Con più di 9mila casi, 1.400 in più rispetto a domenica e 334 morti, la Spagna segue l’Italia nella triste classifica del contagio da Coronavirus, oltre che nelle misure prese per cercar di fermarlo. Il nuovo decreto del governo Sanchez, infatti, sembra lo specchio di quello italiano: dallo stop ai voli da e per la Spagna – a cui ieri si è aggiunta la chiusura anche delle frontiere via terra –, alla zona rossa estesa all’intero territorio nazionale, nonostante il disappunto, poi rientrato, delle due regioni autonome di Catalogna e Paesi Baschi.
Niente scuole, tutti gli esercizi commerciali chiusi – inizialmente erano stati lasciati aperti parrucchieri e barbieri, misura che aveva suscitato qualche polemica e non pochi meme – limitati treni e spostamenti su tutto il territorio, dopo l’assalto alle ville al mare di madrileni e baschi. Rimandato il voto amministrativo in Galizia e nei Paesi Baschi.
A questo, il ministero della Salute ieri ha aggiunto nuove disposizioni per la gestione dei malati, come la eventuale requisizione dei centri privati in caso di emergenza, e tamponi, come in Italia, solo per i casi gravi di persone affette da coronavirus. A vigilare sull’effettivo rispetto delle misure, 1.100 militari dell’Unità per le emergenze che pattugliano 13 province.
Madrid ci sta dietro anche quanto a politici contagiati dal Covid-19. Gli ultimi a risultare positivi sono stati la governatrice della Comunità di Madrid Isabel Diaz Ayuso – che fino a qualche giorno fa si sgolava a dire “Madrid non si chiude”, e il presidente della Generalitat catalana Quim Torra, dopo che sabato era risultato positivo anche il vicepresidente, Pere Aragones.
Ma la prima a cadere malata a Madrid era stata la settimana scorsa la ministra delle Pari Opportunità, Irene Montero, che a sua volta ha costretto alla quarantena – rotta solo per un Consiglio dei ministri lampo – il marito e vicepresidente del governo Pablo Iglesias e l’intero esecutivo, contagiando però solo la ministra de Territorio, Carolina Darias. La notizia aveva allarmato anche i re – poi risultati negativi, anche se la regina Letizia è in quarantena – che in quei giorni avevano incontrato il premier Pedro Sanchez, la cui moglie, Begona Gomez è a sua volta contagiata. Terza viene la Francia, dove con 6.600 contagi “un’epidemia che diventa realtà”, il presidente Emmanuel Macron ha deciso di “rafforzare le misure contro la diffusione del virus riducendo gli spostamenti dei cittadini per i prossimi 15 giorni allo stretto necessario”. Macron, che ha rimandato tutte le riforme, ha chiamato tutti “alla responsabilità”. “Siamo in guerra sanitaria”, ha concluso nel suo discorso tv.