“Time to #FireFauci”, è ora di silurare Fauci: Donald Trump rilancia un tweet con hashtag contro Anthony Fauci, il ‘virologo in capo’ Usa, reo di non assecondarlo nelle sue scelte contraddittorie anti-virus e nel desiderio di riavviare l’economia. Ieri sera poi la Casa Bianca smentisce: Trump non licenzia l’esperto. L’invito a mandare via Fauci era partito da una ex candidata repubblicana alla Camera, Deanna Lorraine, irritata perché il super esperto della task force della Casa Bianca sulla pandemia dice ai media Usa che si sarebbero salvate molte vite, se le misure fossero state adottate prima. Il New York Times e altri media ricostruiscono quando e come il presidente lasciò cadere allarmi lanciati da funzionari ed esperti.
Il tweet da parte di Trump – dichiarazione ufficiale a parte – fa sospettare che la sua insofferenza verso l’esperto poco accomodante sia al culmine. Lorraine rinfaccia a Fauci dichiarazioni pure contraddittorie: “Il 29 febbraio diceva che non c’era di che preoccuparsi e che il virus non era una minaccia per gli americani”; ora mette in forse le elezioni presidenziali del 3 novembre. Nel clima di odio che i fan di Trump creano contro chi contraddice il presidente, Fauci è già stato bersaglio di minacce (ed è oggetto di protezione). Un sondaggio della Monmouth University indica che oltre un terzo degli americani, il 35%, ritiene il virologo la voce più affidabile sulla pandemia, mentre solo un quinto dà fiducia a Trump. Questo però non impedisce al magnate di avere successo nella raccolta fondi: 212 milioni di dollari nel primo trimestre 2020, 63 milioni a marzo, meno degli 86 di febbraio, ma con di mezzo il virus. In tutto, finora, per la rielezione di Trump sono stati raccolti 677 milioni. Il suo rivale Joe Biden ha messo insieme meno di 90 milioni; avrà l’appoggio dei sostenitori di Sanders, da ieri è ufficiale. Nonostante le cifre del contagio restino angoscianti – i decessi superano i 23 mila e i casi sono oltre 560 mila, secondo i dati della Johns Hopkins University – Trump, che oggi insedierà la task force per la riapertura del Paese, annuncia che prenderà a breve “una decisione, in coordinamento con i governatori”. Qualche segnale positivo arriva da New York: “Penso che il peggio sia passato”, dice il governatore dello Stato, Andrew Cuomo. Anche negli Usa la situazione è drammatica nelle case di riposo, con oltre 3.600 morti, 1.880 solo a New York.
Regno Unito
Tutti gli errori di “santo” BoJo Case di riposo, boom di morti
I morti sfondano la macabra soglia degli 11mila: sono 11.329, più 717, mentre i tamponi quotidiani, 14.506, continuano a essere lontanissimi dall’obiettivo di 100mila fissato per la fine di aprile. Il primo ministro ad interim Dominic Raab ha ringraziato la popolazione per aver osservato le misure di auto-isolamento malgrado il bel tempo. Con il previsto picco di decessi non ancora raggiunto, tutti i segnali indicano che il lockdown verrà esteso: “Se ci rilassiamo adesso il virus ne approfitterà, si diffonderà più velocemente e ucciderà più persone”. Ma, ha aggiunto: “Il nostro piano sta funzionando. Continuate così e ne usciremo insieme”. Rassicurazioni che non rassicurano: sta esplodendo il bubbone dei contagi nelle case di riposo per anziani e una carenza di materiale protettivo per il personale ancora maggiore che negli ospedali, dove medici e infermieri continuano a segnalarne, esasperati, l’insufficienza. Media amici iniziano la beatificazione di Boris Johnson, in convalescenza a Chequers dopo essere uscito indenne da 7 giorni in ospedale. Ma gli errori di gestione del suo governo sono evidenti, e il ritorno al lavoro sarà un test per la sua leadership.
