Da solo, davanti a un microfono dentro Palazzo Chigi, il presidente dell’emergenza. Pochi cronisti in un mare di sedie vuote e lui, Giuseppe Conte, che nel primo pomeriggio annuncia la “prima risposta” ai morsi del virus, un decreto da 25 miliardi, cioè la cifra massima per lo scostamento di bilancio autorizzata dal Parlamento. Lo hanno chiamato dl “cura Italia”, ma non sarà un rimedio definitivo, non può esserlo di fronte all’epidemia che corre. “Questo decreto è una diga ma non basterà, ne siamo consapevoli”, ammette il premier.
In aprile ne arriverà un altro, spiegherà pochi minuti dopo il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, sedendosi al posto di Conte, perché il coronavirus ha travolto anche il consueto schema delle conferenza stampa. Così devono darsi il cambio al microfono Conte, Gualtieri e il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, per illustrare il decreto partorito con giorni di ritardo sulle previsioni. Troppi i conti da far tornare, economici e politici. Con Italia Viva e Cinque Stelle che avrebbero voluto più risorse per le partite Iva, un pallino di Matteo Renzi come per Luigi Di Maio. Ma al M5S non è piaciuto neppure che nel decreto siano piovuti soldi per Alitalia. Mentre la ministra all’Agricoltura, la renziana Teresa Bellanova, ha sgomitato “moltissimo” per il suo settore.
Ma poi c’è stato Conte a tirare una linea: “Questa è una manovra poderosa, attiviamo flussi economici per 350 miliardi”. Allarga il campo, il premier: “L’Italia è promotrice di un messaggio a tutte le istituzioni europee, la partita nella Ue va giocata con spirito di collaborazione e una strategia condivisa di solidarietà vera, effettiva: confidiamo che tutti gli altri Stati membri ci seguiranno”. Chiede una rotta comune e aiuti concreti, a quella Ue che solo ora sta mostrando attenzione. “Sono orgoglioso di guidare questa straordinaria comunità” assicura il premier, che ringrazia tutti per la collaborazione, “Regioni e opposizioni”. Vuole smussare le differenze, Conte. Sa che dovrà invocare unità anche sulle misure prossime venture. “Dovremo predisporre nuove misure per ricostruire un tessuto economico e sociale”, spiega. E Gualtieri conferma: “Siamo già al lavoro sul dl aprile”. Perché la guerra si combatte di mese in mese. Fuori, un mare di reazioni. Compresa quella di Matteo Renzi, tecnicamente alleato di governo: “Le misure di oggi sono un primo passo. Ma serve molto altro, a cominciare dallo sblocco dei cantieri con il Piano Choc”. E sono i suoi termini, choc, sblocco.
Le opposizioni, ringraziate da Conte, invece vanno oltre. “Basta rinvii, serve l’azzeramento delle tasse per alcune categorie” scandisce Matteo Salvini. “Il decreto è insufficiente, più che una cura è un cerotto” sibila Giorgia Meloni. Ergo, “va migliorato in Aula”. Come, nel Parlamento assediato dal virus, sarà da vedere.
Sanità
Privati e militari arruolati. La laurea abilita 10mila medici
Quasi 3 miliardi e mezzo alla Sanità e alla Protezione civile: il decreto interviene con forza, assicura gli straordinari al personale medico e infermieristico e obbliga le strutture private – anche quelle non accreditate – a mettere a disposizione personale, locali e attrezzature. I prefetti potranno requisire anche gli alberghi per ospitare persone da isolare e soprattutto si potranno requisire mascherine e respiratori su tutto il territorio. Per assicurarne la produzione, gli operai del settore non andranno in quarantena se – pur essendo stati in contatto con un positivo – non abbiano sintomi. Inoltre, sempre per le mascherine, decade l’obbligo del marchio CE durante tutta l’emergenza. Viene inoltre fortemente potenziata e coinvolta la sanità militare mentre la laurea in Medicina diventa abilitante, garantendo in questo modo immediatamente circa diecimila medici. Super semplificati, poi, gli iter per realizzare nuovi presidi medici.
