Covid-19, passata l’emergenza non si paghi la crisi economica
Abbiamo osservato con somma preoccupazione l’inadeguatezza delle proposte Ue e nazionali per affrontare il gravissimo impatto della pandemia coronavirus sulla economia reale e sulla società civile. Solo una struttura sanitaria pubblica può fronteggiare una calamità grave come questa. Nessuno deve perdere il posto di lavoro e nessuna impresa deve morire a causa di questa epidemia. Lavoratori, imprenditori e cittadini tutti devono essere concretamente rassicurati che, passata la crisi, si possa riprendere la strada dello sviluppo economico e sociale.
Per scongiurare questo scenario, proponiamo che vengano immediatamente cartolarizzate a scadenza mensile e portate allo sconto alla Bce, quattro macrocategorie di oneri per cittadini e imprese: 1. retribuzioni, 2. mutui, affitti e leasing, 3. spese per la sanità, 4. utenze domestiche e industriali. Una prima stima indica un fabbisogno di 70-80 miliardi/mese di liquidità necessaria. Ricordiamo che il nostro maestro, l’economista Federico Caffè, ammoniva: “Al posto degli uomini abbiamo sostituito i numeri e alla compassione nei confronti delle sofferenze umane abbiamo sostituito l’assillo dei riequilibri contabili”. Il coronavirus non deve trasmettersi alla economia e alla società civile. Nessun cittadino europeo deve, da solo, sopportare i danni al lavoro e alla vita che questa calamità gli sta già infliggendo.
Amici del Gruppo Federico Caffè
Costretto (dalle Poste) a recarmi alla posta
Ero all’interno del mio cancello quando è arrivato il postino che con aria impaurita ha stampato la ricevuta di una raccomandata e l’ha imbucata nella mia cassetta. Mi sono meravigliato e, poiché capita spesso, ho fatto presente che poteva consegnarmela direttamente: “Abbiamo disposizione di agire così”, ha risposto. Mi sono precipitato alle Poste, passando tra le altre persone che facevano la fila per il ticket. Le condizioni erano tali da non consentire il rispetto delle norme.
Ferdinando Menna
Due copie del “Fatto”: una la regalo alla mia vicina
Ho comprato due copie del Fatto, una per me, l’altra come regalo per una mia vicina che si informa solo su Tv e social… e ciarle di paese. Se posso pemettermi un consiglio, è possibile ridurre lo spazio della foto centrale per darne di più all’articolo di fondo del direttore Travaglio così da stamparlo in corpo più grande e meglio fruibile?
Eugenia Laura Baudinelli
DIRITTO DI REPLICA
L’Irccs Humanitas di Rozzano fin dall’inizio dell’emergenza ha accolto pazienti provenienti da Lodi e dagli ospedali delle zone rosse. Negli ultimi giorni, anche numerosissimi pazienti del territorio. Al momento in Humanitas sono presenti più di 125 pazienti affetti da Covid-19, di cui 18 ricoverati in terapia intensiva. È il Coordinamento regionale a indirizzare i pazienti più gravi e a individuare le strutture. Fin dall’inizio dell’emergenza l’attività chirurgica programmata è stata sospesa ed è ormai limitata a. Ogni attività rimandabile e non urgente è stata da tempo sospesa per garantire disponibilità di postazioni di terapia intensiva e di personale medico ed infermieristico da destinare alle aree critiche. A Bergamo, in Humanitas Gavazzeni 220 posti letto dei 260 di cui dispone l’ospedale sono per pazienti Covid-19 in terapia intensiva, degenze e pronto soccorso.
Walter Bruno, direttore comunicazione Humanitas
Il Gruppo San Donato, diversamente da quanto scritto, dal 21 febbraio, giorno in cui è iniziata l’emergenza lombarda, per primo ha messo i propri ospedali a completa disposizione del sistema sanitario regionale. La collaborazione è partita con l’identificazione di posti letto di degenza e terapia intensiva dedicati ai pazienti Covid-19 presso l’Ircss Ospedale San Raffaele. Inoltre, una task force di 20 medici intensivisti è intervenuta nella zona rossa e in alcuni ospedali pubblici ad essa limitrofi. Oggi abbiamo dedicato in totale 630 posti letto ai pazienti Covid-19, di cui 65 in terapia intensiva e 60 in reparto di degenza ordinaria dotati di C-pap. In questo momento i pazienti Covid-19 ricoverati presso gli ospedali del Gruppo sono circa 560, di cui 50 in terapia intensiva. Dall’11 marzo il Gruppo San Donato si sta facendo carico del 14,5% dei pazienti Covid-19 ricoverati in tutta la Lombardia. Al San Raffaele, i pazienti in terapia intensiva non sono 4, bensì 24. Tutta l’area internistica del pronto soccorso è inoltre dedicata ai pazienti che necessitano di ossigenoterapia e osservazione. Al San Raffaele sono 150 i posti letto per malati con sintomi da infezione Covid in cui è applicata l’assistenza respiratoria non invasiva. La situazione grave nella provincia di Bergamo ci vede impegnati con in nostri due ospedali con circa 300 pazienti. Nelle prossime 72 ore saremo in grado di allestire ulteriori 110 posti di degenza ordinaria e 10 in terapia intensiva per prepararci ad un eventuale picco di pazienti dell’area milanese.
Vittoria Cereseto, Gruppo San Donato
I NOSTRI ERRORI
Nell’articolo Stop a bollette e mutui ho scritto che con la riduzione del Taeg il risparmio annuo è di 9 mila euro: lo è su 25 anni.
PDR