Francia
Macron proroga lockdown fino all’11 maggio. Poi scuole aperte
I francesi resteranno “confinati” in casa fino all’11 maggio, dopodiché sarà “l’inizio di una nuova fase: grazie ai nostri sforzi, l’epidemia comincia a segnare il passo, ma non è ancora sotto controllo”, ha detto ieri Emmanuel Macron, parlando per la quarta volta ai francesi dall’inizio della crisi sanitaria. Dopo l’11 maggio la Francia ripartirà “progressivamente”: riapriranno un po’ alla volta le scuole, si riavvieranno servizi e aziende, resteranno chiusi invece ristoranti, caffé, musei, teatri. A quel punto “saremo capaci di testare tutti i francesi con sintomi”, ha aggiunto Macron, e “tutti potranno procurarsi delle mascherine”. Il presidente ha riconosciuto delle “falle”: “Eravamo pronti a questa epidemia? Non abbastanza, è evidente, ma l’abbiamo fronteggiata”. Stando ai dati del ministero della Salute, i casi confermati di Covid-19 sono 98.076 (+2.673). Le vittime sono ormai 14.967: 9.588 persone negli ospedali, 5.379 nelle case di riposo. Oltre 32mila malati sono ricoverati, di cui 6.821 in rianimazione (-24). Ma stando all’Istituto nazionale della sanità e della ricerca, solo tra l’1 e il 6% della popolazione è stata infettata finora, troppo poco per poter allentare le misure.
Balcani
Romania più colpita: 318 vittime Pasqua ortodossa, città blindate
La Romania è il Paese con il bilancio più pesante per l’emergenza coronavirus. I contagi sono stati 6.633, con 333 nuovi casi accertati nelle ultime 24 ore, mentre le vittime sono state 318. I pazienti in terapia intensiva sono 231, i guariti 914. La Serbia ha superato ieri i 4.000 contagi con 85 decessi, mentre la Croazia è a quota rispettivamente 1.650 e 25. In Slovenia si sono avuti solo altri sette casi rispetto a ieri, con il totale dei contagi che è di 1.212, i decessi 55 con due vittime in più nelle ultime ore. Da oggi in Slovenia riaprono alcuni impianti industriali e negozi. In Macedonia del Nord le autorità hanno inasprito il coprifuoco in vista della Pasqua ortodossa di domenica prossima, con il divieto di uscire che resterà in vigore dal pomeriggio di venerdì alla mattina del martedì, questo per evitare raduni e assembramenti, anche per le funzioni religiose nelle chiese. I contagi sono 854, mentre i decessi sono 38. In Montenegro i contagiati sono 273 con sei nuovi casi rispetto a ieri, i decessi tre. Altri 79 contagi in Kosovo, dove il totale è di 362, i morti sette. In Bosnia-Erzegovina si registrano 1.030 contagi con 39 decessi e 207 guarigioni.
Corea del Sud
Al voto con le mascherine per rinnovare il Parlamento
Domani 44 milioni di cittadini andranno alle urne per il rinnovo dell’Assemblea nazionale, il Parlamento unicamerale di 300 seggi. La Corea del Sud ha deciso di non rinviare il voto nonostante la pandemia. Dal 22 marzo le autorità hanno imposto le regole di ‘distanziamento sociale’ rinnovandola domenica per altre due settimane al fine di contrastare i piccoli focolai legati a chiese e ospedali. Voto sì, ma con disposizioni precise; ai seggi si dovrà avere la mascherina e i guanti, e rispettare la distanza di sicurezza di almeno un metro; a ogni elettore sarà misurata la temperatura, chi avrà oltre i 37,5 gradi sarà indirizzato verso cabine speciali. Le persone in quarantena si sono registrate per il voto anticipato per posta, mentre chi ha contratto il virus potrà esprimere la sua preferenza nei seggi allestiti nei centri per pazienti con sintomi che non richiedono un ricovero ospedaliero. La Corea del Sud ha registrato domenica 25 nuovi casi di infezioni, portando il totale a 10.537: per la seconda volta da fine febbraio, i contagi sono scesi sotto quota 30. La preoccupazione più grande è legata alle manifestazioni religiose.