“Ampelio, Aldo, Gino e Pilade vivrebbero malissimo questa quarantena: non potrebbero andare al BarLume a giocare a carte e farsi i fatti di tutto il paese”. Tra una lezione di storia romana del figlio, i fornelli e le chiacchiere in libertà con la moglie sulle trame dei prossimi romanzi, Marco Malvaldi, dalla sua casa nella campagna pisana, riesce anche a immaginare Pineta (il paesino della costa toscana dov’è ambientata la serie) e il BarLume ai tempi del coronavirus.
Come sarebbe, Malvaldi?
Pineta sarebbe completamente vuota, sia di residenti che di turisti.
E i quattro pensionati-detective come vivrebbero le imposizioni?
Sarebbero disperati perché non potrebbero incontrarsi al BarLume per giocare a carte, parlar male di tutto il paese e pensare alle trame che stanno dietro alle strane morti avvenute nella zona. Ma in qualche modo potrebbero comunque aggiornarsi.
E come?
Con il caro vecchio telefono, ovviamente sempre disinfettato dalle rispettive mogli. Al contrario non potrebbero vedersi perché l’unico a saper usare Whatsapp è Pilade Del Tacca, quindi sarebbe completamente inutile e resterebbero comunque i soliti frustrati.
Si lamenterebbero.
Sì, quello è sicuro. Ma solo come si possono lamentare i pensionati del BarLume: due settimane fa se la sarebbero presa con il governo per aver “dormito” sulle misure da prendere per evitare i contagi, mentre adesso si lamenterebbero per le regole troppo stringenti. Poi se la prenderebbero con il governo cinese che non ha detto nulla sul virus e infine con gli altri Paesi del mondo che stanno sottovalutando l’epidemia. Sto pensando ad Ampelio Viviani (il nonno del barista Massimo, ndr) che un giorno se la prende con Conte perché a fine febbraio non ha fatto nulla e quello dopo lo attacca per aver chiuso i bar.
E se il coronavirus arrivasse a Pineta?
Be’, a quel punto prima i quattro vecchietti cercherebbero di indagare su chi potrebbe essere stato e poi se la prenderebbero con i cinesi. O con i turisti in generale…
Ma il BarLume si regge anche sul turismo.
Esatto, quando il nostro BarLume riaprirà, i nostri pensionati inizieranno a sparlare di chiunque abbia gli occhi a mandorla, anche se filippini, o degli americani che vengono a chiedere un cappuccino alle quattro del pomeriggio.
Torniamo alla realtà: oggi gli anziani come i quattro pensionati-detective devono stare a casa. Cosa consiglia per passare il tempo?
Io consiglierei loro di leggere molto e di stare a contatto con i propri familiari, tramite il telefono. E poi, in questo periodo di quarantena, è molto importante recuperare le proprie passioni. Agli anziani di tutta Italia dico: ci saranno tempi migliori per tornare a giocare a carte.
Lei come sta vivendo la quarantena?
Due settimane fa ho consegnato il mio ultimo romanzo, Il Borghese Pellegrino, che uscirà a fine aprile e adesso sto studiando per scrivere il prossimo. Poi passo molto tempo con mia moglie a parlare e discutere delle trame dei miei prossimi libri: lo sa che in realtà Marco Malvaldi è quasi uno pseudonimo? In alcuni casi la trama dei miei libri è completamente di mia moglie, poi io ci metto i personaggi. Passo anche molto tempo in cucina e a studiare con mio figlio: lui è a casa e ho riscoperto tutto il suo programma di quinta elementare, dalla storia romana alle regioni d’Italia.
E com’è?
Bello, la quarantena mi è servita anche per riscoprire una mia antica passione: la musica. Io ho studiato chitarra e canto lirico al conservatorio ma mio figlio suona la batteria.
Ma una batteria vera, in casa?
Sì, con piatti e tamburi, in campagna si può fare. Aspetti, la metto in vivavoce…
Splash (il suono sordo di un piatto). Bene, ci credo.
È meraviglioso: è mio figlio di dieci anni che insegna a me a suonarla e ci divertiamo moltissimo. Anche se è un periodo difficile, credo che ci farà bene questa quarantena.
Perché?
A livello individuale, siamo costretti a non annoiarci e quindi riscopriamo le nostre vecchie passioni e capiamo di quali persone non possiamo fare a meno. Più in generale, invece, spero che da questa emergenza nasca un nuovo senso civico: noi italiani abbiamo sempre fatto fatica a rispettare le regole ma adesso o lo facciamo, e stiamo a casa, o è il disastro.