L’assicurazione che oggi saranno distribuiti 3,5 milioni di mascherine, la notizia che la Merkel ha donato 300 ventilatori all’Italia, la condivisione del fatto che è in arrivo ad aprile un altro provvedimento per fronteggiare il coronavirus da 25 miliardi. Sono alcune delle cose dette da Giuseppe Conte ai leader del centrodestra a Palazzo Chigi, ieri sera. Con l’accento su un dato determinante: le strategie europee devono essere condivise e le misure rigorose, per evitare che l’Italia si trovi esposta a un contagio di ritorno. E una lunga discussione sul possibile uso dei soldi dell’ex Fondo salva-Stati (il Mes) nell’emergenza coronavirus. Oltre alla spiegazione delle decisioni sulle chiusure. L’incontro di ieri dura quasi quattro ore. Segno che almeno un dialogo è stato aperto.
Alle 19 arrivano Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Maurizio Lupi. Dopo giorni di tensione, vogliono portare al presidente del Consiglio le loro richieste. Che – al netto dei contenuti specifici – partono da un presupposto: lamentano scarso coinvolgimento nelle decisioni, vogliono essere “protagonisti, non comparse”. Anche ieri a mediare è Sergio Mattarella. Salvini lo chiama, poi riferisce di una “telefonata cordiale”. A metà giornata arriva al leader leghista la chiamata di Conte. Il Colle nega di aver sollecitato l’incontro, afferma di essere semplicemente stato informato delle intenzioni del premier. Pare evidente che il leader della Lega abbia scelto il capo dello Stato come interlocutore privilegiato.
Mentre i quattro sono dentro con Conte e con il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, tutti rigorosamente con le mascherine, il ministro della Salute, Roberto Speranza, e quello dell’Economia, Roberto Gualtieri, sono collegati in videoconferenza e arriva la comunicazione che il premier giovedì sarà prima alla Camera poi al Senato per un’informativa sull’emergenza Coronavirus. Proprio l’apertura del Parlamento a tutti gli effetti è reclamata con forza dall’opposizione. Che avrebbero rimproverato Conte per aver annunciato sabato le nuove chiusure solo all’ultimo momento.
Nel frattempo, il governo pensa ad una stretta delle sanzioni (fino a duemila euro di multa e la confisca del mezzo di trasporto) per chi non rispetta il divieto di spostarsi. Un testo potrebbe essere valutato già nel Consiglio dei ministri di oggi. E per monitorare gli spostamenti dei cittadini molti Comuni pensano all’impiego di droni, che ha avuto il via libera dall’Enac, l’Ente dell’aviazione civile. Intanto, dopo l’entrata in vigore della nuova stretta anti-uscite, cambia nuovamente il modulo per l’autocertificazione da esibire ai controlli di polizia: indica ora anche il domicilio del dichiarante, oltre alla residenza, e recepisce gli ultimi divieti di movimento.
Il centrodestra parla non solo di questioni sanitarie, ma chiede anche tutela per le partite Iva, stop alle tasse per le imprese, soldi ai Comuni.
Ma la discussione si prolunga proprio sull’uso del Mes. Salvini e Meloni si oppongono all’uso dei soldi dell’ex fondo Salva Stati, in qualsiasi forma. Forza Italia è favorevole al suo uso “senza condizionalità”. Punto di non poca importanza visto che l’Italia dovrà affrontare la questione all’Eurogruppo con i Cinque Stelle ancora quantomeno perplessi. E i paesi del Nord pronti a far valere le clausole.