onorato restano le operazioni di factoring. Letta risponde spiegando di aver parlato con Passera, il quale avrebbe promesso di avviare i contatti per valutare la situazione e, aggiunge Letta, “con la massima comprensione”. Le email se da un lato dimostrano la disponibilità di Letta verso Onorato, dall’altro non spiegano fino in fondo la conclusione delle operazioni.