Vivo in un capoluogo della Toscana. Non mi è chiaro il motivo per cui se esco a fare un giro in bici senza entrare in contatto con alcun individuo rischio una denuncia e una multa, mentre alla grande distribuzione è permesso far entrare in un punto vendita un numero tale di persone per cui non vengono minimamente rispettate le norme anticontagio. Lunedì mattina mi sono recato in un supermercato (Coop) e, dopo una breve fila di 5 minuti per l’ingresso, ho ritrovato all’interno una situazione né più né meno analoga a quella che ho sempre trovato in periodi di normalità. Un numero elevato di persone che, pur standoci attente, entrano inevitabilmente in contatto ravvicinato con decine di altri individui a causa degli spazi stretti tra gli scaffali e del numero elevato di individui stessi (la maggior parte con guanti e mascherina, alcuni senza guanti e senza mascherina). So di altri supermercati dove viene prestata maggiore attenzione e gli ingressi sono scaglionati in modo adeguato. Forse, oltre ai controlli sui singoli cittadini e i loro spostamenti, varrebbe la pena monitorare anche queste situazioni di rischio.
Giorgio Lorenzoni
Gentile Lorenzoni, mi sento di dissentire dal suo ragionamento: non si può pensare che farsi un giro in bici abbia lo stesso valore di andare a fare la spesa. Le misure adottate dal governo per fronteggiare l’emergenza coronavirus si fanno sempre più stringenti e, anche se l’Italia è già in lockdown, l’intesa raggiunta ieri pomeriggio dai ministri Gualtieri e Patuanelli con tutti i sindacati dimostra quanto ancora si possa e si debba continuare a chiudere e a restringere l’elenco delle attività essenziali per la sicurezza di tutti i lavoratori coinvolti. Ovviamente tra questi non potranno rientrare i dipendenti dei supermercati che, al pari di medici e infermieri, sono in prima linea per garantire una necessità primaria. Come raccontiamo da giorni, non è facile gestire le ondate ingiustificate delle persone che si accalcano nei supermercati per accaparrarsi cibo. In coda e nessuna distanza di sicurezza per riempire i carrelli. Ma la colpa non si può certo dare a chi lavora nei supermercati o alle misure restrittive: è la paura che prende il sopravvento. Il panico alimenta il panico. Il governo deve continuare a ribadire che si deve restare in casa per il bene di tutti. E andare in bicicletta, così come spostarsi a piedi, restano consentiti solo per lavoro, ragioni di salute o necessità come gli acquisti alimentari. Ritorniamo sempre lì: una pedalata si può rimandare, la spesa no. E senza che si scateni il panico.
Patrizia De Rubertis