Noi medici guariti non possiamo lavorare
Lavoro come ostetrica a Bolzano e vi scrivo per segnalare una situazione problematica: siamo un gruppo di sanitari sospesi tra luglio e dicembre per inadempienza dell’obbligo vaccinale, ma siamo in possesso del Super green pass in quanto abbiamo contratto il Covid e siamo guariti. In tutta Italia, da quanto sappiamo, i sanitari guariti sono stati riammessi al lavoro. Nella nostra provincia siamo invece in attesa del “parere dell’Avvocatura di Stato”, che attendiamo mentre i giorni passano e il nostro diritto al lavoro viene calpestato. Vige l’obbligo di vaccino anche per insegnanti e forze dell’ordine, che però vengono giustamente riammessi dopo guarigione.
Camilla Zamboni
DIRITTO DI REPLICA
In qualità di Procuratore generale f. f., chiedo l’immediata rettifica dell’articolo di ieri: “Omicidio Mattarella, c’è l’inchiesta a Bologna. La rivelazione durante il processo sulla strage”. In particolare, smentisco che la Procura generale di Bologna stia procedendo alle indagini riguardanti l’omicidio Mattarella.
Lucia Musti, Procuratore generale f. f. di Bologna
Prendo atto della smentita della Procura generale di Bologna. Ma chiunque può riascoltare la registrazione dell’udienza di mercoledì del processo sulla strage e sentire al minuto 3.25.00 le esatte parole riportate nell’articolo: “Noi ci troviamo in grande difficoltà su questo tema, perché c’è un’indagine ancora aperta, noi sappiamo moltissimo ma non possiamo dire una parola”.
G. B.
Gentile direttore, il titolo “La Consulta cancella la censura sulla corrispondenza tra i detenuti al 41-bis e avvocati. Geniale: così i boss potranno ordinare omicidi e stragi per lettera” offende l’intera categoria degli avvocati e, in special modo, quelli “penalisti”. L’avvocatura istituzionale non può consentire che alcuna testata giornalistica possa velatamente affermare che i difensori si possano rendere potenzialmente portatori e portavoce di illeciti “commissionati” dai propri assistiti, sia essi detenuti che non, sia detenuti a regime ordinario che detenuti a regime cd. “duro”. Qualora non fosse chiaro, tengo a sottolineare che la funzione dell’avvocato, che qualcuno può ritenere – a torto, ovviamente – da eliminare, è essenziale al corretto esercizio della giurisdizione per la tutela dei diritti di difesa dei propri assistiti, anche di quelli che si siano resi responsabili di reati più gravi. L’inviolabile diritto di difesa, come pure affermato dalla Corte, non va negato a nessuno ed è infamante il solo malcelato intento di delegittimare l’avvocatura con affermazioni di tal fatta. È inaccettabile il messaggio distorto che si evince dal titolo citato, che ammanta di supposta illiceità la figura dell’avvocato, ingenerando nel lettore il dubbio che il difensore, anche solo potenzialmente, possa essere la longa manus del proprio assistito. Ciò diventa ancor più fuorviante in casi in cui il detenuto sia ristretto a regime cd. “duro”. La invito, pertanto, a prendere le distanze da quanto affermato nel titolo citato e provvedere a una doverosa rettifica. A ciò aggiungo che la questione verrà da me sottoposta all’attenzione dell’Ordine nazionale dei giornalisti per gli evidenti rilievi disciplinari. Ovviamente mi riservo di adire alle competenti autorità giudiziarie per la tutela dell’immagine dell’avvocatura italiana.
Avv. Maria Masi, Presidente Consiglio Nazionale Forense
(Poco) gentile Presidente, non so dove lei abbia letto che voglio eliminare gli avvocati o sostengo che tutti i membri della categoria portano ordini di mafiosi fuori dalle carceri: ho scritto che, eliminando la censura sulla corrispondenza fra boss stragisti al 41-bis e i loro legali, i primi potranno chiederlo ai secondi e in qualche caso ottenerlo, come sa chiunque conosca la storia e la cronaca della criminalità organizzata (anche fra gli avvocati, come in tutte le professioni, abbondano le mele marce). Quanto alle sue comiche diffide e minacce (“l’Avvocatura istituzionale non può consentire”, “la questione verrà sottoposta all’attenzione dell’Ordine”, “mi riservo di adire alle competenti Autorità giudiziarie”), temo dovrà rassegnarsi: io continuerò a scrivere ciò che penso e ciò che so senza chiedere il permesso a Lei e a nessun altro. Ed è altamente improbabile che io possa “prendere le distanze da quanto affermato” (da me). Anziché importunare la libera stampa, chi vuole davvero tutelare “l’inviolabile diritto di difesa” che “non va negato a nessuno” dovrebbe rivolgere le sue diffide al presidente del Consiglio Mario Draghi che lo ha leso, anzi azzerato, quando ha imposto l’obbligo di Green Pass per partecipare alle udienze giudiziarie. O quel giorno l’”Avvocatura istituzionale” dormiva?
M. Trav.
I NOSTRI ERRORI
Nell’articolo di ieri a pagina 15, dedicato ai “decessi Covid”, abbiamo dimenticato un avverbio essenziale; la frase corretta è questa: “L’età media dei ricoverati in terapia intensiva successivamente stroncati dalla malattia è di 68,2 anni mentre quella di chi NON è morto in rianimazione è di 82,4”.
Fq
In merito all’articolo pubblicato ieri dal titolo “Concorso farsa, tutti prescritti”, precisiamo che il dirigente di prima fascia, cui l’articolo fa riferimento, attualmente non lavora più presso la direzione centrale Strategie, cui era stato assegnato, nel 2019, con incarico temporaneo già cessato.
Val. Pac. e Tom. Rod.