Maturità: meglio abolirla che promuovere tutti
Si sta discutendo sul come finire l’anno scolastico e sul come fare o non fare gli esami di terza media e di maturità. Un esame dovrebbe servire a distinguere chi sa da chi non sa, ma se tutti superano l’esame, l’esame si traduce in una inutile e costosa perdita di tempo. Avuto presente che, da qualche tempo a questa parte, questi esami si concludono sempre con il 99,9 per cento di promossi e che sono pertanto del tutto inutili, non sarebbe forse preferibile, approfittando dell’emergenza Coronavirus, eliminarli del tutto anche per il futuro, lasciando che siano gli insegnanti interni, che ben conoscono i loro alunni, a decidere se uno studente meriti o non meriti di avanzare negli studi ?
Pietro Volpi
Grazie alla vostra redazione per l’informazione libera
Dopo aver letto per anni Corriere e Repubblica, ho deciso di leggere il Fatto, pensando di comprarlo per un paio di settimane, invece eccomi qui dopo sette anni con il vostro quotidiano. Che dire? Grazie per l’informazione libera che fate: ci permettete di non essere pecore, ma di pensare. Un grazie particolare a Massimo Fini: non perdo mai un suo articolo; è capace di raccontare con tale semplicità anche le cose più complicate. Grazie a tutti i vostri giornalisti.
Rosanna Fiorelli
Ammiro la prof. Gismondo per la sua onestà e chiarezza
Ho moltissimi motivi per leggere il Fatto, ma da un paio di mesi a questa parte ne ho uno in più. La signora, anzi professoressa Gismondo. Prima mi stavo convincendo che la “virologia” non fosse poi un argomento così ostico, visto che se ne occupavano e se ne occupano un po’ tutti e si sentivano i pareri più disparati e il refrain più comune “io l’avevo detto”. Grazie e scusatemi, ma ci tenevo proprio a congratularmi con il giornale per aver scelto, per i commenti di un argomento così delicato, una persona di raro equilibrio, onestà e chiarezza.
Marco Nava
I parlamentari dovrebbero contribuire alle donazioni
Premesso che nel mio piccolo ho dato il mio contributo alla Protezione civile e a vari enti di ricerca, mi sono divertito a fare un po’ di matematica. Per esempio: un parlamentare in Italia guadagna circa 13.000 euro mensili. Se Camera e Senato decidessero di tagliare l’indennità di 2.000 euro per un mese (ma anche due sarebbe un bel gesto…), ecco i conti: 2.000 x 945 = 1.890.000 euro. Che per esempio, visto il tragico momento che tutti stiamo attraversando, si potrebbero usare per acquistare: 282 respiratori polmonari, oppure 28 posti letto in terapia intensiva, o anche 24 ambulanze superattrezzate. Che ne dite deputati e senatori?
Claudio Riccio
DIRITTO DI REPLICA
Dire che siamo rimasti sconcertati da quanto è stato pubblicato lunedì sul Fatto (l’articolo di Vincenzo Bisbiglia dal titolo “Io, costretta a mentire per scovare il focolaio”), attribuito alla Direttrice Generale del Gruppo Ini, è dir poco. Quanto viene riportato non risponde a verità e a dimostrare questo potrebbe bastare l’intervista rilasciata dal Risk Manager della Casa di Cura Ini – Città Bianca e riportata da un quotidiano locale il 28 marzo. Sorprende tutto ciò proprio perché riguardo ai Cluster avuti sul territorio, così come fatto a Cassino e a Fiuggi, anche a Veroli sono stati fatti tamponi a tappeto, ai pazienti e ai dipendenti, in pieno accordo con l’assessorato alla Sanità della Regione Lazio, e proprio questo ha consentito di evitare l’esplosione della contaminazione purtroppo registrata in altre parti d’Italia.
Pertanto, dato che non è stata necessaria alcuna bugia e/o forzatura, con la presente smentiamo il contenuto fattuale, sia nei tempi che nei modi riportati e attribuiti alla dottoressa Jessica Faroni.
Marco Ferrara, Capo Ufficio Stampa ASL FR
La circostanza riferita e confermata dalla dottoressa Jessica Faroni non viene smentita da quanto da voi riportato. La direttrice generale della struttura riferisce di aver “forzato” i sintomi di alcuni pazienti per ottenere i primi tamponi il 22 marzo.
La campagna dell’assessorato sulle Rsa è successiva a quella data (come da voi riportato). Nessuno – né l’articolo, né la dottoressa Faroni – mette in discussione in alcun modo l’operato della Asl di Frosinone, che si è attenuta ai protocolli regionali e nazionali. I quali, in mancanza di sintomi gravi, non prevedevano a quella data ‘effettuazione del test, cosa che questo giornale racconta ogni giorno.
La “bugia”, a quanto afferma Faroni, è servita dunque a portare l’attenzione dei sanitari sulla struttura ed evitare l’ulteriore propagarsi del virus. Il tutto è riportato in maniera fedele nell’articolo.
V. Bisb.