Contestano anche dove l’hanno già avuta vinta: l’economia c’entra fino a un certo punto, vogliono affermare la libertà dell’individuo di fare quel che vuole. Incoraggiati dal magnate presidente, che è uno di loro – e loro lo ricambiano con il voto – sostenuti da predicatori evangelici fondamentalisti e da commentatori libertari, migliaia di americani protestano contro i lockdown imposti in vari Stati da governatori per lo più democratici.
Ma ieri s’è manifestato pure in Texas, ad Austin, malgrado il governatore repubblicano Greg Abbott abbia per primo annunciato l’allentamento delle restrizioni, utilizzando i margini di manovra riconosciuti agli Stati dalla Casa Bianca.
La protesta, con lo slogan ‘You Can’t Close America’, costituisce un’aperta sfida alle norme tuttora in vigore. Un’analoga protesta s’è svolta ad Annapolis, la capitale del Maryland: il governatore, Larry Hogan, è pure repubblicano ma non intende riaprire presto. Le cifre del contagio non fermano i contestatori armi in vista e bandiere confederate al vento, spesso vicini alla Alt-right e ai suprematisti bianchi. E Politico rileva che l’Amministrazione progetta di contestare in giustizia gli eccessi di lockdown; così come ricorda che venerdì il gruppo di pressione Conservative Action Project ha scritto proprio al ministro della Giustizia Barr contestando il lockdown e i provvedimenti della polizia contro chi manifestava contro l’aborto o era in fila a comprare armi. Tutto ciò accade mentre i contagi nell’Unione superano i 710 mila e i decessi vanno verso i 40 mila – 3.856 nella giornata di venerdì, la seconda più letale dall’inizio dell’epidemia –, stando ai dati della Johns Hopkins University. Trump spera che le vittime non superino le 60/70 mila. E il Washington Post scrive che un errore dei test per identificare il virus avrebbe causato ritardi nella risposta americana all’epidemia. Il presidente ha dato il suo ‘placet’ alle manifestazioni anti-lockdown. “Li ho visti: a me sembrano persone responsabili”, risponde a una domanda durante il briefing sulla diffusione del coronavirus nell’Unione. Dalla Casa Bianca, il magnate twitta a raffica: “Liberate il Michigan”, “Liberate la Virginia e salvate il vostro secondo emendamento sotto assedio” con un riferimento alle restrizioni sulle armi imposte dal governatore democratico, Ralph Northam.
Regno Unito
I medici sono senza protezioni, il governo: riusate ciò che avete
Venerdì sera tardi, il ministero della Salute ha ammesso di aver esaurito le scorte di PPE, l’equipaggiamento protettivo indispensabile per il personale in prima linea contro il Covid, invitandoli a riutilizzare materiale per uso singolo. Questo fine settimana medici, paramedici e infermieri sono andati al lavoro certi di non avere protezioni di base. Situazione gravissima, ma non si ferma la propaganda del governo che ha annunciato trionfalmente l’arrivo di una consegna di PPE dalla Turchia, la nazione che durante la campagna pro Brexit era uno dei grandi nemici. Sono scorte sufficienti per pochi giorni. Intanto il Financial Times ha rivelato i retroscena della carenza di ventilatori: a metà marzo, quando il governo finalmente realizza la gravità della situazione, chiede la produzione di modelli semplici, non utilizzabili in terapia intensiva ma facili da ottenere in poco tempo, a produttori non specializzati fra cui Dyson, finanziatore dei Tories. Operazione utile a mantenere il consenso, non ai medici né ai pazienti. I morti in ospedale intanto superano i 15.000.
Sabrina Provenzani
Russia
I preti disobbedienti: altro che Covid-19, sì al bacio delle icone
La Russia colleziona tristi record: anche ieri la linea che traccia la diffusione del Covid-19 nella Federazione è balzata più in alto del giorno precedente, fino a sfiorare i 40 mila malati, che aumentano con una media di 4.000 nuovi casi al giorno. Mosca, epicentro del virus, “affronterà settimane difficili, il picco è previsto tra due o tre settimane” ha riferito il municipio della Capitale. I morti, secondo le stime ufficiali, non ritenute credibili dagli oppositori, sono 300. Una resurrezione in clausura: oggi suoneranno le campane per la Pasqua ortodossa da Pietroburgo a Vladivostock, ma il patriarca di Mosca, Kiril, e il presidente Putin hanno più volte raccomandato ai russi di restare in casa. Alcuni preti disobbedienti al Cremlino, soprattutto nelle regioni più remote della Federazione, non hanno chiuso le porte delle chiese né hanno vietato il tradizionale bacio delle icone ai devoti. Almeno in 43 cattedrali sparse nelle 85 regioni russe si riuniranno i fedeli perché i governatori hanno paura di perdere consenso impedendo le messe. Si teme anche per i pranzi di festa a cui non tutti sapranno rinunciare.
Michela A.G. Iaccarino
Spagna
Sánchez: a casa fino al 9 maggio A Siviglia i clienti salvano i bar
“Non mi hanno lasciato” è il nome che gli abitanti del quartiere sivigliano di Calle Feria hanno scelto per la piattaforma digitale di sostegno a bar, ristoranti, enoteche e negozi di pasta fresca. Funziona come una rete di e-commerce qualsiasi, con la differenza che ciò che i cittadini ed ex clienti affezionati comprano sono prodotti che non possono essere consegnati loro subito. Una sorta di “acquista ora e mangi dopo”. Cioè un sostegno ai commercianti della zona che con la crisi del coronavirus stanno rischiando di non riaprire. Sì, perché il governo Sanchez ieri ha esteso fino al 9 maggio il lockdown e ha ribadito che prima della fine dell’anno non potranno rialzare la saracinesca. “Non si possono eliminare tutte le misure di sicurezza in una volta sola”, ha ribadito il comitato scientifico. “Nonostante i numeri siano rassicuranti, per riaprire bisogna avere il contagio sotto controllo”, ha spiegato il premier. Ieri i morti si sono abbassati: 565 (raggiungendo i 20 mila decessi totali) e l’ospedale in Fiera di Madrid ha chiuso un padiglione. Ma la raccolta dei dati è caotica, data la disomogeneità regionale del conteggio, soprattutto in Catalogna.
Giappone
Oltre 10mila casi: ospedali pieni, ma gli impiegati vanno in ufficio
Rischio collasso per gli ospedali in Giappone, soprattutto nella Capitale, Tokyo, dove si concentra un terzo dei contagiati per coronavirus. Secondo i dati del ministero della Salute, il Giappone ha registrato ieri 556 nuovi casi vedendo così schizzare a 10mila gli infetti totali. Giovedì il premier Shinzo Abe aveva esteso a tutto il Paese lo stato d’emergenza, dichiarato il 7 aprile solo per la Capitale e sei prefetture urbane, esprimendo preoccupazione per il mancato rispetto delle regole di distanziamento e di lockodown da parte della popolazione. La richiesta di restare in casa di Abe è arrivata anche in vista del fine settimana e della “Settimana d’oro” in cui alla fine di aprile cadono varie festività. Abe ha anche annunciato che saranno dati a tutti i residenti circa 930 dollari come incentivo a rispettare le regole. Tuttavia resta il dato inquietante diffuso da una società di consulenza e di ricerca online, Personal, secondo cui circa il 60% degli impiegati d’ufficio giapponesi a Tokyo e in altre sei prefetture si recano ancora nella propria sede di lavoro, malgrado lo stato di emergenza.