Dipendenti e autonomi
Cig in deroga, bonus ai precari e no ai licenziamenti per 2 mesi
Previsto un nuovo trattamento di cassa integrazione ordinario in sostituzione dei precedenti ammortizzatori sociali in favore delle aziende che al 23 febbraio avevano un trattamento di integrazione salariale straordinario. Prevista una cassa di integrazione in deroga per le imprese escluse da tutte le altre disposizioni, a prescindere dal numero dei dipendenti. Possono chiederla anche gli enti religiosi civilmente riconosciuti mentre sono esclusi i datori di lavoro domestico. Per lavoratori autonomi con partita Iva oppure in collaborazione coordinata e continuativa e iscritti alla Gestione separata così come agli operai agricoli a tempo determinato e ai lavoratori dello spettacolo, è riconosciuta un’indennità una tantum pari a 600 euro. I termini di presentazione di Naspi e Dis.Coll. sono ampliati da 68 a 128 giorni. Per i prossimi due mesi le aziende non potranno licenziare sulla base del “giustificato motivo oggettivo” (sostanzialmente per i vari motivi economici).
I Mutui
Sospensione delle rate anche per le partite Iva senza l’Isee
Tra le misure a sostegno del credito è stata confermata la sospensione delle rate dei mutui sulla prima casa per chi è in difficoltà, grazie a un fondo di garanzia di 500 milioni. La possibilità è stata estesa anche agli autonomi senza necessità di presentare l’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee). Tecnicamente, il decreto amplia le maglie al Fondo Gasparrini, gestito dalla Consap, che attualmente è riservato solo alle famiglie in difficoltà per la perdita del lavoro, non autosufficienti o in caso di morte consentendogli uno stop delle rate per massimo 18 mesi. Sul fronte di autonomi e liberi professionisti, invece, la sospensione sarà possibile per un periodo di 9 mesi nel caso in cui autocertifichino di aver registrato, in un trimestre successivo al 21 febbraio 2020 un calo del fatturato superiore al 33% dell’ultimo trimestre 2019 a causa della chiusura o della restrizione della propria attività per l’emergenza coronavirus.
Scadenze fiscali
Stop a tasse e Iva, ma per i grandi contribuenti proroga di 5 giorni
Tutti gli adempimenti fiscali con scadenza tra l’8 marzo 2020 e il 31 maggio 2020 sono spostati al 31 maggio, quando si potrà pagare, senza applicazione di sanzioni e interessi, in un’unica rata o tramite rateizzazione fino a 5 rate mensili a partire da maggio. Sono sospesi, sempre fino al 31 maggio, anche i versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria dovute dalle imprese. C’è, tuttavia, una enorme fetta di contribuenti esclusi dalla proroga: sono le imprese che fatturano oltre due milioni euro. Per loro ci sarà solo una mini proroga di 5 giorni: entro venerdì 20 dovranno pagare le tasse e i contributi scaduti ieri. Una decisione che non placa le polemiche di imprenditori, commercianti e commercialisti coinvolti, dal momento che in attesa del decreto, venerdì sera è stato il Mef a stabilire una proroga dei versamenti Iva in scadenza ieri. Ma in molti, senza entrate da settimane, avevano già pagato per timore di incorrere in sanzioni.
Commercianti
Credito d’imposta per gli affitti delle botteghe e dei negozi
Atutti i soggetti esercenti attività d’impresa il decreto “Cura Italia” riconosce un credito d’imposta nella misura del 60 per cento dell’ammontare del canone di locazione, ma la misura è stata introdotta solo per il mese di marzo 2020 e riguarda tutti gli immobili che rientrano nella categoria catastale C/1, vale a dire i negozi e le botteghe.
Allo scopo di incentivare la sanificazione degli ambienti di lavoro, quale misura di contenimento del contagio del coronavirus, ai soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione è riconosciuto, per il periodo d’imposta 2020, un credito d’imposta nella misura del 50 per cento delle spese di sanificazione degli ambienti e degli strumenti di lavoro fino a un massimo di 20.000 euro.
Il credito d’imposta è riconosciuto fino all’esaurimento dell’importo massimo di 50 milioni di euro per l’anno 2020.
Famiglie e congedi
Indennità al 50% per figli fino a 12 anni o bonus baby sitter
Adecorrere dal 5 marzo 2020, i genitori lavoratori dipendenti del settore pubblico o privato accreditato hanno diritto a fruire di un congedo dal lavoro indennizzato. A decorrere dal 5 marzo e per un periodo continuativo comunque non superiore a 15 giorni, i genitori lavoratori dipendenti del settore privato hanno diritto a fruire per i figli di età non superiore ai 12 anni, di uno specifico congedo, per il quale è riconosciuta una indennità pari al 50 per cento della retribuzione. La fruizione del congedo di cui al presente articolo è riconosciuta alternativamente a entrambi i genitori, per un totale complessivo di 15 giorni. In alternativa, è prevista la corresponsione di un bonus per l’acquisto di servizi di baby sitting nel limite massimo complessivo di 600 euro, da utilizzare per prestazioni effettuate. Il numero di giorni di permesso mensile retribuito è incrementato di ulteriori complessive dodici giornate per ciascuno dei mesi di marzo e aprile 2020.
