Avevamo lasciato Alcide Pierantozzi tra boschi secolari e valli disabitate lungo la via Francigena, nel suo on the road a piedi da Milano a Bari raccontato in Tutte le strade portano a noi (Laterza, 2015). Lo ritroviamo, dopo anni di silenzio editoriale, con un romanzo edito da Bompiani che riannoda le ossessioni della sua narrativa: L’inconveniente di essere amati. Pierantozzi, classe 1985 – abruzzese trapiantato a Milano e talento precoce delle nostre lettere con l’acclamato esordio Unoindiviso a soli vent’anni – sembra perseguire un disegno mirato: delinea i suoi personaggi, li scaraventa nel precipizio di una trama, e poi li lascia soli a dibattersi tra loro.
È un burattinaio dispettoso, che tira i fili ma allentandoli di continuo. Forse per questo riesce a restituire, con rara perizia mimetica, vizi e virtù del nostro tempo. Non solo e non tanto perché le sue pagine sono un inesausto censimento della contemporaneità più spicciola tra locuzioni gergali e mode culturali.
È che ogni personaggio creato dalla penna di Pierantozzi perde quasi subito la maschera della letterarietà e si presenta al lettore alla stregua di un testimone. Se in Ivan il terribile (Rizzoli, 2012) lo sguardo era rivolto a un ecosistema di adolescenti affamati di esperienze estreme e alla rincorsa di illusioni davanti alla tv con Amici di Maria De Filippi, L’inconveniente di essere amati sposta più in là negli anni la sua radiografia e fruga nella fragilità degli eterni Peter Pan tra social network e carriere precarie. Qui abbiamo Paride, 33 anni, cantautore in cerca di identità e di successo, che intrattiene una relazione con Sandro, un personaggio dello spettacolo che ha il doppio dei suoi anni (“Scopare era l’unico modo che tutti e due avevamo per sgomberare le macerie”).
La relazione si interrompe, nel cuore di Milano, al culmine di una lite nella quale Sandro spara simbolicamente un colpo di pistola contro la chitarra del suo giovane amante. Paride decide allora di rifugiarsi nella casa dei nonni dove vive lo zio paterno. Un ritorno alle radici in un paese, Calanchi, che non esiste come la Vigata di Montalbano, ma che sublima tutte le caratteristiche reali del territorio abruzzese.
Si snoda un’estate catartica per Paride, in bilico tra la sua attrazione omosessuale per un nuovo spasimante e quella eterosessuale per la zia Sonia. Se è questo il canovaccio essenziale e certo usurato del romanzo, a fargli compiere un salto pregnante è il dramma che tormenta il protagonista. “Perché non riesci ad amarti?” gli viene domandato e Paride risponde: “Perché non sono riuscito ad amare mia mamma fino in fondo”.
La madre è morta di cancro e il dolore non può trovare consolazione: “Che scemi quelli che dicono che i morti continuano a vivere nei nostri ricordi. I nostri ricordi sono solo le cose morte del passato, le cose morte che non torneranno mai più”.
Paride tenta di riempire un vuoto, di esorcizzare i rimorsi, di aggrapparsi a surrogati di paternità e di maternità nella sua personale sbilenca elaborazione del lutto “perché nella vita non c’è niente di più importante che essere amati”.
Una voragine interiore quella di Paride, avvitata nel tentativo di superare con la vocazione artistica il disordine emotivo, che si dispiega grazie a una tessitura di dialoghi che il Pierantozzi sceneggiatore sa dosare con efficacia. L’azione è sempre il discorso.
Attraverso il racconto di sé Paride si svela, inchiodato a un destino che non riesce a compiersi: “Sai perché ho deciso di tornare in questa casa? Perché la mancanza che provo per mia madre mi impedisce di diventare adulto”.
Ecco in controluce tutto ciò che è impresso in queste pagine: se esiste una guerra che lascia vivi ma perennemente mutilati per la generazione di Paride e dello stesso Pierantozzi (l’estate del romanzo è quella del 2018, in una sovrapposizione biografica tra l’età del personaggio e quella dell’autore) è la guerra combattuta per lasciare definitivamente il fronte dell’assoluto e dell’impossibile, ergo della giovinezza.
L’inconve niente di essere amati
Alcide Pierantozzi
Pagine: 256
Prezzo: 16€
Editore: Bompiani