Giustizia
Le udienze slittano al 22 marzo Fondi alle carceri dopo le rivolte
Anche la giustizia trova spazio nel decreto, visto che si tratta di un qualcosa legato a doppio filo con l’economia. Nel dettaglio, sono prorogate fino al 15 aprile 2020 le misure già adottate di rinvio delle udienze civili, penali e amministrative, con le relative sospensioni dei termini già adottate precedentemente fino al 22 marzo 2020.
Il decreto si occupa anche degli istituti penitenziari, cercando di assicurare il pieno ripristino delle loro funzionalità. Il provvedimento è stato infatti necessario dopo che la scorsa settimana in 27 carceri è scoppiata la rivolta che ha portato all’evasione e alla morte di decine di detenuti in protesta contro le restrizioni ai colloqui con i parenti imposte per l’emergenza coronavirus.
Nel decreto viene quindi spiegato che verrà ripristinata la funzionalità degli istituti penitenziari danneggiati in conseguenza dei gravi disordini avvenuti.
Piccole e medie imprese
Sostegno del 33% ai prestiti e liquidità garantita da Cdp
Piccole e medie imprese potranno avvalersi di misure di sostegno finanziario dello Stato, fino al 33 per cento dei prestiti erogati per anticipi su crediti esistenti alla data del 29 febbraio; per i mutui e gli altri finanziamenti a rimborso rateale, il pagamento delle rate o dei canoni di leasing in scadenza è sospeso sino al 30 settembre 2020 e il piano di rimborso delle rate è dilazionato senza nuovi o maggiori oneri. Per nove mesi dal provvedimento, lo Stato fornisce una garanzia per prestiti fino a 5 milioni di euro volta a investimenti e ristrutturazioni di situazioni debitorie. In favore delle imprese che hanno sofferto una riduzione del fatturato, Cassa Depositi e Prestiti è autorizzata a concedere liquidità, anche nella forma di garanzie di prima perdita su portafogli di finanziamenti. La garanzia dello Stato è rilasciata in favore di Cassa Depositi e Prestiti fino a un massimo dell’80 per cento dell’esposizione assunta.
Scuola e università
Per gli atenei in arrivo 50 milioni Pc per gli alunni meno abbienti
Con il decreto viene stanziato un fondo di 50 milioni di euro per Università, Enti di ricerca e Istituzioni di Alta Formazione Artistica e Musicale, prevedendo massima flessibilità per la restituzione dei fondi agevolati concessi. Anche sul fronte scuole sono in arrivo dei finanziamenti: 85 milioni per sostenere gli istituti e gli studenti alle prese con le lezioni online finché le scuole resteranno chiuse. Si danno 10 milioni alle scuole per dotarsi immediatamente di piattaforme e strumenti per le lezioni digitali, 70 milioni vanno invece per dare, in comodato d’uso, pc, dispositivi digitali e connessioni agli studenti meno abbienti e 5 milioni per formare i docenti alla didattica a distanza. Sono previste ulteriori misure per il lavoro agile nella Pa che consentiranno ai dirigenti scolastici di organizzare le attività da remoto e lasciare le scuole aperte solo per le attività indifferibili.
Alitalia
Salvata (di nuovo) la compagnia Si va verso la nazionalizzazione
Rientra in extremis un articolo per il trasporto aereo che di fatto nazionalizza Alitalia, prevedendo misure di compensazione dei danni subiti per il coronavirus e l’istituzione di un fondo con una dotazione di 600 milioni per il 2020 per tutto il settore. Soldi che saranno destinati in parte anche all’ex compagnia di bandiera per cui viene autorizzata la costituzione di una nuova società interamente controllata dal Tesoro o da una società a prevalente partecipazione pubblica, anche indiretta. Di fatto un ritorno di Alitalia nelle mani dello Stato, dopo diversi fallimentari tentativi di privatizzazione e quasi tre anni di amministrazione straordinaria durante i quali le casse pubbliche hanno già iniettato nella compagnia prestiti ponte per 1,3 miliardi di euro. Nel frattempo non salta la procedura di vendita avviata dal commissario Giuseppe Leogrande.
a cura di Salvatore Cannavò e Patrizia De Rubertis